Nessuno se lo aspettava ed invece è successo: l’Italia ha asfaltato a sorpresa la Spagna di Del Bosque e si è seriamente proposta come una tra le big in lizza per la vittoria finale di questo Europeo. La mancanza di fuoriclasse dalla metà campo in avanti ha sempre fatto dubitare riguardo la competitività della squadra azzurra: pochi fantasisti, nessun regista; come competere contro strapotenze come Germania, Spagna e Francia?

La realtà, come più volte evidenziato dopo gli ottavi di finale, è che il vero fenomeno azzurro “Siede” – si fa per dire – in panchina: Antonio Conte, l’uomo in più, un vero e proprio Re Mida della quantità, in grado di far rendere esponenzialmente qualunque calciatore abbia tra le mani; lo aveva già fatto alla Juventus e si sta ripetendo anche in nazionale. La sua Italia appare un vero e proprio inno all’organizzazione, non soltanto difensiva: linee strettissime, continue verticalizzazioni in tutte le zone del campo e grandissima capacità di individuare e percuotere i punti deboli dell’avversario.

TOCCA ALLA GERMANIA

Adesso, però, si fa dura. Non che prima non lo fosse, ma per i quarti di finale la nostra carta a sorpresa l’abbiamo già giocata: i tedeschi ci temono e, proprio come gli spagnoli, hanno dalla loro una maggior qualità individuale praticamente in tutti i reparti. Hanno convinzione, hanno classe ed hanno gioventù; ma non hanno Conte. Può apparire una banalità, tuttavia occorrerebbe, a questo punto, davvero pesare l’incidenza di un leader carismatico come l’ex allenatore bianconero; Low, ct dei tedeschi, dal canto suo, appare più un normalizzatore, dotato di meno grinta e fame rispetto al nostro tecnico. Quel che è certo è che l’Italia non parte battuta: si può sperare. Ci si può augurare che la Germania si piaccia troppo, che cincischi eccessivamente col pallone e che i velocisti azzurri sappiano far staccare a turno i due centrali Hummels e Boateng per poterli attaccare nell’uno contro uno e sorprenderli. Ci si può augurare tutto questo con la consapevolezza che, si, noi ci siamo e che se i campioni del mondo vorranno proseguire la loro corsa dovranno sudarsela fino in fondo.

PUNTI DEBOLI

Detto già della possibilità di attaccare i loro centrali nell’uno contro uno; sarebbe importante anche imbastire più d’una sovrapposizione dalle parti di Kimmick: centrocampista tedesco del Bayern Monaco adattato a fare il terzino che potrebbe soffrire non poco le ripartenze azzurre.

Il loro attacco, invece, appare difficilmente prevedibile. La nostra fortuna, sulla carta, è che ci sarà Gomez e non Gotze: il primo, infatti, essendo un centravanti di peso, ci permette di leggere maggiormente le intenzioni dell’attacco tedesco rispetto ad un eventuale schieramento con il falso nueve. Il Mario Gomez di Firenze, oltretutto, si è già più volte schiantato contro la difesa juventina che, ancora una volta, potrebbe domarlo e ricordargli il perché due estati fa gli fosse convenuto volare in Turchia per riconfermarsi a certi livelli. Ed i tre trequartisti? Draxler, Ozil e soprattutto Thomas Muller, clamorosamente ancora a secco dopo aver spadroneggiato sotto porta nelle ultime edizioni dei mondiali: questi i pericoli principali ed imprevedibili. Bisognerà stare attenti: impossibile trovare a priori una tecnica per imbrigliarli, essendo tutti giocatori tendenzialmente mobili sul terreno di gioco.

TRADIZIONE

Dopo aver citato le possibili svolte tecniche a nostro favore, è doveroso fare un cenno a ciò che il match propone dal punto di vista storico, soprattutto perché, da questo punto di vista, potrebbe rivelarsi un’arma a nostro favore. E’ ormai noto come il calcio tedesco soffra quello nostrano: con noi hanno sempre perso. Non resta che augurarci che succeda ancora e che il trend non decida di invertirsi proprio questa volta, viaggiando sui freschi ricordi dei mondiali del 2006 e della scorsa edizione degli europei. Abbiamo bisogno di tutto, anche della storia.

Forza Azzurri!

Catania , 2 luglio 2016

Filippo Rizzo per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto google immagini www.ilsole24ore.com )