Quando il Milan era soltanto un povero diavolo

La crisi societaria si riflette sulla squadra rossonera

C’è una data che, chi ama il calcio, non potrà mai dimenticare: 23 marzo 1980: un tremendo colpo al cuore di milioni di tifosi.

Quella domenica i carabinieri, alle cinque della sera, fecero irruzione in diversi stadi della serie A per ammanettare diversi campioni o presunti tali:  Albertosi, Giorgio Morini, Giordano, Manfredonia,Wilson e tanti altri calciatori meno famosi che, con altri giocatori coinvolti, come Paolo Rossi, si erano prestati a quello squallido imbroglio chiamato “Totonero” alterando i risultati di alcune partite.

I calciatori subirono squalifiche più o meno lunghe; fra le società che pagarono vi fu il Milan che venne retrocesso, per la prima volta nella sua storia, in serie B dove era appena approdato il Catania.

Per i tifosi rossazzurri, desiderosi di calcio ad alto livello dopo alcune oscure stagioni trascorse in serie C, si presentò l’occasione di rivedere il Milan al vecchio Cibali. Finì 2-2 con una spettacolare girata di testa di Loris Bonesso, in grado di dominare nel gioco aereo il futuro campione Fulvio Collovati.

Alla fine del torneo il Catania ottenne la permanenza fra i cadetti ed i rossoneri ritornarono in serie A.

Ma quel Milan era soltanto un “povero diavolo” e -travolto da mille problemi societari- dopo solo un anno di permanenza in serie A, retrocedeva, stavolta sul campo, in serie B.

Così la serie B dell’indimenticabile stagione 1982-83 rivedeva il Milan ai nastri di partenza. La squadra rossonera, allenata da Ilario Castagner, partiva coi favori del pronostico assieme alla Lazio e all’appena retrocesso Bologna che, dopo oltre settant’anni consecutivi in serie A, quell’anno finirà addirittura in serie C.

Fra le possibili sorprese gli addetti ai lavori indicavano tre squadre lombarde: il Como, il Varese e la Cremonese. Nessuno il Catania!

I rossazzurri iniziavano il torneo espugnando a sorpresa il campo della Cremonese (0-1) e alla seconda di campionato ospitavano il Milan, fermato all’esordio in casa dalla modesta Sambenedettese sul 2-2 sotto un nugolo di fischi.

Dopo mezz’ora di gioco appariva a tutti chiaro che il Milan, nonostante presentasse in campo tanti giovani campioni come Franco Baresi, Tassotti, Evani e Icardi, con quel Catania difficilmente avrebbe vinto.

Ma era doveroso rispedire subito “il diavolo” nel paradiso della serie A e ci voleva qualche “angelo custode”. Questi assunse le sembianze dell’arbitro Menegali che al 52’ assegnò ai rossoneri un calcio di rigore trasformato poi da Franco Baresi. La veemente reazione del Catania produsse, sette minuti dopo, la rete in mischia di Mosti che Menegali, fischiando in netto ritardo, trasformò in calcio di rigore. Dal dischetto il nostro Mastalli riportò le due squadre sul risultato di parità che alla fine accontentò entrambe. Al ritorno a “San Siro” il Catania impose al Milan lo 0-0. Il Milan vinse il campionato, il Catania ritornò in A dopo i memorabili spareggi di Roma con Como e Cremonese.

Tino La Vecchia