A tutto c’è un limite……………. di Tino La Vecchia
A tutto c’è un limite
Forse a farlo di proposito la stagione del Catania non sarebbe riuscita così nera. Anzi, ad essere precisi, le ultime due stagioni.
Non si capisce come una società sana, con un organico valido, che nel maggio del 2013 e non un secolo fa, chiudeva il suo campionato all’ottavo posto in serie A, nello spazio di appena ventidue mesi si possa trovare sull’orlo della Lega Prof.
Forse per capirne le ragioni, per indagare sui motivi, ci vorrebbero Sherlock Holmes e il Commissario Maigret. Nessuno capisce esattamente cosa sia successo, tanti avanzano ipotesi fantasiose e succedono le cose più imprevedibili.
Dal malcontento si è passati ai gesti estremi: una busta contenente una lettera con due proiettili e con minacce di morte al presidente del Catania, Antonino Pulvirenti. è stata recapitata presso il centro sportivo di Torre del Grifo. Nel contempo sui muri della città sono apparse diverse scritte contro la dirigenza rossazzurra e, in particolar modo contro il presidente Pulvirenti invitato ad andarsene. Per far posto a chi? Forse a qualcuno sfugge che il Parma, salvato in maniera oltremodo vergognosa dalla Lega di serie A, rischia di ripartire dalla IV serie. A qualcuno sfugge che per un Catania in difficoltà, con la legge «dei due pesi e delle due misure» che impera nel calcio italiano, non ci sarebbe alcuna pietà.
Io mi chiedo che interesse avrebbe avuto Pulvirenti a portare la squadra prima in serie B e poi in Lega Prof? Ammesso che il suo disegno sarebbe stato quello di vendere la società, non sarebbe stato deleterio e dannoso al massimo deprezzarla?
Le proteste dei tifosi sono sacrosante.
Come tutti i tifosi sto soffrendo la situazione che il Catania sta vivendo, con il rischio concreto di finire in Lega Prof ad appena 10 giornate dalla fine del torneo di serie B. Ma a tutto c’è in limite.
Con grande senso di superficialità il Catania è partito per “ammazzare” il campionato, non capendo che per prima cosa nel campionato di serie B bisogna correre. Sono stati fatti errori in quantità industriale.
Per prima cosa se si decide di affidare la direzione tecnica a Maurizio Pellegrino non si può licenziarlo dopo appena 3 partite, non è né giusto, né serio. Licenziato Pellegrino il Catania ha avuto la fortuna di mettere le mani su un tecnico bravo, preparato ed esperto come Beppe Sannino.
Sotto la guida del tecnico di Ottaviano il Catania si era ripreso portandosi alla 15^ giornata, dopo la vittoria interna sul Latina, a sole 3 lunghezze dai play off.
A questo punto la società ha continuato ad ignorare ciò che anche «la cieca di Sorrento » vedeva: la squadra aveva grossi limiti atletici , si “rompevano” uno due calciatori a partita e Sannino faceva i salti mortali per mettere in campo una formazione valida. Anziché tenere duro fino alla fine del girone d’andata e seguire le eventuali indicazioni del tecnico sono bastate prima l’ingiusta sconfitta di Terni, poi due papere di Frison a Livorno per mettere in discussione tutto il suo lavoro e mandarlo via.
Riaffidando la squadra a Pellegrino si sono persi punti preziosi perché il tecnico siciliano sapeva di essere “pro tempore” e nella gara casalinga contro il Brescia non ha avuto nemmeno fortuna.
Dopo aver messo da parte Pellegrino, a gennaio è stata compiuta una vera e propria rivoluzione, in certi casi buttando come si dice in gergo “con l’acqua sporca anche il bambino”. Mi chiedo, ad esempio, se era necessario far scaldare a Spolli la panchina della Roma. Ma a gennaio, forse è stato fatto l’errore più grande della stagione perché la squadra è stata affidata a uno dei tecnici meno adatti che c’erano in circolazione: Dario Marcolin.
Salutato come uno “stratega” Marcolin non ha mai dato l’impressione di essere l’allenatore giusto per portare in alto il Catania.
Preceduto come tecnico da una carriera insignificante, esonerato da tutte e tre le squadre professioniste che ha guidato, ovvero dal Monza, dal Modena e dal Padova, in cui ha raccolto solo 1 punto in sei giornate, Marcolin, chissà per quale oscuro motivo, è stato ritenuto adatto per tirare il Catania fuori dai guai. Esser stato il vice di Cosmi e di Siniša Mihajlović gli avrà pur lasciato qualcosa. Dario Marcolin ancora è molto giovane, è una persona seria e può anche darsi che riesca a far esperienza e diventare anche un tecnico molto valido, allo stato attuale, errori tecnici a parte, (che comunque commettono tutti i tecnici) non è stato in grado di infondere alla squadra quello spirito combattivo e quella determinazione necessarie per far punti e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Le cifre ci dicono che il Catania dovrebbe finire in Lega Prof e, a questo punto del campionato, lo meriterebbe ampiamente.
Ma, come ho già avuto modo di scrivere, il Catania, nonostante i considerevoli rischi, non finirà in Lega Prof, almeno non dovrebbe finirci, per tutta una serie di motivi. In primo luogo le giuste penalizzazioni inflitte al Varese e al Brescia hanno di fatto decretato la retrocessione delle due squadre lombarde, entrambe appaiate in classifica all’ultimo posto con 27 punti.
In secondo luogo non ci dovrebbe finire per il calendario delle dieci giornate in programma, infine, per il potenziale tecnico delle compagini in lotta. I 4 punti di penalizzazione che sono stati inflitti al Varese e i 6 al Brescia porteranno le due squadre a “mollare”. Il Catania dovrà affrontare fuori casa fra due turni il quasi retrocesso e demotivato Varese, nella penultima trasferta il Brescia, presumibilmente già retrocesso.
Queste due probabili vittorie esterne dovrebbero togliere la squadra dai guai. Fra le gare casalinghe la più importante, verosimilmente, sarà il confronto diretto che disputerà alla 37^ contro la Ternana la squadra che, almeno sulla carta, mi appare, dopo Varese e Brescia, come la candidata più seria alla retrocessione diretta.
Relativamente alle ultime 8 gare se il Catania con 5 pareggi e 3 sconfitte ha fatto male, ancor peggio ha fatto la Ternana, in considerazione che i rossazzurri hanno disputato 3 gare casalinghe (comunque solo due miseri pareggi) e 5 gare esterne (3 pareggi e 2 sconfitte), mentre gli umbri hanno giocato 4 volte al Liberati, vincendo solo col Brescia e perdendo le altre 3 gare.
Il Catania non vince da otto turni, con l’aiuto dei suoi meravigliosi tifosi deve pensare a battere al Massimino il non irresistibile Avellino, poi vincere contro il quasi retrocesso Varese e poi vincere il derby contro il Trapani. Bisogna star calmi e sperare che la fortuna non continui a girarci le spalle perché vincere tre gare consecutive non è un’impresa proibitiva.
Fra tre gare la classifica per il Catania potrebbe essere totalmente diversa da quella attuale e quest’anno potrebbe servire per non commettere più gli stessi errori. A partire dalla scelta del nuovo allenatore.
Catania, 26 marzo 2015
Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine
( Fonte foto google immagini tuttocalciocampano.it )
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