L’uomo e il cane : parallelismi e intrecci nel concetto di capobranco……………
Dal mondo degli animali al mondo degli umani.
Una guida unica del branco deve sempre esistere e la deve assumere colui il quale sa gestire le risorse, sa affrontare le situazioni e sa effettivamente guidare il gruppo. Tutti nel gruppo “servono” a qualcosa,ma ce ne è uno che ha un ruolo di rilevanza.
L’uomo vuole essere un capobranco e deve poter essere il capobranco perchè se lascia che lo sia il cane si vengono a creare delle situazioni negative per entrambi: i cani per natura non desiderano essere necessariamente il leader del gruppo..scalare il grado sociale sì,ma non per questo divenire il “capo”…Ma se vedono che l’umano non sa ricoprire il ruolo oppure pur non volendo gli fa capire di essere inadatto (ad es. attraverso la gestione delle iniziative e delle risorse,poi attraverso la mancanza di coerenza e tranquillità) allora il cane assume questo ruolo anche se controvoglia (il ruolo di leader non è facile)…Dopodichè si creano situazioni spiacevoli in quanto l’umano in realtà si sente il leader e mette in atto comportamenti contraddittori per il cane: a volte le persone danno involontariamente al cane la possibilità di guidare il gruppo e di proteggerlo,di controllare le risorse e le relazioni del gruppo con l’esterno,poi altre volte pretendono di gestirlo e condurlo in certi casi addirittura con la forza,quando un buon capobranco non ha bisogno di forza x assumere un ruolo di rilevanza. Ovvio che se qualcuno di questi passaggi viene a mancare allora quel famoso capobranco perde di credibilità al punto di non venire più rispettato, risultare incapace agli occhi del branco ponendosi di conseguenza il problema della sua sostituzione con elemento capace di godere del rispetto di tutti.
L’uomo vuole essere un capobranco e deve poter essere il capobranco perchè se lascia che lo sia il cane si vengono a creare delle situazioni negative per entrambi: i cani per natura non desiderano essere necessariamente il leader del gruppo..scalare il grado sociale sì,ma non per questo divenire il “capo”…Ma se vedono che l’umano non sa ricoprire il ruolo oppure pur non volendo gli fa capire di essere inadatto (ad es. attraverso la gestione delle iniziative e delle risorse,poi attraverso la mancanza di coerenza e tranquillità) allora il cane assume questo ruolo anche se controvoglia (il ruolo di leader non è facile)…Dopodichè si creano situazioni spiacevoli in quanto l’umano in realtà si sente il leader e mette in atto comportamenti contraddittori per il cane: a volte le persone danno involontariamente al cane la possibilità di guidare il gruppo e di proteggerlo,di controllare le risorse e le relazioni del gruppo con l’esterno,poi altre volte pretendono di gestirlo e condurlo in certi casi addirittura con la forza,quando un buon capobranco non ha bisogno di forza x assumere un ruolo di rilevanza. Ovvio che se qualcuno di questi passaggi viene a mancare allora quel famoso capobranco perde di credibilità al punto di non venire più rispettato, risultare incapace agli occhi del branco ponendosi di conseguenza il problema della sua sostituzione con elemento capace di godere del rispetto di tutti.
Catania, 13 novembre 2014
Michael Grimaldi per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte web e fonte foto google immagini orsamaggiorevet.it )
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