Allucinante, roba da non crederci, le ultime cinque squadre in classifica perdono tutte e la quota salvezza si abbassa ulteriormente.

Non c’è fattore campo che tenga: Bologna, Livorno e Sassuolo perdono in casa, il Chievo, in superiorità numerica perde malamente a Genova contro la Sampdoria e il Catania viene travolto indecorosamente a Verona.

A questo punto meriterebbero tutte cinque la retrocessione, per il semplice motivo che stanno facendo di tutto per retrocedere.

Il solo Sassuolo ha dichiarato apertamente di voler restare in serie A e forse ci resterà.

Meglio riportare la massima serie a diciotto squadre ed evitare spettacoli indecenti come la serie A di quest’anno.

Meglio evitare di prendere in giro i tifosi, perché questo campionato altro non è stato una presa in giro per tutti i tifosi che in buona fede ci hanno creduto.

Come può avere in classifica 23 punti e retrocedere una squadra che l’anno prima arriva ottava e fa 56 punti? Può se lo vuole e il Catania di quest’anno a parole ha dichiarato di volersi salvare, mentre con i fatti ha cercato disperatamente la retrocessione.

Come il Catania il Bologna che ha venduto Diamanti sapendo bene a quali rischi andava incontro.

Il campionato di quest’anno si è rivelato una squallida farsa.

Avrei accettato sportivamente la retrocessione, figlia di sfortuna, di errori arbitrali e di infortuni se fosse arrivata con 36 punti, ma qua con 31 punti ci si salva e il Catania non ha voluto nemmeno farli.

Dopo la partita con la Lazio la squadra aveva in classifica 19 punti, col calendario favorevole che si ritrovava in undici partite avrebbe dovuto fare almeno 11 punti ad occhi chiusi e a quest’ora, visto che le altre squadre vogliono retrocedere si sarebbe ampiamente salvata.

Stendiamo un velo pietoso e non ne parliamo più.

Cosa mi ha detto la partita di Verona?

Mi ha detto che nella società attuale i calciatori guadagnano troppo, che i loro stipendi sono al limite dell’immoralità.

Mi ha detto che troppi calciatori arrivano in serie A quando a mala pena potrebbero giocare in serie B.

Per restare in tema Catania, prendiamo ad esempio Monzon, negli anni Sessanta e Settanta in Italia un calciatore simile avrebbe stentato a trovar posto persino in serie C.

In tutte le partite che è stato schierato non ha mai riportato una sufficienza da parte della «Gazzetta dello Sport».

Delle due l’una: o i giornalisti sono incompetenti e ce l’hanno con lui, oppure non merita di giocare in serie A.

Prendiamo Frison, dei trenta portieri schierati quest’anno in serie A ha dimostrato ampiamente di essere il più scarso. Ma quale promessa? Ha dimostrato di avere dei limiti tecnici difficilmente colmabili.

Ha ventisei anni compiuti, ha subito la media di due reti a partita ed è distante anni luce dal diciottenne Simone Scuffet dell’Udinese e dal giovane Marco Silvestri del Cagliari.

Prendiamo ad esempio il caso di Capuano, Alvarez e Almiron, calciatori indubbiamente validi, ma cosa hanno fatto quest’anno per meritare i loro lauti compensi?

Ci rendiamo conto delle reali difficoltà in cui versano le famiglie italiane?

Sarebbe ora di ridimensionare drasticamente i compensi dei calciatori, non dico di adeguarli alle loro prestazioni, qualcuno rischierebbe seriamente di rimanere senza stipendio, ma di adeguarli alle possibilità economiche delle società di calcio.

Sarebbe l’unico mezzo per non mettere in crisi le società, di evitare ad alcune di loro la ricerca disperata della retrocessione per motivi economici.

Cosa più importante sarebbe l’unico modo per evitare di prendere per i fondelli i tifosi.

Catania, 2 maggio 2014

Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto Manlio Grimaldi per Sport Enjoy Project Magazine )