In Sicilia il mare è sempre più blu, prima in Italia per siti balneabili A dirlo è l’Agenzia europea dell’ambiente, ma la verità potrebbe essere più torbida di ciò che si crede
In Sicilia il mare è sempre più blu, prima in Italia per siti balneabili
A dirlo è l’Agenzia europea dell’ambiente, ma la verità potrebbe essere più torbida di ciò che si crede
di Serena d’Arienzo
Arriva l’estate e con essa la voglia di mare. La stagione balneare 2016 inizierà, però, con un incentivo in più: l’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) ha reso pubblici qualche giorno fa i risultati di un monitoraggio su oltre 21mila località dell’Unione europea, Svizzera e Albania per sondarne la qualità delle acque di laghi e fiumi, oltre che lo stato delle spiagge, ponendo l’Italia al sesto posto della classifica con oltre il 90% delle aree fregiate dal vessillo di eccellenza.
Al primo posto nel Belpaese svetta la Sicilia vantando il maggior numero dei siti balneabili e con la migliore qualità delle acque in ben 733 località, a cui fanno seguito con uno stacco non da poco la Puglia con 669 aree, la Sardegna con 640, la Calabria con 588, il Lazio che si distanzia ulteriormente con la presenza di 378 siti, Liguria con 373, la Toscana ne ha 344, seguita dalla Campania (252) e dalla Lombardia (216).
Nonostante la bella notizia che arriva puntuale al debutto della bella stagione, non è superfluo attendere ulteriori verifiche da istituzioni e associazioni di riconosciuto prestigio, come Legambiente, che ogni anno ha il merito di battere l’intera Penisola in lungo e in largo per valutarne scrupolosamente i parametri di agibilità delle località di mare e lacustri, rilevando l’eventuale presenza nelle acque di sostanze contaminanti. Alla fine di un puntiglioso iter di analisi tecniche a bordo delle ormai storiche imbarcazioni Goletta Verde e Goletta dei laghi, si fa il punto delle situazione cercando di mantenere alta l’attenzione su queste tematiche.
Stando agli ultimi dati utili risalenti al Bilancio Goletta Verde 2015, su 266 campioni di acqua analizzati dal laboratorio mobile a bordo della nave, il 45% è risultato con cariche batteriche superiori ai limiti imposti dalla normativa. Di fatto, si tratterebbe di un punto inquinato ogni 62 km di costa.
Nel mirino di chi lotta contro l’inquinamento delle acque c’è ormai da anni l’inadeguatezza del sistema di depurazione degli scarichi fognari che ancora affligge il 42% del nostro Paese, indistintamente da Nord a Sud, comportando il passaggio delle acque reflue attraverso fiumi, fossi e piccoli canali e infine direttamente in mare.
Una grave inefficienza depurativa che l’Italia paga non solo in termini di impatto ambientale ma anche sul piano economico, viste le pesantissime sanzioni dell’Unione Europea per un ammontare di 476 milioni di euro l’anno a partire dal 2016, fino al completamento delle opere di filtrazione.
Non solo, ma nel 2015 si sarebbero inoltre manifestate difformità rispetto ai dati rilasciati dal Ministero della salute: il 38% dei punti scovati dai tecnici di Legambiente erano risultati balneabili secondo le indagini ministeriali, talvolta in classe eccellente. O ancora, dei 120 punti inquinati e fortemente inquinati secondo il giudizio di Goletta Verde, ben il 49% era risultato non campionato dalle autorità competenti, e quindi non sottoposto a nessun tipo di controllo sanitario.
E poi, come dimenticare che per ben due anni di fila, ovvero nel 2014 e nel 2015, la Sicilia ha ricevuto la bandiera nera di Goletta dei Laghi?
Sono dati che lasciano perplesso chi legge per la molteplicità degli esiti, a volte nettamente contrastanti, ma che comunque vanno presi tutti in considerazione per una visione quanto più possibile ampia del fenomeno, laddove è comunque plausibile che la verità abbia un profilo intermedio.
Tornando ai dati dell’Agenzia europea dell’ambiente, tuttavia, si continua a ben sperare. Il nostro Paese ha senz’altro migliorato la sua condizione rispetto al passato con un aumento sia delle spiagge eccellenti, passate da 4377 a 4399, sia di laghi e fiumi, da 555 a 596, conoscendo d’altra parte un calo di quelli insufficienti, da 107 a 95, concentrati soprattutto fra Campania (22), Abruzzo (19), Calabria (18) e Marche (13).
D’altronde non mancano iniziative rimarchevoli in tal senso, come la campagna “Spiagge e fondali puliti 2016” indetta da Legambiente dal 27 al 29 maggio e che in Sicilia ha coinvolto diverse tappe in tutta l’Isola, tra cui l’Oasi del Simeto di Catania, il parco marino del Plemmirio e le spiagge di Portopalo nel siracusano.
Restiamo in attesa degli ultimi dati ufficiali, consapevoli che la gestione delle acque interne, tanto in Italia quanto in Sicilia, rimane una questione aperta.
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