Il nome di Catania attraverso i secoli

Nel corso dei secoli la città di Catania è passata attraverso notevoli vicende: squassata dai terremoti, distrutta da eventi bellici, sepolta dalle lave e allo stesso modo cui è riuscita a risorgere dopo ogni distruzione ha visto mutare più volte il suo nome.

Il nome Catania  che fa fede della sua antichissima origine siciliana si è determinato definitivamente dal secolo x in poi. Come è nato? Che significa?

L’origine del nome  Catania è incerto sono state date diverse interpretazioni: deriverebbe dal greco << Katà Aithen>> che significherebbe “ sotto l’Etna” . Dato che non era l’unico centro abitato ai piedi dell’Etna questa interpretazione è caduta.

Per alcuni il nome Catania deriverebbe dall’ebraico o dal fenicio << Katna>> che significherebbe piccola, ipotesi fantasiosa.

Il toponimo Catania è stato scritto che deriverebbe da due parole greche <<Kata e Ana >> che indicherebbe la parte alta e la parte bassa della città o sconvolgimento.

Dato che il toponimo Catania è preesistente alla colonizzazione greca anche questa ipotesi è stata abbandonata..

L’ipotesi  del nome Catania  che sembra quella più realistica deriva da una parola esistente nel siciliano antichissimo ed è << Katàne >> che significa “ grattugia “ , vocabolo che esprime la sciara catanese, tutta irta di picchi lavici particolarmente ruvidi e taglienti.

Catania prima di essere chiamata così definitivamente ebbe il nome Katàne-Etna-Catina e << Baled-el-fil >> che vuol significare la città dell’elefante.

Accanto al nome ufficiale, in epoca medioevale furono dati anche parecchi soprannomi, tutti lusinghieri.

Porta Garibaldi

Il vigore della vita dei catanesi è stato un duello drammatico contro le forze avverse della natura e degli uomini, che si è risolto sempre vittoriosamente per Catania. La città etnea si può fregiare dell’orgoglioso motto << Melior de cinere surgo >>, Risorgo sempre più fiorente dalle mie ceneri, che leggiamo scolpito sotto l’orologio settecentesco di porta Ferdinandea, oggi chiamata << Porta Garibaldi >>.

Porta Garibaldi, erroneamente chiamata << Porta ‘ o Furtino >>, col caratteristico gioco bicolore della pietra bianca di Siracusa alternata al nero della in realtà è un arco di trionfo.

La porta del fortino si trova in via Sacchero, dove per essa passò Vittorio Amadeo II quando venne a Catania, come re di Sicilia

La porta  Ferdinandea fu inaugurata in occasione del matrimonio di re Ferdinando IV di Napoli con Maria Carolina d’Austria e quindi chiamata Porta Ferdinando e la lapide originaria sul frontale  diceva infatti: << Optimo principi – SPQC- aedilium cura-fausto coniugii anno – MDCCLXVIII >>. Cioè << Al buon re – il senato e il popolo di Catania – per cura della giunta -  nel fausto anno del matrimonio- 1768.

Nell’estate del 1862 la porta fu ribattezzata a Garibaldi che proprio da questo ingresso al grido di << O Roma o morte >> arrivò a Catania. L’epigrafe fu cancellata in parte ed oggi leggiamo solo << SPQC- aedilium cura- MDCCLXVIII >>. Sullo stesso frontone sono riportate due frasi << LITTERIS ARMATUR >> ed << ARMIS DECORATUR >> che glorifano la città ed esprimono lo spirito indomito dei catanesi, la loro cultura e il loro valore. Porta Garibaldi