Se l’Akragas, complice le malefatte di Pagliardini di Arezzo, reo di aver inspiegabilmente annullato un gol regolarissimo a Calil domenica scorsa ha “rubato” tre punti al Massimino, il Fondi, con un po’ di fortuna, il pareggio l’ha ampiamente meritato.Pensavamo di non scrivere più le stesse cose dell’anno scorso, invece la triste storia si sta ripetendo. Il Catania, appesantito dal vistoso fardello della penalizzazione, non riesce ad uscire dai bassifondi della classifica. Tutto come lo scorso torneo, anzi peggio, visto che lo scorso anno, relativamente alle prime sei partite disputate, la squadra etnea aveva conquistato sul campo ben 14 punti, frutto di 4 vittorie e due pareggi e in classifica, partendo da meno 9, si trovava con 5 punti, mentre quest’anno i punti conquistati sul campo sono la metà e la classifica, complice i sette punti di penalizzazione, recita senza pietà: zero punti. I conti si faranno alla fine, è vero, e quest’anno ci saranno da giocare quattro gare in più rispetto allo scorso torneo, ma dopo il furto subito domenica ci si aspettava una pronta reazione da parte del Catania. Reazione, non quanto dal piano dell’impegno, che c’era stato contro l’Akragas e c’è stato anche mercoledì sera, ma dal punto di vista della convinzione e della determinazione.Il Catania, purtroppo, non è riuscito a fare il salto di qualità, ha giocato alla pari con il Fondi e non ha vinto.Le attenuanti ci sono tutte: la disgraziata partita con l’Akragas, giocata su un campo appesantito dalla pioggia, ha “tagliato” le gambe a molti calciatori che hanno risentito vistosamente dell’accumulo di fatica. A questo punto i fatti hanno dimostrato che Pietro Lo Monaco aveva ragione da vendere quando si è lamentato per il rinvio (evitabilissimo).Seconda attenuante la ruota della fortuna continua a girare contro. Domenica clamoroso incrocio dei pali da parte di Di Grazia, contro la matricola Unicusano Fondi clamorosa traversa di Paolucci dopo una bellissima azione personale (l’unica dell’intera gara) e traversa alla mezz’ora ancora con Di Grazia con un colpo di testa all’indietro, sugli sviluppi di un corner, quando si era sull’1-0. Dopo, però il Catania si è seduto e ha favorito il ritorno del Fondi, mai pericoloso fino a quel momento, che è arrivato al pareggio dopo una caparbia e insistita azione rifinita da Calderini per la testa del “bassotto” Tiscione che ha battuto imparabilmente Pisseri. Francamente la retroguardia etnea non è immune da colpe perché prima ha consentito a Calderini di crossare e poi ha lasciato libero di colpire di testa Tiscione che, a mala pena, supera il metro e sessanta.Terza attenuante, la più antipatica, l’arbitraggio di Camplone di Pescara e dei suoi collaboratori. L’arbitro, nell’incertezza, ha fischiato sempre a danno del Catania e il segnalinee posto di fronte la tribuna A, nel solo secondo tempo, ha segnalato ben otto fuorigioco a danno del Catania, dei quali quattro clamorosamente inesistenti. Quando non ha segnalato il fuorigioco e Paolucci si stava involando verso la porta avversaria ci ha pensato un calciatore del Fondi a segnalarlo all’arbitro il quale lo ha ascoltato e ha interrotto il gioco. Roba da manicomio!Non ci sono attenuanti, invece, per il gioco apparso ancora poco fluido e per le difficoltà, sfortuna a parte, che incontra la squadra a trovare la via della rete. Calil gioca troppo lontano dalla porta avversaria e Paolucci, le cui qualità tecniche non si discutono, ha forse qualche anno in più o, chissà, qualche chilo in più, per poter essere scattante come servirebbe.Morale della favola, o si cambia in fretta registro o si stenterà ad uscire in fretta dai bassi… fondi.La Lega Prof è ricca di alcune squadre che valgono quanto la simpatica matricola di Latina e forse anche più e dire che il Catania ha giocato alla pari con il Fondi non è di grande conforto.
Catania , 1 ottobre 2016
Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto google immagini datasport.it )