Di solito si dice che non è l’abito che fa il monaco, invece per il Catania è diventato proprio così.

Complice i dieci punti di penalizzazione, a forza di vedersi relegati nei bassifondi della graduatoria, forse, i calciatori e l’allenatore del Catania si saranno convinti di essere una squadra di centro bassa classifica che deve lottare solo per la salvezza.

Le cifre, purtroppo, confermano questa ipotesi: dopo le prime sei gare in cui la squadra ha conseguito 14 punti, ottenendo 4 vittorie e 2 pareggi, nelle restanti 16 partite sono arrivati solo 20 punti con appena 4 vittorie, ben 10 pareggi e 4 sconfitte, ovvero l’assoluta mediocrità.

Non si può spiegare altrimenti la soddisfazione di Pancaro nel dopopartita per un pareggio casalingo a reti inviolate.

L’allenatore dei rossazzurri ha dichiarato che la squadra gioca sempre per vincere, magari avrà ragione, ma chissà se ha fatto la stessa cosa nell’inguardabile prestazione di Ischia.

Anche l’allenatore dei pugliesi, Piero Braglia, negli spogliatoi ostentava soddisfazione per il pareggio ottenuto contro il Catania, ribadendo ciò che si è visto in campo, ovvero che il Lecce difficilmente potrà vincere il campionato e per i salentini non è scontata nemmeno la qualificazione ai play off, visto che in classifica sono sopravanzati da Foggia, Casertana e Benevento, squadre che sembrano decisamente più forti, senza considerare il Cosenza, impegnato in casa col Catanzaro che potrebbe sorpassarli.

Insomma, alla fine si è trattato di un pareggio quasi annunciato che ha lasciato entrambi gli allenatori soddisfatti. Un punticino utile per avvicinarsi ai rispettivi obiettivi: la salvezza per il Catania e i play off per il Lecce, nemmeno un grammo di speranza in più.

Fra Catania e Lecce ad andare più vicina alla vittoria è stata la squadra pugliese, specialmente nel primo tempo.

Al Catania, dal punto di vista dell’impegno, non si può rimproverare assolutamente nulla e, obiettivamente, si deve concedere a giocatori rossazzurri e all’allenatore l’attenuante di giocare dall’inizio della stagione in una condizione psicologica non proprio ideale.

Bisogna aver pazienza, non esagerare con le proteste e con espressioni che di certo non fanno piacere e considerare che in fin dei conti “la botte dal il vino che ha”.

E il vino del Catania è buono, ma non è di primissima qualità.

La conferma si è avuta nella gara contro il Lecce: Liverani è un buon portiere, la difesa è composta da elementi validi, ma ad eccezione di Nunzella e Bergamelli, in Lega Prof ci sono “pari reparto” più forti.

Musacci, la cui prestazione è piaciuta a Pancaro, alterna delle cose buone a giocate che lasciano perplessi, pensiamo ad esempio al solito errore che lo ha costretto al fallo di ammonizione (sembrava il replay dell’errore commesso contro il Matera) e all’inguardabile “meta” centrata nella ripresa con un tiro sbilenco da fuori area, quando sarebbe stato facile indirizzare il pallone almeno nello specchio della porta.

L’attacco è valido ma poco incisivo perché Calderini e Falcone sono troppo innamorati della palla. Quest’ultimo, ad esempio, a metà ripresa, dopo aver sottratto un bel pallone a Freddi, anziché puntare dritto verso la porta, con una serie riuscita di dribbling a rientrare, ha finito per portarsi la palla a centrocampo!

Alla fine pareggio giusto, ma il Lecce ha avuto subito una grande occasione per passare in vantaggio: al 4’ minuto di gioco Garufo ha sfiorato una palla innocua in area con un braccio. Pronto il fischio del mediocre Morreale di Roma che, come tanti arbitri, per tutta la gara ha maltrattato il Catania fischiando sempre a favore del Lecce in tutte le situazioni dubbie.

Dal dischetto il barbuto Moscardelli ha spiazzato Liverani ma ha tirato fuori alla sinistra dell’estremo etneo.

A proposito dell’arbitro, per capire meglio come sia stato trattato il Catania in tutto il campionato basta vedere quanti rigori contro sono stati fischiati alla squadra rossazzurra (alcuni ridicoli ed inesistenti) e quanti ne sono stati concessi a favore.

Comunque, scampato il pericolo il Catania al 10’ andava davvero vicino alla rete, ma l’estremo ospite, dopo una conclusione di Calil, con un guizzo, riusciva ad anticipare Falcone, pronto a ribadire in rete.

Poco dopo era Liverani a compiere un grande intervento su una conclusione ravvicinata di Moscardelli,

Al 38’ Perucchini riusciva a smanacciare sulla traversa una bella conclusione di Calil e al 43’ Liverani veniva salvato dalla traversa che respingeva un colpo di testa ravvicinato di Moscardelli.

Nella ripresa i fuochi d’artificio si spegnevano, la gara non offriva più emozioni e le squadre, pur operando qualche sporadico e timido tentativo, s’accontentavano del pareggio.

Beh, contenti loro, non contenti i 7375 spettatori e alla fine arrivavano alcune bordate di fischi.

Catania, 15 febbraio 2016

Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto google immagini corrieredellosport.it )