È finita come era logico che finisse. Il Catania, una volta tanto, ci ha messo grinta, cuore e volontà, ma non sono bastati per evitare la sconfitta.

Se la squadra avesse messo in campo queste qualità nel secondo tempo di Reggio Emilia la classifica attuale sarebbe stata diversa e la salvezza sarebbe a un passo. Invece né a Reggio Emilia, né contro il Chievo Verona, né nel primo tempo casalingo contro il Cagliari, né contro il Genoa.

Battuta la Lazio, a un passo dalla salvezza, nelle partite in cui il Catania doveva definitivamente tirarsi fuori, ha tradito i tifosi facendo un misero punto casalingo in cinque gare.

Maran è riuscito così a bissare il suo disastroso inizio campionato in cui la squadra ha ottenuto solo lo 0-0 interno contro il Parma e quattro sconfitte.

Se il male del Catania era De Canio, ebbene, visto come sono andate le cose, con molta onestà, a questo punto bisogna ammettere che il rimedio è stato peggiore del male.

Sciupate tre gigantesche opportunità di salvezza (Chievo, Cagliari e Sassuolo) contro squadre ampiamente alla sua portata, il Catania pretendeva di fare punti contro la Juventus?

Troppo astuta e troppo determinata la Juventus per il piccolo Catania.

Alla prima vera occasione è emersa la differenza principale fra le due squadre: al di là della qualità dei singoli, la Juventus ha schemi validi e gioca a memoria, il Catania quest’anno schemi non ne ha mai avuti.

Ogni anno risento la solita barzelletta: per vincere per prima cosa bisogna avere la difesa forte. Puntualmente ogni anno i dati statistici smentiscono questa diffusa idiozia messa in giro dai fautori dell’inguardabile “calcio all’italiana”.

Se hai la difesa impenetrabile e l’attacco inesistente non concludi niente, bene che va fai 0-0.

In Italia la miglior difesa è quella della Roma (14 reti subite), ma in testa c’è la Juventus con 14 punti di vantaggio. Difesa e attacco vanno di pari passo, in ogni caso è sempre meglio perdere 4-3 che 1-0, almeno ne usufruisce lo spettacolo.

Per fare i risultati ci vuole una buona difesa e ci vuole un buon attacco. Ebbene il Catania ha il peggiore attacco del campionato e con Maran in panchina ha chiuso 9 partite su 18 senza segnare!

Contro la Juventus è sceso in campo con una formazione inedita, sembrava tirata fuori a caso con i bussolotti del lotto. Ha fatto quel che ha potuto.

A complicare le cose ci si è messa anche l’espulsione di Bergessio.

Dopo che Chellini nella gara d’andata gli aveva rotto una gamba era logico aspettarsi un certo nervosismo nel calciatore.

Dopo la prima ammonizione 99 allenatori su 100 l’avrebbero sostituito, invece è rimasto in campo e ha “beccato” la logica espulsione.

Adesso le speranze del Catania sono ridotte al lumicino: o mercoledì batte il Napoli e si rimette in corsa (ricordo che fino a 3 punti di distacco a 2 giornate dalla fine ci si può salvare), oppure vedrà aumentare il distacco che attualmente lo separa o dal Chievo o dal Bologna che si affronteranno fra di loro.

Adesso lo posso confessare, in estate avevo indicato in Sassuolo, Livorno e Chievo Verona  i tre nomi delle tre squadre retrocesse.

Se il Catania vincesse contro il Napoli e il Bologna facesse risultato a Verona contro il Chievo potrei ancora indovinare il mio pronostico.

Ma ormai ci credono in pochi e tutti pensano che il peggio sia inevitabile.

Se questo peggio dovesse davvero concretizzarsi, sarà difficile cancellare tutto e ripartire nuovamente da zero.

Per prima cosa bisognerebbe trovare un allenatore con la mentalità vincente. Maran, grande lavoratore, potrebbe sempre accasarsi a Vicenza e tentare di migliorare quel 16° posto in serie B ottenuto con i veneti nel 2009-2010, oppure ritornare a Varese e provare a ripetere il brillante 5° posto del 2011-2012.

Poi, per tentare l’immediata risalita, bisognerebbe trovare calciatori di categoria pronti a sacrificarsi e fare vita da atleti, e degli attuali, se fossero disposti a restare in serie B, mi sentirei di fare solo i nomi di Izco, Bellusci e Frison, a patto che impari come si respinge.

Tutto questo con un po’ di programmazione e di attenzione in più poteva essere evitato, questo bene prezioso che è la serie A poteva essere facilmente mantenuto.

Ancora l’aritmetica non condanna il Catania, pertanto non sarebbe meglio, anziché pensare alla risalita, tentare di evitare fino all’ultimo la discesa?

Catania, 24 marzo 2014

Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto Manlio Grimaldi per Sport Enjoy Project Magazine )