Per il Catania ci vorrebbe un destino sadico. Come?

Avete capito bene, perché il Catania ha dimostrato di essere talmente masochista che solo un destino sadico potrebbe salvarlo.

In che senso? Mi spiego meglio: dice il masochista al destino sadico: “Ti prego, fammi del male, fammi del male…”

Risponde il destino sadico: No!

Primo grande esempio di masochismo: Pellegrino atto primo: un punto in tre partite, con solo una gara interna. Troppo poco per giudicarlo, troppo poco per licenziarlo.

Licenziando Pellegrino  si ammette a chiare lettere che confermarlo anche in serie B è stato un grave errore.

Secondo grave esempio di masochismo: Sannino sostituisce Pellegrino, e pur in condizioni oggettive di gravi difficoltà la squadra ritrova il gioco e si mantiene a galla. Alla vigilia della gara casalinga col Brescia, una partita che si doveva, si  poteva e probabilmente si sarebbe vinta, Sannino viene messo alla porta (un allenatore non dà mai le dimissioni, quando dà le presunte dimissioni avviene solo se non sussistono le condizioni minime per rimanere).

Pulvirenti sconfessa se stesso e richiama Pellegrino.

Pellegrino atto secondo: un punto in tre partite, con due gare interne. Adesso ce ne è abbastanza per affidare la squadra a un altro tecnico.

Sannino (forse) se la ride, i veri tifosi piangono e all’insegna del più completo autolesionismo il Catania è finito al terz’ultimo posto in classifica, ma, se consideriamo che il Latina che sta un punto sotto e il Cittadella che ne ha due in meno hanno disputato rispetto ai rossazzurri una gara in meno fra le mura amiche, il Catania ha la peggiore classifica di tutta la serie B.

Adesso la società si faccia un sereno esame di coscienza e, almeno questo, compia tutti i tentativi possibili per salvare la serie B, altrimenti il destino sadico potrebbe anche intenerirsi e al “fammi del male” risponda sì.

Nessuno si illuda che la permanenza del Catania in serie B sia una cosa facile e un atto dovuto, perché in questo momento la squadra rossazzurra è la peggiore della serie B e se non si corre in fretta ai ripari la retrocessione diventerà qualcosa in più di un’orribile ipotesi.

Alla lettura delle formazioni ufficiali delle due squadre la domanda è sorta spontanea: ma dov’è finito il Catania? Fuori causa, non per scelta tecnica, ma per infortuni e squalifiche, in ordine alfabetico: Almiron, Capuano, Chrapek, Escalante, Gyomber, Leto, Martinho, Peruzzi, Rinaudo, Rosina e Spolli.

Troppi undici giocatori, in pratica un’intera squadra di potenziali titolari.

Al Massimino per l’ultima giornata del girone d’andata si sono presentati le formazioni di Catania e Carpi, quest’ultima una squadra vera nel significato intrinseco del termine, la prima, invece, fatta da undici atleti messi assieme che indossavano i gloriosi colori rossazzurri.

Primo tempo assolutamente mediocre e spettacolo davvero scialbo per i pochi spettatori in un Massimino desolatamente vuoto.

Il Carpi inizia la gara giocando come il gatto con il topo (che tristezza) e decide di non affondare i colpi.

La capolista controlla senza nessuna difficoltà la gara contro una squadra che dopo la partita odierna potrebbe avere in classifica meno della metà dei suoi punti. Cosa che, puntualmente ed inevitabilmente, si realizza.

Pochissime le emozioni: al 12’ un tiro dalla distanza di Letizia con mira del tutto sbagliata

Al 19′ schema su calcio piazzato della capolista che libera in area Mbakogu il quale tenta in acrobazia, ma non trova lo specchio della porta.

Al 41′ cross di Pasciuti con Frison che compie il solito errore (almeno uno per gara) bucando l’intervento, ma nessuno dei calciatori ospiti in area riesce ad approfittarne.

Nella ripresa, al 55′, Pellegrino decide di sostituire Rossetti con Çani (mossa incomprensibile).

Il Carpi decide, invece che è arrivato il momento di passare in vantaggio e ci riesce senza nessuna difficoltà: siamo al 56’ lancio profondo per Mbakogu che anticipa i difensori, lavora bene il pallone e lo serve per Bianco che, secondo schema di squadra, serve l’accorrente Di Gaudio il quale in posizione defilata sorprende Frison. Per il portiere rossazzurro gli errori e le incertezze palesate in tutto il  campionato sono diventati davvero tanti.

Qualcuno dei giocatori rossazzurri dimostra di essere attaccato alla maglia e ci prova: al 63′ tiro-cross di Calaiò con l’impeccabile Gabriel, non per niente è il portiere della squadra che sta in testa, che si supera per evitare il tap-in vincente di Çani.

Il Carpi decide che non è il caso di rischiare di subire il pareggio da una squadra che occupa i bassifondi della classifica e raddoppia: all’81’ Struna serve il nuovo entrato Inglese che si libera di Rolin con la stessa facilità avuta da Sgrigna quattro giorni prima. Il sinistro dell’attaccante è preciso.

Calaiò ci tenta ancora al 93’ ma Gabriel è il portiere della capolista e vola a deviare in angolo.

Dopo il triplice fischio Monzon visto che nessuno nella gara odierna si era fatto espellere, decide di mantenere la tradizione e si fa cacciare fuori.

Il Carpi continua a volare e mantiene 9 punti di vantaggio su Bologna e Frosinone secondi in classifica.

Il Catania continua a sprofondare e cade ancora giù, più giù, al terz’ultimo posto dove c’è la retrocessione diretta, senza nemmeno passare dai play. off, predona temi continuo a sognare, dai  play out!

CATANIA-CARPI 0-2

MARCATORI: 56′ Di Gaudio, 81′ Inglese

CATANIA (4-3-3): 1 Frison; 28 Parisi, 15 Sauro, 5 Rolin, 18 Monzon; 39 Odjer (dal 70′ Gallo), 8 Escalante, 16 Calello, 34 Rossetti (dal 54′ Çani), 9 Calaiò (C), 19 Castro (dall’ 87′ Piermarteri). Allenatore: Pellegrino. A disposizione: 22 Terracciano, 12 Ficara, 41 Scapellato, 13 Garufi, 27 Jankovic, 30 Di Grazia

CARPI (4-4-1-1): 22 Gabriel; 13 Struna, 23 Suagher, 6 Gagliolo, 3 Letizia; 11 Di Gaudio (dal 68′ Lasagna), 17 Porcari (C), 8 Bianco, 19 Pasciuti (dal 68′ Poli), 20 Lollo, 10 Mbakogu (dal 79′ Inglese). Allenatore: Castori. A disposizione: 12 Maurantonio, 4 Sabbione, 18 De Silvestro, 14 Gatto, 24 Mbaye, 27 Embalo.

Catania, 30 dicembre 2014

Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto google immagini antoniodipietro.it )