Mario Cacciola e la Cattedrale di Catania
Il più grande monumento della città è il Duomo con la sua cattedrale che rappresenta la fede mistica nella Santuzza protettrice padrona di Catania.
Iniziata nel 1091 dal conte Ruggero il Normanno, ripresa nel 1169, distrutta dal terremoto del 1693 tranne le tre absidi e parte del transetto, ripresa dal Vaccarini nel 1736 e ultimata nel 1758.
Il portone principale è in legno e costituito da 32 formelle, illustrando episodi della vita di S. Agata e stemmi di diversi papi e simboli della cristianità.
Il prospetto è a tre ordini:
il primo ordine è costituito da sei colonne di granito provenienti forse dal Teatro Romano.
Il secondo ordine ha sei colonne grandi e due piccole.
Tutti gli ordini sono adornati con statue marmoree di S.Agata al centro e Sant’euplio a desrta e S. Berillo a sinistra
Sui portali laterali sono iscrizioni agatine :
MSSHDEPL << La mente di Sant’Agata è sana spontanea per l’onore di Dio e per la liberazione della patria >> e
NOPAQUIE <<Non offendete la patria di Sant’Agata perché essaè vendicatrice delle offese >>.
Ai lati della porta principale sono poste le statue di S. Pietro e S: Paolo.
Il vasto e grandioso interno è diviso in tre navate. All’ingresso nella navata di destra in una nicchia osserviamo una acquasantiera del secolo XV protetta da una cancellata in ferro battuto e l’affresco del Battesimale ( secolo XVII-XVIII ).
Sul primo altare una tela di S. Febbronia del belga Borremans. Di fronte all’altare appoggiata ad una delle dodici pilastri che separano la navata da quella centrale si trova la tomba del musicista catanese Vincenzo Bellini con il rigo musicale su cui sono scritte le note e le parole della << Sonnambula >>: Ahi, non credea mirarti si presto estinto, o fiore……>>.
Il secondo altare ha una tela di S. Rosalia
Il terzo altare ha una tela raffigurante Sant’Antonio di Padova del Borremans.
Il quarto altare una Sacra Famiglia con S. Giovanni
Il quinto altare un’immagine della Vergine Maria Correndetrice.
Alla quinta colonna , la tomba del Card. Giuseppe Benedetto Dusmet: dentro vi è il corpo incorrotto, del santo cardinale, morto nel 1894.
Nel transetto destro osserviamo il monumento del vescovo mons. Pietro Galletti. Esso è il monumento più sontuoso della chiesa, tutto in marmo e riccamente decorato. Proseguendo troviamo la cappella dedicata alla Vergine dell’Incoronazione, (originariamente era una torre normanna, dedicata a San Giorgio, primo protettore di Catania. ) sull’altare, una statua cinquecentesca della Madonna col Bambino. Nell’interno della cappella sono stati recentemente sistemati i sarcofaghi che prima si trovavano nell’abside centrale, e contenevano le spoglie dei re aragonesi Federico III, di suo figlio Giovanni di Randazzo, del re Luigi, del re Federico IV, della regina Maria, moglie di re Martino I e di suo figlio Federico. L’altro sarcofago, gotico bizantineggiante, mentre il primo è romano del ii sec: d. C., contenevate spoglie della regina Costanza d’Aragona, moglie di Federico IV. I rilievi dei due sarcofaghi sono in parte abrasi, perché furono scalpellati, quando si trovavano nell’abside.
In fondo alla navata abside destra è la cappella più cara a tutti i catanesi : la Cappella di S. Agata.
E’ da osservare il portale di ferro fatto dopo i furti sacrilegi del 1890, per cui nacque il detto popolare << doppu ca a Sant’Aita a rubbaru, ci ficiru i porti di ferru >>
La cappella è decorata da un affresco che raffigura Santa Lucia orante sulla tomba di S. Agata per invocare la guarigione della madre inferma con le bellissime sculture quattrocentesche di Antonello De Freri, che rappresentano, a destra il vicere’ Ferdinando De Acuna, inginocchiato ed orante, seguito da un paggetto; al centro è l’altare col trittico marmoreo di S. Agata incoronata da Gesù e la Maddalena tra i santi Pietro e Paolo, nella parte sinistra si apre la porta dorata finemente decorata che ha accesso alla camera sotterranea chiamata dai catanesi a << cammaredda>> dentro cui vengono custoditi il busto reliquario di S. Agata e lo scrigno argenteo, opera quattrocentesca goticheggiante del catanese Vincenzo Archifel, con coperchio del 1579 attribuito al catanese Paolo Guarna; il busto della santa è opera del senese Giovanni di Bartolo, e reca in capo una corona che la tradizione vuole donata a S. Agata da re Riccardo Cuor di Leone.
Sull’altare della cappella è situato un bassorilievo rappresentante S. Agata incoronata da Dio e con S. Pietro e con gli evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni.
L’altare maggiore situato nell’abside centrale, in stile normanno, è contornato con un coro ligneo e 34 stalli risalente alla fine del XVI secolo dello scultore napoletano Scipione di Guido. Al centro nell’abside realizzata in pietra lavica dell’etna e risalente alla prima edificazione della chiesa è inserita una grande finestra monofora del XII secolo con una vetrata moderna.
Nella sagrestia, su tre lati è un armadio ligneo de 700 , sulla parete, il drammatico affresco dell’acese Giacinto Patania che rappresenta l’eruzione etnea del 1669 che ha già circondato il Castello Ursino, e riversa sul mare.
Nella navata di sinistra, la cosa più notevole è il drammatico quadro del << Martirio di S . Agata >> del toscano Filippo Paladini.
L’organo, sopra la porta d’ingresso è di 4000 canne.
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