La serie A è la serie B sono sue pianeti distanti fra di loro anni luce, due cose totalmente differenti. La riprova alle mie affermazioni, qualora fosse necessaria una riprova, è data dalle prestazioni e dal rendimento di alcuni calciatori. Tanto per rimanere in ambito delle cose a noi familiari prendiamo come esempio tre calciatori che in serie A hanno vestito la maglia del Catania: Mirko Antenucci, Giulio Ebagua e  Souleymane Doukara.

Ebbene, il primo a Catania si è fatto notare soltanto per la sua presunzione e per il suo eventuale rifiuto a rivestire i colori rossazzurri, ma chi lo voleva?

L’esperienza di Antenucci col Catania in serie A è stata impalpabile: 19 presenze in tre anni e un sola rete nella stagione 2010-2011, quando ha trasformato uno dei due fasulli calci di rigore (l’altro è stato messo a segno da Mascara) che hanno consentito al Catania di superare al Massimino, senza molti meriti, il Parma. ( A proposito di rigori quest’anno il vento è cambiato: al Catania negati quelli netti, alla rivale Chievo regalati quelli inesistenti)

Diciannove presenze in cui non ha quasi mai visto la porta e ha fornito un rendimento inadeguato per la serie A.

Eppure Antenucci, pur non essendo un calciatore in grado di fare la differenza nemmeno in serie B, visto che la sua squadra si è salvata a stento dalla retrocessione, nella Ternana la sua bella figura l’ha fatta.

In questa stagione fra i cadetti con la maglia rossoverde ha segnato ben 19 reti, 7 delle quali su calcio di  rigore, e alcune reti sono state davvero spettacolari.

Peggio di lui a Catania ha fatto Giulio Ebagua che nelle tre presenze in maglia rossazzurra non ha toccato palla, anche lui fra i cadetti è riuscito a imporsi segnando 17 reti lo scorso anno col Varese e 13 quest’anno con lo Spezia. Trenta reti in due campionati, alcune da applausi.

Che dire del giovane Souleymane Doukara? A Catania faceva ridere, mentre quest’anno con le vespe della Juve Stabia, nello squallore generale della sua squadra che ha avuto soltanto in Fabio Caserta (una nostra vecchia conoscenza) l’unico calciatore di gran classe, non ha sfigurato.

Tutto questo perché un conto sono gli smaliziati difensori di serie A che alla forza fisica e alle scorrettezze (vedi Chiellini) abbinano un buon tasso tecnico, un conto sono i troppo giovani difensori o gli ormai vecchi difensori di serie B che, quando sbagliano, in un buon 70% dei casi, sono graziati dagli errori degli attaccanti.

A proposito ritornando ad Antenucci ha segnato ben 12 reti su azione ma ha fatto registrare almeno 30 occasioni di reti clamorosamente sbagliate.

Allora per ritornare subito in serie A al Catania servono calciatori in grado di fare, sin dalla prima partita, la differenza.

La dirigenza ha confermato Leto e, secondo il mio parere, il Leto visto nell’ultima parte della stagione (purtroppo solo in quella) è adatto alla causa del Catania. È rimasto anche Capuano, ebbene il Capuano della gara disputata contro l’Atalanta, anche da centrale, servirà molto la Catania.

Data per scontata la partenza di Bergessio, il problema principale diventa la punta centrale.

Fra i cadetti i più forti in assoluto, secondo me, sono: Pavoletti del Varese, Babacar del Modena e Galabinov dell’Avellino, tutte e tre in grado di emergere anche in serie A (pensiamo ad esempio ad Immobile esploso nel Pescara sotto la direzione di Zeman).

Pavoletti ha segnato 19 reti, come Antenucci, ma con due soli calci di rigore, a differenza di Antenucci (che ha 28 anni) ha ampi margini di crescita e può giocare ad occhi chiusi in serie A.

Difficile si possa arrivare a Babacar, vera forza della natura, appetito da tantissime squadre di massima serie.

Non mi dispiacerebbe Galabinov, dotato di gran classe e con margini di crescita.

Se dovessi scegliere direi Pavoletti, oppure potrei optare per il non più giovane Emanuele Calaiò, calciatore da serie A che in B ( infortuni a parte) farebbe davvero la differenza.

Catania, 6 giugno 2014

Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto budriopress.com alla voce Serie A )