Altro che quinto posto! Il Catania ha compiuto un preoccupante passo indietro, è scivolato al nono posto in classifica e ha visto ridursi il vantaggio sull’undicesima in classifica. Ormai non c’è più l’alibi Rigoli e se non si cambia ritmo si rischia di fallire anche l’obiettivo minimo stagionale.
Buona fortuna a Pino Rigoli persona seria e professionista scrupoloso, ma il Catania visto ad Agrigento, purtroppo, ha ribadito che fuori casa qualcosa non funzionava, anzi funzionava davvero poco e la sconfitta ha imposto il cambio della guida tecnica.
Dopo la disfatta di Agrigento, contornata dalla peggiore prestazione stagionale, il Catania si è ripresentato al Massimino guidato da Mario Petrone, un vero “Carneade” per la maggior parte dei tifosi etnei e non soltanto etnei.
Ma se Carneade era sconosciuto al poco acculturato don Abbondio, tanto da fargli esclamare: «Carneade, chi era costui?», era, (ed è) noto per gli studiosi di Filosofia e per lo stesso Manzoni. Alla stessa maniera di com’è noto Petrone per coloro che seguono il calcio a tutti i livelli, anche se oggi ha, in un certo senso, giustificato coloro che si sono chiesti: ma chi è?
Grande attesa, quindi per il nuovo allenatore, anche se il vero banco di prova sarà costituito dalle sette gare esterne, visto che di quelle disputate al Massimino, con Rigoli in panchina, il Catania ne ha vinte, bene o male, dieci su tredici.
Per la gara contro i Taranto il neotecnico rossoazzurro ha apportato alcune sostanziali modifiche rispetto alle formazioni guidate da Rigoli, proponendo un 4-3-2-1. Squalificato Bergamelli, a rigore di logica, si è tornati con la difesa a quattro. In porta Pisseri, con Gil e Marchese centrali, Parisi e Djordjevic sulle fasce, centrocampo a cinque composto da Scoppa e Biagianti più arretrati rispetto al trio Mazzarani, Di Grazia e Russotto. Unica punta avanzata l’ex messinese Pozzebon. Taranto con uno spregiudicato (almeno sulla carta) 4-3-3.
A dirigere la gara il signor Camplone della sezione di Pescara.
Il primo quarto d’ora è scivolato via senza particolari sussulti e prima mezz’ora di gara molto equilibrata col Taranto che fa giocare poco il Catania e con tanti tifosi perplessi a chiedersi: «Scusate, ma delle due squadre chi sta giocando in casa?».
Nella prima mezz’ora qualche piccola apprensione per Maurantonio, qualche pallone, degno di altra sorte, calciato alto e nulla più. Il Catania fatica a costruire occasioni da rete e non riesce a superare l’organizzata difesa pugliese, la migliore delle dieci squadre che occupano la parte destra della classifica.
Il pubblico comincia a mugugnare e le lamentele diventano più forti quando al 43’ ci vuole tutta la bravura di Pisseri per deviare in angolo un’insidiosa punizione dei pugliesi scagliata dai venticinque metri da Lo Sicco. I
l primo tempo si chiude con gli spettatori davvero perplessi di fronte al nuovo Catania targato Petrone. Il tecnico ex Ascoli è etichettato come un tecnico in grado di fare spettacolo, ma, almeno per oggi (speriamo solo per oggi) di spettacolo non se ne è visto proprio.
Nella ripresa le due squadre si sono presentate con gli stessi schieramenti di partenza; il Catania ha cercato di cambiare ritmo, ma la partita anziché decollare, si è ulteriormente spenta. Ci prova Mazzarani dalla distanza ma fa il “solletico” al portiere ospite.
Petrone fa uscire Scoppa e Mazzarani e manda in campo Bucolo (che si fa ammonire quasi subito) e Tavares passando così a quattro punte, ma in campo si possono schierare anche nove punte, se non si creano azioni degne di essere definite pericolose non si segnerà mai.
Il Catania nell’ultimo quarto d’ora appare un po’ più convinto e al 76’ un tiro al volo di Biagianti finisce alto sulla traversa. Al 77’ Petrone fa entrare Barisic al posto di Russotto nel tentativo di vincere la partita, ma il Catania continua a faticare e il Taranto si difende con estrema facilità. All’84’ Pozzebon dimostra che è un buon attaccante ma che non è certo Higuain perché da buona posizione gira debole e consente a Maurantonio la parata. Poco dopo ci tenta Barisic ma l’esito è lo stesso. In chiusura ancora Pozzebon colpisce Maurantonio in uscita e dimostra perché gioca in Lega Prof.
Finisce con i giusti fischi del pubblico per una partita squallida che non meritava nemmeno di essere vista. Il Catania, dopo aver disputato ad Agrigento la peggiore gara esterna ha concesso il bis e ha disputato la peggiore partita interna della stagione.
Per Petrone c’è la pronta possibilità di rifarsi nella trasferta di Messina, con la speranza che si assista a un Catania diverso, altrimenti il rimedio sarebbe davvero peggiore del presunto male.

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Catania 18 febbraio 2017
TINO LA VECCHIA per Sport Enjoy ProjecMagazine
( fonte foto google immagini picenotime )