Bari 31. 47, 90…

Ancora una volta Maran ha messo in campo una formazione che sembrava venuta fuori dai bussolotti dell’estrazione del Lotto.

Ebbene, i risultati sono sotto gli occhi di tutti: il Catania al cospetto del proprio pubblico ha subito un’altra mortificante sconfitta.

Non inganni il risultato finale: non c’è stata storia, anche perché la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo e quest’anno ha deciso di martirizzare il Catania senza alcuna pietà.

La gara è finita quando la traversa ha respinto il tiro del possibile pareggio scagliato da Keko.

Quattro a zero alla fine del primo tempo è un risultato che non lascia spazio a nessuna replica.

Le cifre, che fin dopo la doppia sconfitta esterna contro il Chievo e contro il Genoa continuavano far pensare in maniera legittima  a una salvezza del Catania, adesso condannano la squadra rossazzurra senza appello: dopo  la vittoria sulla Lazio, in 6 determinanti partite, solo un misero pareggio casalingo e 5 sconfitte.

Le cifre, soprattutto, condannano la conduzione tecnica di Maran il quale non è stato nemmeno capace di tenere la già scadente media punti di De Canio.

Con Maran in panchina la miseria di 12 punti frutto di  2 vittorie 6 pareggi e 11 sconfitte con 16 reti fatte e 33 subite. Se Maran avesse tenuto la media punti di De Canio il Catania in classifica avrebbe avuto 2 punti in più e ancora un briciolo di speranza di salvezza.

Insomma Maran è riuscito nell’impresa quasi impossibile di far rimpiangere la conduzione tecnica dell’allenatore che lo ha preceduto.

L’anno scorso in molti si chiedevano dove finivano i meriti di Montella e dove iniziavano quelli di Maran.

Il tempo è signore e padrone e il campionato in corso ha fornito la risposta definitiva.

Adesso non ci resta che perdere a Udine in maniera tale da consentire a Maran di raggiungere Atzori (9 punti in 15 giornate) come media punti (sarebbero 12 punti in 20 partite) e di fargli meritatamente guadagnare l’Oscar di peggiore allenatore del Catania in serie A della storia recente, ovvero dopo il ritorno in quella massima serie che, in maniera sciocca e assurda, si è persa.

Fa rabbia, una rabbia enorme, se si considera il livello molto scadente della nostra attuale serie A. Un esempio lampante ci viene fornito dalla capolista Juventus, padrona assoluta in Italia e puntualmente sbeffeggiata in Europa, dove non ha raggiunto gli ottavi di Champions e non è riuscita a inserirsi nemmeno fra le migliori sedici squadre.

Se leggiamo i nomi delle otto formazioni che hanno raggiunto i quarti di Champions: Atletico Madrid, Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco,  Borussia Dortmnud, Chelsea, Manchester United e Paris S. Germain, dobbiamo ammettere n tutta onestà che la Juventus è ancora molto distante da loro. Tre spagnole, 2 tedesche, 2 squadre inglesi e una francese, a riprova che il calcio italiano è attualmente pessimo e con poche speranze.

Fa rabbia, se si pensa che a 8 giornate dalla fine l’ attuale quota salvezza è ad appena 34 punti.

Pazienza, vuol dire che il prossimo anno al Massimino al posto di Higuain, Hamsik

, Tevez

, Llorente , Palacio

, Kakà, Pjanic (ma dove sono gli italiani?) ci dovremo accontentare di ammirare i calciatori di Virtus Entella e Frosinone.

Dicevano gli anziani catanesi: “cu casca e si susi, non si chiama cascata.”

Già chi cade ed è in grado di rialzarsi subito è come se fosse mai caduto.

Ma sarà il Catania in grado di imitare il Palermo e rialzarsi subito?

Mi chiedo: era proprio necessario cadere quando la caduta si poteva facilmente evitare?

Con la salvezza a 34 punti…

Catania, 28 marzo 2014

Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto Manlio Grimaldi per Sport Enjoy Project Magazine )