LA VERTIGINE DEL DRAGO

di Alessandra Mortelliti

regia Michele Riondino

con Michele Riondino e Alessandra Mortelliti

assistente alla regia Diego Sepe

scenografia e costumi Biagio Fersini

disegno luci Luigi Biondi

produzione Artisti Riuniti in associazione con Palomar

e in collaborazione con 15 Lune Produzioni

Teatro Musco, da martedì 11 a domenica 16 febbraio 2014

Pima rappresentazione, 11 febbraio 2011, ore 20,45

Comunicato stampa

“La Vertigine del Drago”: l’intenso incontro artistico di Alessandra Mortelliti e Michele Riondino

Ospite dello Stabile, lo spettacolo sarà al Musco dall’11 al 16 febbraio per il cartellone “L’isola del teatro”

CATANIA -«Nei centri del mio nuovo Ordine verrà allevata una gioventù che spaventerà il mondo. Io voglio una gioventù che compia grandi gesta, dominatrice, ardita, terribile. Gioventù deve essere tutto questo. L’animale rapace, libero e dominatore, deve brillare ancora dai suoi occhi. I giovani debbono imparare il senso del dominio. Debbono imparare a vincere nelle prove più difficili la paura della morte».


La citazione è tratta da “La Vertigine del Drago”, intensa pièce scritta da Alessandra Mortelliti, affidata alla regia di Michele Riondino e interpretata da entrambi, riportando unanimi consensi di pubblico e di critica nelle numerose tappe italiane. L’allestimento viene ora ospitato dal Teatro Stabile di Catania, che lo programma alla sala Musco dal’11 al 16 febbraio nell’ambito del cartellone “L’isola del teatro”. Scenografia e costumi sono di Biagio Fersini, disegno luci di Luigi Biondi. La produzione è realizzata da “Artisti Riuniti” in associazione con “Palomar” e in collaborazione con “15 Lune Produzioni”.

Lo spettacolo vede dunque alla prima regia Michele Riondino, per un testo, il secondo, scritto da Alessandra Mortelliti. Entrambi giovani, hanno scelto di affiancare i loro profili diversi ad una scrittura pregna di difficoltà, ma al contempo di forza, tipica di chi fa parte di una “minoranza”, ha una disabilità, vive il disagio di una differenza culturale.

La Mortelliti, infatti, ha già avuto successo con “Famosa”, testo che racconta il disagio sociale di un giovanissimo transessuale. Portato per i ruoli border line il primo, affezionata ai personaggi ai margini la seconda, Michele Riondino e Alessandra Mortelliti fanno di un incontro artistico, un progetto denso e intenso di drammaticità e nel contempo di fragile ironia, contrappuntato dai rimandi “pop” attraverso i quali la fresca regia di Riondino ha trasformato il testo in una messa in scena visionaria e molto fisica.

Francesco, naziskin alle prime armi, incontra Mariana, zingara zoppa ed epilettica. Uomo fisicamente e verbalmente violento il personaggio maschile, che sembra non lasciare spazio alla pietà e alla comprensione, donna apparentemente fragile, disadattata, sola, il personaggio femminile, insieme, nei loro tratti singolarmente goffi e a volte persino buffi, trovano velocemente spazio per un latente e insospettabile filo rosso, estratto dalle loro problematicità.


Durante un agguato ad un campo rom ad opera di un gruppo di neonazisti, Francesco rimane gravemente ferito e per riuscire a mettersi in salvo prende in ostaggio Mariana. Tra le quattro mura di un angusto e squallido garage, nell’attesa della telefonata dell’Ordine che dia indicazioni sul da farsi, i due sono costretti ad una convivenza forzata. Si apre così una finestra su un doppio livello di lettura: l’attualità di una criminalità tipica del nostro tempo, che fa da contrappunto ad una società oggi sempre più “meticcia”; l’incontro di due personalità per certi versi agli antipodi, ma vicini nelle criticità delle loro persone, estremamente sole, arrabbiate, tradite dalla vita. Due giovani infelici, senza prospettive, abbandonati dai loro stessi clan d’appartenenza, che riusciranno, a loro modo, a trovare una certa forma di rinascita e spazio per condividere le loro, seppur diverse, forme di ribellione.

Michele Riondino si diploma nel 2000 presso l’Accademia d’arte drammatica ”Silvio d’Amico”. Si forma attraverso numerosi seminari e laboratori: sulla maschera con Ken Rea (Guidhall School Londra), sul mimo corporeo con Michele Monetta, sull’interpretazione vocale con Augusti’ Humet, sulla neo-avanguardia con Franco Brambilla. In teatro ha realizzato importanti collaborazioni con Emma Dante (Cani di bancata), con Marco Bellocchio (Machbet) e Marco Baliani (La peste). Al cinema ha lavorato, fra gli altri, con Marco Risi e Mario Martone. E’ il recente protagonista della serie televisiva “Il giovane Montalbano”, per la regia di Gianluca Tavarelli, e di “Acciaio”, il film tratto dal romanzo di Silvia Avallone sul caso Ilva.

Alessandra Mortelliti, dopo la maturità classica, si diploma nel 2006 presso l’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Lavora in teatro con registi quali, Mario Ferrero, Lorenzo Salveti, Giovanni Greco, Piero Maccarinelli, in televisione con Gianluca Maria Tavarelli (Il Giovane Montalbano), nel cinema con Rocco Mortelliti (La Scomparsa di Patò, Festival di Roma 2010) e Andrea Costantino (Sposerò Nichi Vendola, Festival di Venezia 2010). Nel 2010 scrive il monologo “Famosa” che si classifica terzo al concorso letterario “Per Voce Sola 2010”. Nel 2011 “Famosa”, da lei stessa interpretato, viene portato in scena a Roma e in una ventina di città italiane, registrando un ottimo successo di pubblico e critica. Il suo nuovo lavoro “La vertigine del drago” è stato in programma al Festival dei due mondi 2012 di Spoleto.

Caterina Rita Andò
responsabile Ufficio Stampa
Teatro Stabile di Catania
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