Roba da non crederci. Il Catania era reduce da tre pareggi e quattro sconfitte nelle ultime sette partite giocate e aveva vinto solo una gara delle ultime undici disputate, quella casalinga col Matera per 2-1, gara che chiudeva un ciclo positivo, iniziato dopo la rovinosa sconfitta casalinga col Benevento, fatto da 2 vittorie e 4 pareggi.

Dopo la vittoria sofferta contro il Matera il buio più totale: solo 3 punti in 7 gare, con brucianti sconfitte a Ischia e a Martinafranca, campi in cui una squadra come il Catania non può proprio perdere. A meno che la presunta corazzata di inizio torneo non sia nella realtà una modesta barchetta.

Fatto sta che il Catania dell’ultimo mese e mezzo ha rischiato davvero d’affondare ed è rimasto a galla solo perché le altre squadre che lottano per raggiungere il guado che conduce alla salvezza navigano su una zattera scassata. Così, ai rossazzurri è bastato battere il Messina, e ritrovare il successo dopo sette turni di bocconi amari, per riprendere in classifica il Monopoli, battuto nel derby casalingo con il Foggia e uscire, momentaneamente, fuori dall’inferno dei Play out.

Ormai condannata da tempo alla retrocessione diretta la Lupa Castelli Romani, ultima e staccatissima, quasi certi di disputare il Play out, Ischia, Martinafranca e Melfi, manca un’ ultima squadra da spedire agli spareggi. Sono rimasti in lotta Catania, Catanzaro e Monopoli, due si salveranno in maniera diretta e una sarà costretta agli spareggi.

Dopo aver illuso i tifosi con una partenza sprint, dopo essere usciti fuori in maniera rapida dalla zona retrocessione, prima di ricascarci in modo assurdo, almeno ottenere quel minimo per non perdere del tutto la dignità.

Le vicende societarie hanno avuto un peso, è innegabile, ma una squadra come il Catania 50 punti sul campo li deve fare ad occhi chiusi, non farli significa non essere più credibili.

A conferma di tutto questo la gara vinta contro il Messina, nel senso che il Catania non ha brillato ma ci ha messo il cuore, ha lottato e con la stessa grinta non dovrebbe essere difficile superare al Massimino la Lupa Castelli Romani, il Melfi e, in chiusura di campionato, l’Andria, squadre decisamente meno forti di quella messinese. Le tre trasferte si chiamano Foggia, Benevento e Nocera dei Pagani contro la Paganese, sulla carta molto difficili le prime due, più abbordabile la terza.

La partita è iniziata in un’atmosfera insolita per un derby, prodotta dagli spalti desolatamente quasi vuoti.

Nei primi dieci minuti non è successo niente, le due squadre sono apparse confuse e prive di idee, tuttavia il Messina, più tranquillo, è apparso più intraprendente.

Al 19’ la prima vera palla gol dell’incontro capita sui piedi di Musacci, al termine di una bella azione manovrata, ma il calciatore rossazzurro, da buona posizione calcia alto sulla traversa.

La gara non decolla, ma al 36’, a sorpresa, il Catania va in vantaggio: Calil in area viene ostacolato da Martinelli, il fallo è dubbio ma Piccinini di Forlì concede la massima punizione. Dal dischetto lo stesso insacca alla destra di Berardi, che si tuffa dal lato giusto ma non riesce a fermare il tiro angolato.

Un minuto dopo il capitano rossazzurro si fa ammonire, diffidato salterà la gara di Foggia.

Nella ripresa la gara diventa vivace e combattuta, il Messina non ci sta a perdere e spinge alla ricerca del pari. Ci va subito vicino Tavares con un tiro da fuori area che Liverani alza sulla traversa.

Al 63’ gli ospiti raggiungono il pareggio: sponda di Tavares per Ionut che va sulla destra e crossa teso al centro, entra di testa Gustavo e buca Liverani.

Nulla da dire, se non che per la sesta o settima volta il Catania subisce la stessa tipologia di rete.

Al 73’ Moriero opera un doppio cambio mandando in campo Lupoli al posto di Di Cecco, da almeno dieci minuti fermo sulle gambe e Calderini al posto di Falcone.

Il Messina insiste e sembra concretizzarsi lo spettro dell’ennesima vittoria mancata, ma al 79’ Musacci recupera un pallone e lo smista verso Russotto che trova la difesa ospite scoperta.

L’attaccante rossazzurro vola verso l’area sguarnita e con un preciso tiro all’angolino riporta il Catania in vantaggio.

Il Messina reagisce ancora, ma il Catania stringe i denti e alla fine conquista tre punti fondamentali. A fine gara i calciatori rossazzurri si raccolgono in cerchi per segnalare la loro compattezza.

Per Moriero la prima vittoria alla guida del Catania.

Catania, 25 marzo 2016

Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto google immagini mondopallone.it  )