Scoperta a Palermo: dal succo di limone nasce un farmaco antitumorale Presto un nuovo prodotto totalmente naturale da affiancare alla chemioterapia
Scoperta a Palermo: dal succo di limone nasce un farmaco antitumorale
Presto un nuovo prodotto totalmente naturale da affiancare alla chemioterapia
di Serena d’Arienzo
Che il limone fin dai tempi antichi fosse considerato un frutto dalle grandi potenzialità organolettiche e dai notevoli principi terapeutici è ormai risaputo. Ma che vengano riscontrate evidenze scientifiche su proprietà antitumorali del frutto proprio in Sicilia, tradizionalmente terra di produzione di agrumi, è una casualità oltremodo positiva.
La scoperta made in Sicily, risalente a poco più di un anno fa, proviene dalle fila dell’Università di Palermo, dove le due giovani ricercatrici Alice Conigliaro e Stefania Raimondo, rispettivamente laureate in biologia e biotecnologia, hanno identificato e isolato nel succo di limone dei minuscoli “sacchetti”, denominati nanovescicole, capaci di inibire la proliferazione delle cellule tumorali fino al 60-70%.
Non solo un importante risultato scientificamente testato, essendo quello palermitano il primo gruppo di ricerca al mondo a fare tale scoperta, pubblicata peraltro su prestigiose riviste mediche, ma anche un’occasione imprenditoriale che ha portato lo studio a uscire dai laboratori sotto forma d’integratore alimentare a base di succo di limone, destinato alla cura del cancro. Da qui, la nascita di un prototipo brevettato, premiato nel 2015 con i riconoscimenti Start Cup Palermo e Sicilia e con 8000 euro in denaro, nonché la nascita di NavheTec, start up fondata dalle due ricercatrici affiancate dai docenti di Biologia e Genetica, Riccardo Alessandro e Giacomo De Leo, quest’ultimo ex prorettore alla ricerca dell’Università di Palermo, ormai in pensione.
Il segreto di tale ricerca sarebbe, dunque, nelle nanovescicole presenti nel limone, che dalle sperimentazioni in vitro prenderanno corpo divenendo vere e proprie compresse, naturali al cento per cento, da affiancare ai tradizionali farmaci chemioterapici. Non si tratta, sia chiaro, di prodotti sostituitivi, ma bensì di cure parallele, possibili grazie alla concezione di un’intera linea di prodotti antitumorali a base naturale da assumere contestualmente alla pillola principale.
Il passo successivo dell’impresa NavheTec, acronimo inglese che rimanda alle parole Nanovescicole, Salute e Tecnologia, è quello della distribuzione e della commercializzazione del prodotto anche sul web, grazie a una piattaforma on line. Tuttavia, sono stati già siglati degli accordi per l’uso del farmaco negli ospedali e, entro il 2016, verranno stilati gli esiti del prodotto direttamente sui pazienti.
Una vicenda che mette in risalto le risorse migliori dell’Isola e, in special modo dell’area del palermitano, in tutti i suoi stadi evolutivi, dagli studi e dal primo prototipo elaborato dall’Università di Palermo, all’azienda Agrumaria Corleone che si occuperà della produzione della materia prima.
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