Il Città di San Pietro Clarenza si ricompatta e cerca di diventare squadra e noi vogliamo commentarla come squadra, perché una formazione di calcio per affermarsi deve essere squadra , non 18 giocatori in campo a se stanti, non un allenatore a se stante, non una dirigenza a se stante, non un pubblico a se stante ma un tutt’uno che fa squadra. Ed ecco che vogliamo immaginare il Città di San Pietro Clarenza che da questa ultima partita prende il buono che c’è e che conta , non certo i tre punti ( che poi fanno classifica e morale ), ma tutto quello che ti può fare sterzare e rimettere le cose nel giusto senso, specialmente dopo un brutto periodo di 5 sconfitte dove l’avversario da battere non era l’undici di turno quanto lo stesso Città di San Pietro Clarenza.

Ed ecco che allora la squadra compatta ( o meglio la bozza di quella che speriamo diventi una vera squadra ) si è concentrata nello spogliatoio, la squadra compatta ha ascoltato il proprio allenatore, la squadra ha ascoltato la dirigenza nel prepartita, la squadra compatta è entrata in campo, la squadra compatta si è schierata in campo , la squadra compatta ha osservato il minuto di silenzio in memoria della nonnina di un proprio elemento, la squadra compatta è andata in svantaggio, la squadra compatta ha pareggiato, la squadra compatta ha difeso l’arbitro alla fine del primo tempo , la squadra compatta ha mostrato i denti ad avversari “prepotenti” , la squadra compatta ha segnato il gol del vantaggio, la squadra compatta ha messo al sicuro il risultato , la squadra compatta è tornata felice negli spogliatoi per il risultato raggiunto.

L’avversario ? Non importa, se sei una squadra

La squadra compatta dovrà fare tesoro di questa gara se vorrà………………

Catania, 7 dicembre 2015

Grimaldi Michael per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto pagina facebook Città di San Pietro Clarenza )