“TUTTO SI PUÓ BASTA VOLERLO”

Chi ricorda questo motto?
Non certo i nostri figli, giovani adolescenti alle prese con computer, i phone, ipad, ipod e quant’ altro dell’affascinante mondo della tecnologia contemporanea, ma certamente i miei coetanei, e coloro con qualche primavera in piú, ricorderanno con allegria l’ intramontabile PIPPI CALZELUNGHE.
Ho sempre amato questo personaggio, canticchiato la famosa canzone e sentite un pó… Ho anche interpretato la ragazzina vivace e ribelle, vestendomi esattamente come lei, grazie ad un’amica di famiglia che aveva cucito i vestiti, riprendendo esattamente la figura di Pippi Calzelunghe.
Una storia, una filosofia ancora attuale nata dalla penna della scrittrice svedese Astrid Lindgren nel lontano 1945, ancora oggi le avventure della bambina lentigginosa dalle trecce all’insú appassionano grandi e piccini.
Personaggio inventato dalla Lindgren per la figlia costretta a letto dalla polmonite, ha avuto la forza, una volta diventato racconto, di rivoluzionare il mondo dell’ editoria infantile.
Pippi è una bambina stravagante, un’eroina che si concede azioni al limite del consentito. Sempre sorridente, burlona, spavalda e temeraria, si diverte con poco e affronta la vita con serenitá, mostrando un sorriso contagioso.e tanti buoni propositi.
Pippilotta Virktualia Rullgardina Succiamenta Efraisilla Calzelunghe, questo il nome completo, arrivando in una piccola cittadina svedese ne stravolge la tranquillitá. Abita da sola a Villa Villa Colle,una casa colorata.
Con lei vivono Zietto, un cavallo bianco a pois neri, il signor Nilson, una scimmietta e un topolino. Pippi ha con sè il tesoro del papá Efraim Calzelunghe, prigioniero dei pirati sull’ isola immaginaria di Taka Tuka. Si veste con strane tutine, grandi scarpe a punta, sciarpe colorate e ne combina di tutti i colori,non frequenta la scuola, mette le dita nel naso e i piedi sul tavolo.
Una morale sottile (che riprende il leit motiv di Peter Pan) senza castelli, principesse e streghe, ma una bambina che non ha paura del buio, non soffre la solitudine e,a modo suo, saggia nel saper raccontare le bugie.
La storia di Pippi Calzelunghe é stata tradotta in settanta lingue e Gigi Proietti ha fatto da supervisore alla piece che ha girato i teatri italiani, con tutto esaurito, per un anno di seguito.

Chi di voi si sente, a volte, come Pippi Calzelunghe?

Meditate cari amici lettori, certamente, almeno una volta nella vita, alcuni di noi siamo stati “Pippi”…

Alla prossima, ciao e bollicine forever.

Catania 23 gennaio 2014
Laura Vicari per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto google immagini alla voce storiaradiotv.it – leganerd.com – lascatolachiara.it e societa.panorama.it )