Tre settimane fa il Catania batteva con grande merito il Martinafranca e toccava quota otto punti in classifica, ma con i suoi 17 punti conquistati sul campo era la squadra leader. Tre partite dopo, reduce da tre vittorie consecutive, vola in testa la Casertana con 24 punti, mentre il Catania, complice l’ulteriore penalizzazione di due punti, si ritrova in classifica ancora con lo stesso punteggio.

Da punto di vista dei risultati non è un momento bello per la squadra rossazzurra. Del mese in corso, fin adesso, tutto si può dire meno che sia stato… un bellissimo novembre.

In circostanze normali, analizzando le ultime tre gare, si sarebbe parlato di semplici battute d’arresto dopo una partenza lanciata, ma il Catania non vive in “circostanze normali”.

Undici punti di penalizzazione in un campionato a diciotto squadre, quindi composto da complessivi trentaquattro turni, sono troppi.

Se la superiorità del Catania rispetto a tante squadre è talmente evidente da non fa correre alcun minimo pericolo riguardo la salvezza, non è così evidente e marcata da poter far sperare in una promozione diretta (senza penalizzazione la Casertana sarebbe lo stesso 5 punti avanti), tutt’al più si può sperare in un inserimento in zona play off che, rimanendo l’attuale penalizzazione, avrebbe lo stesso il valore di una grande impresa.

Dopo la sconfitta incredibile di Castellamare di Stabia e il pareggio nel derby con l’Akragas il Catania sperava di ritornare alla vittoria espugnando il terreno del Messina. Impresa non facile visto che i peloritani occupavano (e continuano ad occupare) il secondo posto in classifica con 19 punti (sul campo uno in più del Catania) e si presentavano come squadra rivelazione del campionato.

Il campo ha detto che il Messina è una squadretta e nulla più, fatta da tanti ragazzotti volenterosi, ben organizzata a centrocampo e in difesa (in casa ha subito solo una rete), ma debole in attacco.

Per quel che si è visto oggi il Messina non è assolutamente in grado di puntare alla promozione diretta e persino il quarto posto, valevole per i play off, ammesso che il girone C di Lega Prof consenta alla quarta in classifica la partecipazione, rimane una chimera. Insomma i peloritani possono aspirare soltanto a una salvezza tranquilla, il resto, se non interverranno consistenti cambiamenti in organico nel mercato di gennaio, appare «fantacalcio.»

E il Catania? Il Catania ha ben altre potenzialità rispetto al Messina, ma, come già detto, non vive in una “situazione normale”, tanto che persino il pareggio esterno sul campo della seconda in classifica appare come una “mezza sconfitta”, visto che la squadra resta inchiodata al fondo.

Nell’atteso derby fra Messina e Catania, l’unica squadra a tentare la vittoria è stata quella rossazzurra, il Messina la vittoria la voleva alla vigilia della gara, ma solo a parole, visto che all’atto pratico, sul campo, ha giocato soltanto per non perdere.

Il Catania ha avuto qualche buona occasione per passare in vantaggio ma poi si è adeguato al pareggio senza correre rischi.

Alla fine è venuto fuori il risultato più prevedibile e più scontato, uno zero a zero poco spettacolare.

Ad aprire le ostilità è stato il Catania al 4’ con un rasoterra di Russotto parato a terra da Berardi. Risponde il Messina sessanta secondi dopo con Cocuzza che per poco non approfitta di una distrazione collettiva della difesa rossazzurra.

All’8’ Russotto cade malamente e si procura una brutta lussazione alla spalla sinistra, gli subentra Plasmati.

Al quarto d’ora doppia occasione per il Catania: Plasmati appoggia per Calderini che, poco fuori area, lascia partire una forte conclusione, Berardi para ma non trattiene e Plasmati, da buona posizione, calcia sopra la traversa.

La partita ristagna a centrocampo, al 35’ Plasmati reclama un calcio di rigore, ma nessuno gli aveva sparato una fucilata… e per dare un rigore al Catania devono sparare qualche colpo in area a un calciatore.

Si chiude il primo tempo senza sussulti.

Nella ripresa il copione non muta e le occasioni da rete sono quasi inesistenti, anche se è ancora il Catania a rendersi pericoloso al 75’ con Calderini che, da buona posizione, calcia sull’esterno della rete.

Manca un quarto d’ora abbondante alla fine, ma le due squadre preferiscono non rischiare più, così Amoroso di Paola, dopo ingiustificati e incomprensibili cinque minuti di recupero, decreta la fine.

MESSINA-CATANIA 0-0

MESSINA (4-3-3) Berardi; Palumbo, Parisi, Martinelli, De Vito; Giorgione, Fornito, Baccolo (dal 60’ Zanini); Padulano (dal 69’ Salvemini), Cocuzza, Barraco (dal 90’ Russo). A disposizione Addario, Burzigotti, Fusca, Frabotta, Barilaro, Bossa, Biondo. Allenatore Arturo Di Napoli.

CATANIA (4-3-3) Bastianoni; Parisi, Bergamelli, Pelagatti, Nunzella; Agazzi, Musacci (dal 52’ Russo), Scarsella; Calderini, Calil, Russotto (dall’ 8’ Plasmati, dall’ 82’ Rossetti). A disposizione Ficara, Garufo, Ferrario, Bacchetti, Lulli, Di Grazia, Barisic. Allenatore Giuseppe Pancaro.

ARBITRO Amoroso della sezione A.I.A. di Paola

AMMONITI: Calil, Parisi, Pelagatti, Russo e Agazzi tutti del Catania

Catania, 16 novembre 2015

Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine

( Fonte foto google immagini gianlucadimarzio.com )