Non ci sono più parole, o forse non vale più la pena cercarle, basta sintetizzare tutto in una sola frase: quella del Catania è una stagione maledetta.

Al Friuli di Udine il migliore in campo, in senso assoluto, è stato il portiere di casa Simone Scuffet. Che il ragazzo avesse delle enormi qualità si è capito subito all’esordio, quando, a diciotto anni ancora non compiuti, ha esordito in serie A con la sicurezza di un veterano.

Se non interverranno cause esterne sarà lui l’erede di Buffon in Nazionale.

Questi sono i veri campioni e non i presunti tali che si affacciano alla massima serie a ventisei anni compiuti, per poi fare dire ai commentatori televisivi: “ma il Catania ce l’ha un preparatore dei portieri?

Il Catania a Udine ha giocato una gran bella partita e non meritava assolutamente di perdere, ma se in squadra non hai nessuno in grado di buttarla dentro con forza e rabbia e il portiere avversario è un fenomeno finisci inevitabilmente per perdere.

Sullo 0-0 Scuffet ha deviato contro la parte alta della traversa un tiro di Plasil, poi si è ripetuto sullo stesso Plasil, smarcato da una geniale invenzione di Barrientos, e nel prosieguo dell’azione Bergessio, anziché sfondare la porta, ha tirato debolmente consentendo a Domizzi di salvare sulla linea. Dall’altro lato l’ottimo Andujar ha salvato con tre prodezze la propria porta prima di capitolare su un colpo di testa ravvicinato di Di Natale, servito da un cross di Pereyra, sul quale il sempre mediocre Monzon non è riuscito a chiudere.

Il Catania ha reagito con rabbia, ha avuto almeno altre cinque grosse occasioni per raggiungere il meritato pareggio, ma l’Udinese, già salva e senza problemi di classifica, tutta rintanata nella propria area a difesa della “semifinale di Champions League”, e l’eccellente portierino Scuffet non hanno voluto.

Così, mentre Guarin regala al Livorno la palla del 2-2, l’Udinese difende con le unghie e i denti una vittoria che non meritava e condanna il Catania a un’ingiusta sconfitta.

Non so se il Catania ritornerà un giorno in serie A e quando ci ritornerà, mi auguro che ciò avvenga prima possibile. Se ciò un giorno dovesse avvenire spero soltanto che chi vestirà la maglia rossazzurra ricordi sempre di giocare con la massima lealtà sportiva per rispetto di tutte le squadre che partecipano al campionato. Pertanto, incontrando eventualmente il Genoa e l’Udinese, da tifoso, pretendo che i futuri calciatori rossazzurri mettano in campo la stessa grinta e cattiveria agonistica che hanno messo in campo i calciatori di Genoa e Udinese incontrando il Catania.

Per quanto riguarda Totò Di Natale si tratta di un calciatore immenso, Guidolin l’ha voluto in campo a tutti i costi per battere il Catania, sapeva i rischi a cui andava incontro. Ebbene, a causa di un affaticamento muscolare lo perderà per almeno tre partite, giusto così. Chissà, magari Di Natale salterà la gara interna che vedrà l’Udinese opposta al Livorno.

Alla fine se in sette partite si conquista soltanto un pareggio casalingo è giusto retrocedere.

Un’ultima considerazione su Maran: con la sconfitta di Udine è diventato, come media punti stagionali, il peggior allenatore del Catania dal ritorno in serie A. Ha l’orribile media di o,60 (la stessa di Atzori 9 punti in 15 gare, ma con maggior numero di partite in panchina). In 20 partite, con lui in panchina, il Catania ha conquistato appena 12 punti con la miseria di 10 punti in 10 gare casalinghe. I numeri mi dicono che nelle 5 partite casalinghe di De Canio il Catania ha conquistato 8 punti.

Insomma, peggio di Maran forse poteva fare solo Malesani, ma era già impegnato a fare retrocedere il Sassuolo.

Catania, 3 aprile 2014

Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto Manlio Grimaldi per Sport Enjoy PRoject Magazine )