Il Livorno becca cinque reti a Udine e dopo solo un anno saluta la serie A, il Catania, col peggior attacco del campionato, rifila incredibilmente quattro reti alla granitica difesa della Roma e, almeno per questa settimana, non è ancora retrocesso.

Difficile da spiegare quello che è successo domenica pomeriggio al Massimino.

Mi trovavo in Curva Nord e a fine gara sono stato pervaso da uno sciocco senso di colpa: quello di non aver seguito dagli spalti tutte le gare casalinghe del Catania, visto che le poche volte che quest’anno sono andato al Massimino il Catania ha sempre vinto.

Sognavo una vittoria per 3-2, il Catania ha vinto 4-1.

Non è che mi facessi illusioni: il campionato del Catania è ormai andato.

Le concrete speranze di salvezza sono notevolmente diminuite al Massimino sbattendo contro i due legni della porta del Cagliari e poi si affievolite nella scellerata gara di Reggio Emilia contro il Sassuolo.

Eppure, con tutte le concorrenti ferme, il Catania ha avuto la possibilità di rimediare, ma non ci ha creduto o forse non ha veramente voluto, così, dopo quella contro il Sassuolo, sono arrivate altre cinque sconfitte consecutive, la più sanguinosa quella casalinga contro il Torino, con la squadra in vantaggio a una manciata di minuti dalla fine.

Sarebbero bastati solo quei tre punti contro il Torino per avere la salvezza a portata di mano, al di là del risultato della gara fra Fiorentina e Sassuolo.

Difficile ipotizzare una vittoria degli emiliani al Franchi e con 29 punti, al posto degli attuali 26, il Catania avrebbe avuto concrete speranze di salvezza.

Ma se il Catania avesse battuto il Torino in panchina ci sarebbe stato ancora Maran e con molta probabilità la squadra non avrebbe conquistato i 6 punti in 4 partite conquistati con Pellegrino.

Questo è il dato che più fa riflettere: anche se dovesse perdere le prossime due gare Pellegrino chiuderebbe con la media di un punto a partita.

Con Maran in panchina il Catania ha ottenuto la vergognosa miseria di 12 punti in 21 gare, con due sole vittorie, le stesse due vittorie ottenute da Pellegrino in appena 4 gare.

Ormai il passato è passato, inutile guardare indietro e macerarsi dentro, non si fa altro che alimentare i rimpianti.

Adesso ci vorrebbe un vero miracolo, realisticamente la salvezza al 55% è del Bologna e al 40% del Sassuolo, al Catania, ammesso che veramente lo voglia, rimane un esiguo 5%, poca cosa, ma ancora qualche piccolissimo barlume di speranza esiste.

Per prima cosa vorrei precisare che, anche se la Roma scesa al Massimino non era nemmeno lontana parente della squadra spettacolo capace di mettere una dietro l’altra nove vittoria di fila, il Catania visto contro i giallorossi è in grado di vincere a Bologna.

Sferzati nell’orgoglio, dopo la figuraccia di Verona, i rossazzurri per tutto l’arco dell’incontro hanno lottato su ogni pallone e, dal momento che il livello tecnico della squadra non è da retrocessione, i risultati si sono visti.

Tutti a chiederci perché questa squadra non ha giocato con la stessa grinta contro il Torino?

Nonostante la vivace (e giusta) protesta dei sostenitori della Curva Nord e i fischi assordanti che hanno accolto la squadra, sia nella fase di riscaldamento che all’ ingresso sul rettangolo di gioco, dalle prime battute di gioco si è capito subito che in campo era sceso un Catania determinato a non fare cattiva figura.

Nei primi venti minuti  c’è stato solo il Catania, ma mancava il gol.

Ne sono arrivati due dai piedi del calciatore più attaccato ai colori rossazzurri: Mariano Izco, al termine di due manovre belle e convincenti.

La rete in chiaro fuorigioco dell’eterno Totti, su sponda di testa di Florenzi, è servita solo a creare un po’ di spavento e nulla più.

Nei primi venti minuti della ripresa la Roma ha fatto solo sterile possesso palla e il Catania ha chiuso la partite prima con Bergessio, lesto a ribadire in rete una respinta di De Sanctis su bolide di Leto e  poi con un capolavoro di Barrientos.

La Roma che in questo campionato per 20 gare su 35 aveva chiuso con la porta inviolata e solo in tre occasioni aveva subito più di una rete ne becca in un sol colpo 4 dalla squadra che prima dell’incontro vantava il peggior attacco della serie A.

Adesso il Catania non è più ultimo, ha segnato 30 reti contro i soli 27 del Bologna, ha incassato meno reti del Sassuolo e ben 10 reti in meno del Livorno. Fra le squadre in lotta per la salvezza è quella che ha fatto più punti (24) fra le mura amiche.

Insomma dopo questa vittoria diventa difficile non voltarsi indietro e pensare a quello che tranquillamente poteva essere e non è stato.

Catania, 4 maggio 2014

Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto Manlio Grimaldi per Sport Enjoy Project Magazine )