Uno dei modi di dire più diffusi è «Il gioco non vale la candela».                 Tutti conoscono il significato della frase, ma non tutti sanno da dove deriva. Ebbene, durante il medioevo non esistendo l’energia elettrica ci si arrangiava con le candele.

Diversi uomini trascorrevano le loro ore libere nelle taverne a bere vino e a giocare a carte. Quando un gruppetto di quattro cinque persone occupava stabilmente un tavolo, con lo scopo dichiarato di giocare a carte, l’oste richiedeva una tariffa oraria per il consumo delle candele, somma che tutti i giocatori erano tenuti a pagare in anticipo.

La conseguenza logica era quella che la posta messa in gioco da ciascun giocatore diventava consistente, altrimenti il gioco perdeva di senso. Insomma se la candela al giocatore costava, supponiamo 10, ogni giocatore doveva avere la possibilità di poter vincere 100, altrimenti, mettendo in gioco poste basse, non ne valeva la pena, perché con le eventuali vincite non ci si poteva nemmeno pagare il consumo della candela.

In tanti si chiedono il perché gli stadi italiani si sono svuotati, non tutti riflettono che il motivo principale è dovuto al fatto che gli spettacoli offerti dalle squadre in campo, tante volte indecorosi, non valgono assolutamente il prezzo del biglietto.

Si può vincere, si può perdere, ma il tutto deve avvenire all’insegna del massimo impegno e dello spettacolo.

Purtroppo, da lungo tempo il Catania è scomparso dal novero delle squadre in grado di offrire spettacolo, qualche incontro sporadico qua e là non basta a dare alla società etnea l’etichetta di squadra che ha un gioco e un progetto valido.

Così, lentamente, quasi senza nemmeno farci caso, il Catania perduto in maniera ignobile il palcoscenico che conta, è finito fra i cadetti.

Ci si aspettava il pronto riscatto, invece è arrivata un’altra incredibile retrocessione.

Toccato il fondo, si dice, che non si può far altro che risalire.

Beh! Forse il Catania non ha toccato ancora completamente il fondo…

In Lega Prof, col grande fardello della penalizzazione, dopo tre vittorie consecutive e con 4 vittorie e 2 pareggi dopo sei partite, tutti si illudono che almeno i Play off promozione possono essere centrati.

Invece, accade l’incredibile: il Catania dopo aver vinto 4 delle prime 6 partite ha vinto altre sole 4 partite nelle successive 21!

Lentamente, lentamente, il Catania, con un margine di 3 punti di vantaggio sulla zona Play out, da considerare più che ampio, visto che le squadre di bassa classifica fanno qualche punto ogni tanto, è riuscito a fare solo 3 pareggi nelle ultime 7 partite!

Moriero, subentrato a Pancaro, fin adesso ha fatto peggio del predecessore. Se continua così non ci resta che prepararci allo spareggio Play out con Martina Franca, Ischia o Melfi, senza nessuna garanzia di ottenere la salvezza.

Contro l’Akragas, tranquillo e senza rischi di retrocessioni o ambizioni di promozione in pochi immaginavano che sarebbe finita così.

10’ minuto: contatto in area fra Di Grazia e Pelagatti, l’arbitro concede il rigore.

Conteggiando l’enorme quantitativo di calci di rigore fischiati contro il Catania, per falli veri o presunti, e conteggiando i pochi calci di rigore concessi a favore del Catania e i tanti clamorosamente negati, si capisce che per gli arbitri il Catania non conta nulla, anzi è una squadra da punire alla prima occasione. Qualcuno si dovrebbe chiedere il perché di questa situazione.

Dal dischetto Madonia spiazza Liverani. Il Catania cerca di reagire ma la squadra appare lenta e senza idee.

Sul finire di tempo l’arbitro non può fare a meno di espellere il nervoso Dyulgerov e il Catania in superiorità numerica subisce il raddoppio!

Segna un gran gol Di Grazia, un calciatore dalle indubbie qualità tecniche e dalla freschezza fisica, ma la società rossazzurra a questo genere di calciatori ne preferisci altri!

Solo una squadra inesistente e senza mordente può prendere in superiorità numerica due reti, ebbene il Catania ci riesce perché al 75’ Di Grazia centra il 3-0.

Entra Lupoli e segna allì82’ quella che una volta si chiamava rete dell’onore (ma quale?).

Visto che in inferiorità numerica l’Akragas ha segnato due reti, all’85’ Bombagi pensa a farsi espellere. Infatti Nunzella, uno dei pochi a salvarsi, riesce a realizzare il 3-2, ma ormai è tardi e arriva la meritata sconfitta.

Per tornare alla vittoria il Catania forse deve aspettare la gara interna contro la Lupa Castelli Romani, squadra di categoria inferiore, nella speranza che non sia davvero tardi.

Catania, 20 marzo 2016

Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto google immagini guidaturisticaagrigento.it )