Telefono Azzurro, la Sicilia al quarto posto per numero di segnalazioni

Il punto della situazione dopo la Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

di Serena d’Arienzo

Se la società contemporanea non è in grado di proteggere e vigilare sulle parti più fragili che la compongono, allora urge una profonda riflessione sulle cause che le hanno generate e sulle metodiche di prevenzione volte a tutelarle.

Se poi le fragilità riguardano gli abusi e le violenze sui minori, il discorso assume toni allarmanti.

In tal senso, guardando entro i confini del nostro Paese, vero e proprio baluardo per la tutela dei diritti del mondo dell’infanzia e dell’adolescenza è l’associazione Telefono Azzurro che, ormai da trent’anni, rappresenta una realtà vigile e attiva su tutto il territorio nazionale, da sempre puntando sull’ascolto e sull’azione d’intervento. Con l’iniziativa “Riaccendi l’Azzurro”, campagna di sensibilizzazione sulle tematiche minorili con annessa raccolta fondi, anche quest’anno, lo scorso 20 novembre, l’associazione ha dato il suo fattivo contributo nel più ampio contesto della Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Secondo i dati messi a disposizione da Telefono Azzurro, nell’ultimo anno sarebbero state quasi 4000 le segnalazioni, di cui 1402 i casi direttamente gestiti, con una media di quattro al giorno, di cui il 26.4% ha riguardato episodi di violenza psicologica, il 26.2% di abuso fisico e il 10.6% a sfondo sessuale.

La Sicilia non è indenne da tale fenomeno, tanto da posizionarsi al quarto posto della classifica nazionale con l’8.3% di segnalazioni, dopo la Lombardia con il 18%, il Lazio con il 14.5% e la Campania col 10.6%.

La maggior parte degli aiuti richiesti proverrebbero dal Nord del Paese con il 44.5% delle segnalazioni raccolte, a cui fa seguito il Sud con il 29.5% e, infine, col 26% il Centro della penisola.

A saltare all’occhio sono anche le fasce di età dei minori esposti, con un 41.2% di richieste di aiuto pervenute da bambini dagli 0 ai 10 anni, un 32.1% da parte di preadolescenti dagli 11 ai 14 anni e un 26.8% da parte di adolescenti fino ai 17 anni.

Da sempre la prerogativa fondante del Telefono Azzurro è stata quella dell’ascolto diretto dei minori, grazie all’attivazione di un numero gratuito e di linee telefoniche preposte.

Negli ultimi venticinque anni la comunicazione tra adulti e ragazzi, all’interno del nucleo familiare e non, ha assunto modalità diverse in linea con i mutamenti della società. Per questa ragione, l’associazione ha deciso di stare al passo coi tempi, adeguando strumenti e attualizzando la formazione di operatori, insegnanti e genitori coinvolti, mettendo a disposizione dei suoi interlocutori anche delle apposite chat.

La finalità ultima è quella d’intercettare le richieste di aiuto e di assicurare una risposta a tutti i bambini, gli adolescenti e gli adulti con cui la onlus entra in contatto, aiutandoli a trovare il modo migliore per affrontare e superare la situazione che stanno vivendo.

Una bella storia, quella del Telefono Azzurro, iniziata nel 1987, addirittura due anni prima dell’approvazione della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia, siglata nel 1991 anche dall’Italia.

Tuttavia, nonostante gli enormi sforzi e i passi avanti fatti finora, secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite, sarebbero ancora sei i milioni di bambini che muoiono ogni anno per cause che possono essere previste e ancora diversi milioni quelli i cui diritti vengono quotidianamente violati.