A Marsala un museo dedicato all’omonimo vino

Apertura prevista per il 2017

di Serena d’Arienzo

E se un museo non custodisse soltanto importanti pezzi d’arte ma anche i segreti di una tradizione centenaria o le preziose risorse di un territorio ricco di storia?

Una domanda che ha trovato risposta affermativa nella mente di Francesco Alagna, giovane imprenditore siciliano, quando nel 2014, ispirato dalla visita al Wine Museum di Adelaide in Australia, pensò a un progetto museale interamente dedicato al vino Marsala da realizzare nell’omonima città siciliana.

Un’idea che poggia non soltanto sulla propria esperienza professionale e sull’amore per il vino, ma anche sulla sempre maggiore attrattiva di percorsi turistici a carattere eno-gastronomico, alla scoperta delle risorse naturali, artistico-culturali e soprattutto culinarie di uno specifico territorio.

Sarebbero molti, infatti, coloro che si spingono nella parte occidentale dell’Isola, affascinati dall’antica tradizione vitivinicola, pronti a lasciarsi travolgere dall’esperienza sensoriale unica del vino Marsala. Un interesse che esiste da sempre, essendo uno dei vini più rinomati dell’Isola, ma che tuttavia di rado possiede i mezzi per placare la sete di conoscenza degli appassionati.

Ecco il perché dell’ambizioso progetto di un museo dedicato al Marsala, proprio nell’intento di raccontare un prodotto dalla storia affascinante.

Aperto al pubblico sul finire del 2017, l’area museale sorgerà sull’antica area del Baglio Woodhouse, location perfetta per divulgare la storia e spiegare le diverse fasi di produzione di uno dei prodotti emblema della tradizione siciliana. Un’area museale multimediale, capace di svelare ai visitatori una storia che affonda le radici nel XVIII secolo e che deve il suo sviluppo all’azione congiunta di inglesi e marsalesi che trasformarono la costa occidentale della Sicilia in un attivo centro industriale dedicato alla viticoltura.

Il museo si svilupperà in più aree tematiche dedicate proprio alla storia e al racconto della filiera vitivinicola, dalla coltivazione della vite, alla raccolta, passando dalla trasformazione dell’uva alla descrizione del Metodo Solera, fino all’imbottigliamento e ai migliori abbinamenti gastronomici consigliati.

Tutto questo senza tralasciare i piaceri del palato e mettendo a disposizione degli estimatori ben sessanta etichette diverse, incluse alcune riserve storiche, grazie ad un sistema di dispenser a temperatura controllata.

Modernità e tradizione, in un mix di suggestioni contrastanti ma dal lascito assicurato. Secondo Alagna, infatti, la prospettiva da perseguire non sarebbe soltanto culturale, ma anche economica, vero e proprio propulsore per il rilancio del prodotto, della città e dei flussi turistici.

Un amore per il vino che valica i confini regionali, accomunando svariate località europee, tutte note per la propria tradizione vinicola, quali Porto, Bordeaux, Barolo, tracciando un vero e proprio network museale capace di promuovere la cultura del vino nel mondo.