E per Musa… un Vulcano
E per Musa… un Vulcano.
Etnamusa Festival, è il nome di un progetto pluridisciplinare nato di recente alle pendici del nostro vulcano da una coraggiosa idea che sapientemente prova a coniugare un “magmatico” programma multiculturale, con un nostro simbolo per antonomasia come l’Etna, ospitandolo in un’amena location come l’azienda agricola Musa di Bronte.
Un’iniziativa musical/culturale di respiro regionale grazie alla collaborazione dell’associazione AreaSud, e con propensione a una visibilità nazionale rientrando, quest’associazione, nel circuito di ItaliaFestival, contenitore dei più famosi festival italiani multidisciplinari.
E come uno scrigno che custodisce mille, preziosi, gioielli, potremmo definire l’Etna Musa Festival, di fatto, una sorta di melting polt di passione, teatro, musica, workshop, escursioni, presentazioni di libri, serate astronomiche e tanto, tanto, altro grazie all’impegno dell’avvocato Carmelo Schirilò, vero deus ex machina del progetto, dell’organizzatrice Rossella Fallico e con il prezioso supporto dell’associazione culturale Neon insieme, naturalmente, a decine e decine di artisti (infinitamente lungo è l’elenco) che daranno vita a un crogiolo di variegate attività.
Pertanto, numerosi saranno gli appuntamenti per soddisfare i diversi, raffinati, palati di chi preferisce, alla sempre più vuota “piattezza del nulla” proposta dai new e tradizionali media, un passionale ritorno al passato, dove la cultura “naviga” nel breve spazio dell’etere che separa il pubblico seduto sui gradoni in pietra lavica di un teatro all’aperto e il palco, con “A Muntagna” a fare da bucolica cornice al fiorire di una naturale osmosi tra il verdeggiante ambiente e l’uomo, dove non diventa più di primaria importanza definire il confine tra rappresentazioni e spettatori, il tutto racchiuso in un (raro) unicum che spontaneamente si crea tra artisti, spettacoli, pubblico e location.
Ricchissimo il programma (dubbio: ma non sarà troppo?) snocciolato in dieci giornate comprese tra il 9 giugno e il 4 agosto con ben…trentuno eventi! Una corposa manifestazione inaugurata domenica scorsa alla presenza del sindaco di Bronte avvocato Calanna, e che ha iniziato le sue attività con i volontari affabulatori (è proprio il caso di dirlo) dell’associazione no profit “Ti racconto una storia,” con il mattatore Antonio Giovanni Barilla e altri soci volontari che hanno cristallizzato l’attenzione dei bambini: udite , udite , raccontando le favole della loro (e della nostra) infanzia. Non contenti, i volontari si sono cimentati anche in una improvvisata recitazione con protagonisti proprio i fanciulli, rievocando antiche storie di dame e cavalieri, con tanto di costumi, in un educativo salto a ritroso lontano da statiche e algidi immagini e video riprodotti dagli smartphone.
Ma questo è stato solo l’inizio anticipatore di un altro momento in crescendo, con l’arte a fare la protagonista di…se stessa, grazie alla loquacità della professoressa Giuseppina Radice dell’Accademia di Belle Arti di Catania. Una profonda disamina di una troppo snobbata materia come l’arte che al contrario può diventare utile mezzo di speranza per i giovani, messaggio veicolato all’interno di un articolato excursus dell’insegnante tra cultura e aneddoti anche personali, tenendo come riferimento il mito della pietra filosofale come metafora per una visione positiva della vita in una era di profonda incertezza e fragilità giovanile. E iniziando con la favola, non si poteva non finire con un mito, con la rappresentazione di un classico tra i classici come “Filottete” di Sofocle che ha visto protagoniste le ragazze del liceo Spedalieri di Catania.
Una rappresentazione che ha tratto forza, in primis, nella concreta, e non solo a parole, idea della raggiunta parità di genere in uno spettacolo nato al maschile ma con una compente tutta al femminile, in un ricercato (quanto apprezzato) azzeramento di differenze di sesso ottenuto sapendo giocare bene da donna il ruolo opposto, facendo dimenticare il protagonista uomo presente nell’opera originale.
Un plauso va, pertanto, alle ragazze anche per essere riuscite a estrapolare l’umano ostracismo verso il diverso, il sofferente, coniugato a un bieco opportunismo insidio in ognuno di noi. Difetti di ieri e di oggi messi in luce attraverso un non semplice lavoro di pura maieutica grazie a un corale percorso dialogico in un rimaneggiamento dell’opera a cura della professoressa Francesca De Santis e diretta da Monica Felloni, Piero Ristagno, Manuela Partanni, bravi a saper legare i secoli che ci distanziano dal mito all’interno di un medesimo filo temporale: musiche comprese. E, a conclusione di una giornata fuori da desueti stereotipi della gita domenicale, come ciliegina sulla torta, forse più di tutto ci ha emozionato il sincero, quanto caloroso, abbraccio finale delle studentesse alla loro professoressa: un affetto nei confronti di una nobile disciplina come l’insegnamento, divenuta, oggi, merce sempre più rara. Alla prossima.
Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com
Catania, 11 giugno 2019
Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine )
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