Era il 20 giugno 1999 ( avevo appena 6 anni ) quando ho avuto la fortuna di incontrare Marco Pantani in occasione del Festival del Fitness di Rimini. Ed ho anche avuto il piacere di avere la sua bandana autografata.

Proprio oggi,  14 febbraio, sono  passati 10 anni da quando  Marco Pantani è stato trovato morto in una stanza del residence “Le Rose” di Rimini.

Mamma Tonina ha chiesto più volte che l’inchiesta sulla morte del vincitore di Giro e Tour 1998 venisse riaperta,tanti ancora i dubbi sulla stessa morte. Dichiara la mamma “Ho letto i faldoni  Marco non era da solo, quella sera del 14 febbraio 2004, nel residence di Rimini dove è stato trovato morto con lui potevano esserci più persone. Chiamò i carabinieri, parlando di persone che gli davano fastidio e, dopo un’ora, fu trovato morto”. C’è anche la strana storia dei giubbotti “lasciati a Milano e ritrovati nel residence ‘Le Rose’, dove si era recato senza bagaglio”. Chi li ha portati a Rimini? Questo e  molti altri indizi avvolgono la morte di Marco Pantani nel mistero. “Il mio dubbio più grande è che Marco possa essere stato ucciso”, ammette Tonina Pantani. Dopo 10 anni parla sempre del suo Marco, delle sue imprese, dei trionfi e delle memorabili scalate. “Era il numero 1, è stato un atleta irripetibile, un ragazzo buono, coraggioso, avrebbe dovuto mandare a quel paese tutti quanti, soprattutto chi gli diceva di non vincere. Il doping? E’ sempre esistito, però Marco non lo ha mai preso. E poi, sai che soddisfazione: vincere sapendo di avere barato. Non era da Marco. Lui, per il ciclismo e per lo sport in generale, ha rappresentato tantissimo. Tutt’ora tanti bambini vanno a salutarlo al cimitero,

lasciano disegnini per lui, lo ritraggono mentre pedala fra due ali di folla, in mezzo alle cime innevate. Questo è già di per sè bellissimo”.

A dieci anni dalla scomparsa di Marco Pantani  resta solo il ricordo di un campione per tutte quelle emozioni che è riuscito a trasmettere a tutti noi Il ‘Pirata’ se n’è andato il giorno di San Valentino di 10 anni fa.

Catania, 14 febbraio 2014

Michael Grimaldi per Sport Enjoy Project Magazine

( Fonte foto Manlio Grimaldi archivio Sport Enjoy Project Magazine )