E’ appena terminata la gara del Massimino ed il Catania non è riuscito a piegare il Cagliari né tanto meno quel palo che si è opposto a che entrasse il tiro di Biraghi nel finale né alla stessa maniera la traversa che ha impedito il gol a Rolin.E ci si avvia nella mix – zone per il solito lavoro che ci aspetta nel dopo-partita. Nell’antistadio vengo avvicinato da due signori, due fratelli, Vincenzo e Mario Cullurà, di chiara origine sarda ( almeno a fede calcistica ) e dal figlio di Vincenzo , Francesco, Ciccio per tutti, con i suoi occhioni grandi, senza un accenno di sonno, carico carico di adrenalina per aver assistito alla partita della sua squadra del cuore, quel Cagliari per cui tifano anche il papà e lo zio. Pare che in mattinata, prima della gara, siano andati in albergo e al campo dove la squadra ha sostenuto la sgambatura di rifinitura e che ci sia stata la promessa della maglia da gioco da parte di Pisano e Cossu. Toccava farsela dare ed ecco che si rivolgevano al sottoscritto per far si che almeno il piccolo Ciccio potesse incontrare i giocatori, rimanendo padre e zio nell’antistadio. Felice di averlo potuto accontentare mentre provvedevo a portare avanti il mio lavoro fotografico e giornalistico.

All’indomani della gara in redazione riceviamo la lettera che segue e ci permettiamo di pubblicarla integralmente ……. proprio per la sua rara bellezza:

“Con un padre ed un fratello tifosi del Cagliari, Francesco detto Ciccio, è un bambino di nove anni del terzo millennio, catanese purosangue, … e non poteva non tifare rossoblu’! E’ questa la storia di come una passione sportiva possa divenire foriera di situazioni piacevoli, che con lo sport, proprio perché tale, avrebbero sempre a che vedere…! Le generazioni di oggi sono ipertecnologiche….vivono realtà “virtuali”….attraverso i videogiochi con cui riescono ad estraniarsi, per ore ed ore, dalla vera realtà!

In passato, invece, ci si divertiva con molto poco….e ci si scalmanava per una partita di pallone, apprezzando la gioia del “tifo”e la “passione” calcistica in genere.

Ora, come allora, per questo bambino il tempo non è mai passato….lui conosce non solo i nomi e i cognomi dei propri idoli ma li conosce personalmente e loro conoscono lui….li divede, d’altronde, solo la distanza tra due Isole!

Come sono lontani i tempi in cui Rita Pavone cantava: “…perché, perché, la domenica mi lasci sempre sola per andare a vedere la partita di pallone…”, ma nella vita tutto può passare tranne la passione per uno sport ovvero per la propria squadra del cuore!

E’ triste ammetterlo ma oramai affollare gli stadi, per la Società di oggi, è quasi sinonimo di prova di coraggio. Ma la “ Società siamo noi” e la società è composta anche dalla generazione del piccolo Ciccio e la passione “pulita” per uno sport è “scuola di vita” e può mettere il freno al fenomeno della violenza negli stadi che non accenna a diminuire.

Loro, la generazione di Ciccio, devono sognare un mondo migliore in cui il proprio bambino, magari imbacuccato, in inverno, per proteggerlo dal freddo, per far fede ad una promessa fatta in settimana, per un bel voto preso a scuola possano portare i loro figli allo stadio e sfogare, anche urlando, la propria passione!

Devono, infatti, sognare di avere un mondo in cui nel “povero” calcio, tra violenza negli stadi, Calciopoli e interessi vari….prevalga la “passione pulita” dei campetti dell’oratorio (oggi scuole calcio) dove senza tanti intrighi, tra un calcio di rigore ed una traversa, l’entusiasmo resta genuino ed i gol… pure.

Nella vita ci possono essere ben altre sconfitte brucianti, se non quella della perdita di una partita di calcio della propria squadra del cuore, speriamo che le generazioni future capiscano meglio i termini della contrapposizione sportiva!

Sarà utopistico ma l’esempio di Ciccio può servire, sperare che un giorno, chi ama il calcio abbia nuovamente a riscoprire il piacere “di andare alla partita”, in tranquillità, “tifando”, in pace, per la propria squadra del cuore….anche se di un’altra Città!

Tifare? Certamente, sennò che passione sarebbe, Ciccio l’ha già fatto si è imbacuccato e con la sciarpa rossoblu al collo è andato a tifare Cagliari e a omaggiare i propri beniamini! “

A Ciccio,

papà Vincenzo

Catania, 9 marzo 2014

Manlio Grimaldi per Sport Enjoy Project Magazine

( Fonte foto Manlio Grimaldi per Sport Enjoy Project Magazine )

( in allegato anche alcune foto fornite da Vincenzo Cullurà che ritrae il proprio figliolo con la maglia ricevuta daPisano ed inoltre le foto dei regali consegnati ad alcuni ragazzi del Cagliari )