Catania: quando la prudenza non è mai troppa.

Ad eccezione di rari e, purtroppo, ormai ben documentati episodi, non ho mai creduto nella malafede degli arbitri. Sostengo con convinzione che possono sbagliare, alla stessa maniera che un portiere sbaglia una respinta o un’uscita, o un attaccante sbaglia una rete apparentemente fatta.

Attenzione, però, più i calciatori sbagliano più dimostrano le loro carenze tecniche e più sono carenti dal punto di vista tecnico e caratteriale più subiscono il cosiddetto condizionamento psicologico, dimostrandosi incapaci di reagire alle circostanze negative.

Lunedì, contro il Crotone, il Catania ha avuto la sfortuna di imbattersi in un arbitro fra i peggiori in circolazione dal punto di vista tecnico e, proprio perché scarso dal punto di vista tecnico, e anche caratteriale, soggetto più di altri a subire il condizionamento psicologico.

In primo luogo una nota negativa la merita il designatore Farina,  tristemente famoso dalle parti del Massimino, che lo prese vistosamente in giro circa sette anni fa (febbraio 2008) per aver convalidato in un Catania- Inter una rete di Cambiasso in chiaro fuorigioco che, ad eccezione sua e del suo collaboratore, tutto il mondo vide. E la merita per aver mandato per una gara così importante un arbitro debuttante e per di più scadente.

L’altra nota negativa la merita Sacchi di Macerata che già in Lega Prof ha fatto parlare (male) di sé. Andrebbe fermato per almeno sei – sette gare, se non fosse che il designatore è proprio quel Farina che l’ha mandato al Massimino.

Il signor Sacchi, probabilmente condizionato psicologicamente da tutto il trambusto creato sulle piccole squadre dal direttore generale dell’Ischia Isolaverde Pino Iodice, che personalmente considero un delatore e non certo un eroe, ha fatto di tutto per non fare vincere il Catania, negando ai rossazzurri tre rigori chiari come il sole, consentendo ai calciatori ospiti evidenti falli e fischiando dei fuorigioco, spesso inesistenti.

Io direi al caro signor Sacchi di Macerata o della sezione di Ravenna che sia: ma lo sa o no che quando un calciatore simula un fallo in area va ammonito? Se non ha ammonito Maniero significa che non ha ritenuto che stesse simulando e allora per quale oscuro motivo non ha concesso il calcio di rigore?

Ma, disastrosa direzione arbitrale a parte, il Catania ha avuto lo stesso il torto (o la sfortuna) di non vincere contro l’ultima in classifica.

Ragione per cui anche nella gestione Marcolin, quella del «Catania 2», con 7 punti in 4 gare, il bilancio, seppur discreto, non può dirsi esaltante. E non lo è per il semplice motivo che 3 gare su 4 si sono giocate al Massimino, contro avversari di livello non eccelso che occupavano, come il Catania, la parte destra della classifica.

Allora sarebbe opportuno frenare certe dichiarazioni e scegliere la saggia strada della prudenza, perché la prudenza non è mai troppa.

Continuo a leggere, senza soluzione di continuità, alcune dichiarazioni che parlano di promozione come obiettivo prioritario.

Secondo il mio modesto parere, sarebbe meglio evitare certe affermazioni, perché se poi non sono suffragate dai fatti, finiscono per costituire un pericoloso boomerang.

Domenica il Catania si recherà a Pescara, e la gara con i biancoazzurri costituirà un banco di prova davvero importante.

Continuare a non far punti fuori casa significherebbe rendere ancora più vuote e prive di significato le parole cariche di  ambiziosi propositi.

All’andata, pur privi di Maniero, gli abruzzesi misero in mostra un bel gioco collettivo e alcuni giocatori di grandi potenzialità come Bjarnason, Melchiorri, Politano e Pasquato.

Vincere a Pescara non sarà certamente facile, ma il Catania, il cui calendario assegna da qui alla fine del campionato soltanto 7 gare in casa e 10 trasferte, ci deve provare.

La prossima sarà una giornata determinante per tante squadre, oltre   Pescara – Catania, spiccano diversi incontri e alcuni potrebbero già anticipare alcuni verdetti, come ad esempio Bari – Lanciano, con il Bari che se non vince si dovrà rassegnare a lottare per non retrocedere e con il Lanciano, in caso di sconfitta, che rischia di finire fuori dalla griglia play off.

Le due gare più delicate vedono in campo proprio  le due squadre siciliane: Trapani – Varese ci dirà se i lombardi, sul cui capo incombe un’altra penalizzazione, possono ancora salvarsi o se devono rassegnarsi a una retrocessione. Ma ci dirà, soprattutto se il Trapani, dopo il pareggio di Chiavari, ha superato la sua lunga crisi. Per i granata non vincere significherebbe essere risucchiati nella lotta per non retrocedere.

Quella lotta dalla quale il Catania cercherà di uscire al più presto, ma per farlo ha bisogno di vincere a Pescara.

Catania, 20 febbraio 2015

Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto google immagini