Il San Pietro Clarenza conosce il primo stop nel suo primo campionato di seconda categoria; dopo due vittorie esterne su due gare disputate ed il vantaggio dopo appena 4 minuti di gara sembrava profilarsi la terza vittoria fuori dalle mura amiche anche perchè i ragazzi di Domenico Messina avevano in mano il pallino del gioco ed invece è bastato un episodo a far cambiare tutto e quindi dal vantaggio si è passati all’inopinata sconfitta. Ma andiamo con ordine e cominciamo dall’inizio.

Comincia la partita e la formazione del Città di San Pietro Clarenza vede fra le proprie fila schierati Riccardo Federici nel settore di difesa e Andrea Ravalli nel settore offensivo. Neanche il tempo di cominciare , appena 4’ , e in area della Massiminiana viene steso il febbricitante Marco Bruno ; l’arbitro senza esitazione assegna il rigore. Sul dischetto si presenta Andrea Ravalli , il valore aggiunto di questa squadra, con il risultato di portiere da una parte e pallone dall’altro . Sulle ali dell’entusiasmo sembra che il Città di San Pietro Clarenza sia padrone del campo ma un rigore netto non assegnato ai padroni di casa ( un difensore si sostituisce al portiere )cominciava a segnalare aria di cambiamento ( pur nell’episodio fortunato ). E questo perchè in qualche maniera nell’immediato l’arbitro dava qualche punizione magnanima ai giallorossi di casa con il risultato di dargli vigore e spinta offensiva , di contro gli ospiti del Città di San Pietro Clarenza indietreggiava vivendo con il timore che al minimo contatto in area ci sarebbe scappato il rigore “riparatore”. Ma ecco il famoso episodio di cui vi parlavamo e che ha decisamente influenzato la gara: con palla distante il n° 10 locale colpiva al volto il giocatore Riccardo Federici che stramazzava al suolo, il direttore di gara non si accorgeva di nulla e solo alle veementi proteste degli ospiti stoppava il gioco; il n° 6 Federici, sanguinante al volto, decideva di farsi giustizia da sè con il risultato di rimediare la giusta espulsione per fallo di reazione ma il direttore di gara intuiva chiaramente che la reazione così rabbiosa aveva sicuramente più che una giusta motivazione e espelleva giustamente l’autore del vile ed antisportivo gesto. In vantaggio e senza centrale di difesa, mister Messina decideva giustamente di guardarsi le spalle e fare entrare un difensore e levare dal campo il febbricitante e infortunato ( a seguito della botta rimediata nell’occasione del fallo di rigore ) Marco Bruno. Purtroppo la squadra ospite man mano si disuniva e concedeva opportunità ai locali che mancavano il gol grazie alle parate di Bara che si opponeva in più di una occasione ad uno scatenato Armando Mazzaglia fino a capitolare: toccava sempre a Mazzaglia, lasciato colpevolmente solo, mettere dentro  ad un passo dalla porta. 1 – 1 e tutti al riposo .

Il secondo tempo vede sempre un Città di San Pietro Clarenza sempre più sfilacciato, con un Ingo lasciato solo in bocca alla difesa della Massiminiana e un Andrea Ravalli, spremuto e giustamente sostituito. Ancora un episodio condanna definitivamente: un innocuo pallone lanciato alla “viva il parroco” da parte di difensori locali viene valutato male dal portiere Agatino Bara, che fino a quel momento aveva più volte salvato la sua squadra, lo stesso in frettolosa e immotivata uscita incespicava e sembrava sprofondare sul terreno che è come se si fosse aperto ai suoi piedi, cadeva inopinatamente a terra e si vedeva superare dal pallone e non solo, anche da quell’indiavolato di Mazzaglia che si ritrovava un pallone comodo comodo da spingere in rete. Poi più nulla ad esclusione di una conclusione di Denny Sciuto per gli ospiti e risposta del portiere locale. Ma il risultato non cambia e sostanzialmente parrebbe anche giusto, seppur deciso e determinato dai due episodi raccontati.

Il Città di San Pietro mastica amaro e cercherà di fare tesoro di questa gara e suoi aspetti

Catania , 9 novembre 2015

Michael Grimaldi per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto Manlio Grimaldi per Sport Enjoy Project Magazine )