La «cura» Petrone per adesso porta disastri casalinghi. Dopo il deludente pareggio col Taranto il Melfi, ultimo in classifica, umilia il Catania
La «cura» Petrone rischia di portare il Catania fuori dalla griglia dei Play off. Incredibile ma vero: dopo il già di per sé deludente pareggio casalingo contro il Taranto, il Melfi, ultimo in classifica, con ben cinquantasette reti al passivo, reduce da undici sconfitte consecutive, vince col merito al Massimino per due a zero. Morale della favola: per Petrone il bilancio casalingo è diventato disastroso, da sei punti facili è arrivato solo un pareggio a reti bianche. Un solo misero punticino con zero reti fatte e due subite. Il paragone col Catania casalingo targato Rigoli è davvero imbarazzante, ed anche la media punti, in questo momento dice che la cura è stata peggiore del presunto male. Al di là dei quattro punti in tre gare il Catania ha disputato una gara orribile: mai uno schema accettabile, mai un’azione degna di nota. Il Melfi ha vinto al Massimino, a differenza di quanto aveva fatto l’Akragas, senza rubare nulla, soprattutto ha vinto dal punto di vista tattico poiché il neo tecnico Aimo Diana ha surclassato come scelte tattiche e lettura del gioco il tanto osannato Petrone.
La vittoria di Messina, frutto di un’eccellente reazione nervosa, più del gioco espresso, aveva illuso fin troppi tifosi. Mario Petrone, criticato dopo il deludente esordio casalingo contro il Taranto, in seguito alla vittoria contro i peloritani era stato osannato in maniera fin troppo esagerata e tutti pensavano di seppellire il Melfi sotto una valanga di reti.
La realtà è stata del tutto diversa e contro il Melfi, squadra dalla difesa colabrodo, il Catania ha disputato il peggior primo tempo di tutta la stagione.
Il tanto sbandierato calcio spettacolo di Petrone, fin adesso, non sì è visto nemmeno col binocolo: squadra lenta, calciatori senza idee e, a differenza di quanto visto contro il Messina, poca grinta. Il calcio spettacolo, in verità, non s’era visto contro il Taranto e, risultato a parte, non s’era visto tanto nemmeno a Messina. Però, tutto ci si poteva aspettare meno che, relativamente ai primi quarantacinque minuti di gioco, contro il Melfi, reduce da undici sconfitte consecutive, il Catania disputasse il peggiore primo tempo di tutto il campionato. Nella prima frazione di gioco il Catania ha toccato veramente il fondo, sperando che non sia vero il detto che dice che al peggio non c’è fine. Nemmeno un tiro in porta, né un’azione accettabile.
Alla luce del risultato finale si può affermare che Petrone ha sbagliato sia la formazione iniziale che le sostituzioni.
Il tecnico degli etnei ha schierato Pisseri in porta, Marchese e Bergamelli centrali, Djordjevic e Parisi sulle fasce, ma proprio quest’ultimo ha disputato una partita davvero scadente: responsabile sul primo gol del Melfi, poco intraprendente si è limitato a qualche scolastico passaggio orizzontale. Non è andata meglio a centrocampo con Biagianti, Fornito, Bucolo e Russotto, con quest’ ultimo troppo individualista, né con le due punte sono Pozzebon e Tavares.
Le prime perplessità cominciano a sorgere dopo appena diciotto minuti duranti i quali nessuna delle due squadre ha mai tirato in porta. Si fa male alla testa Foggia e il neotecnico Diana lo tiene lo stesso in campo, l’attaccante rientrerà dopo tre minuti e sarà letale. Alla prima azione vera della gara il Melfi passa in vantaggio: Pisseri è prodigioso e respingere due conclusioni ravvicinate ma, con Parisi che s’addormenta, nulla può sulla terza conclusione ravvicinata di Foggia.
Ci si aspetta la reazione del Catania, invece si va al riposo con la squadra di Petrone che non tira mai nello specchio della porta. Ad avvio ripresa il tecnico etneo inserisce Barisic al posto di Bucolo, il Catania pressa ma non ottiene nulla. Al 52’ Petrone manda in campo Di grazia al posto di Djordjevic, va bene Di Grazia, ma perché al posto di uno dei pochi in grado di produrre qualche cross decente? Proprio il neo entrato Di Grazia al 57’ ha la palla del pareggio ma Gragnaniello salva con i piedi.
Al 62’, in assai maniera tardiva, Petrone fa uscire Russotto (in giornata di luna storta) e manda in campo Mazzarani. Il Catania fa sterile possesso palla e al 67’ ci vuole san Pisseri per evitare il raddoppio su botta da fuori area di Marano. A questo punto il Melfi capisce di essere superiore al Catania odierno e non si chiude più a riccio ma tenta il raddoppio. Al 72’ Di Grazia, di testa manca il pareggio ma al 76’ è ancora il Melfi con Marano a divorarsi il due a zero. Il Catania non si rende mai più pericoloso e al 90’ un’azione in contropiede di Foggia mette il nuovo entrato De Angelis in buona posizione, il calciatore del Melfi resta lucido e insacca dal limite dell’aerea cogliendo l’angolino basso alla destra dell’incolpevole Pisseri.
Il Catania che doveva seppellire di reti il Melfi esce seppellito dai fischi dei tifosi inferociti. Non si può perdere con l’ultima in classifica, reduce da undici sconfitte consecutive e mai vincente fuori casa.
Petrone ha clamorosamente fallito le due prove casalinghe, ha superato la prova esterna di Messina. Se il Catania, malauguratamente, dovesse fallire la gara di Lecce probabilmente che per il tecnico napoletano non ci sarebbe più la possibilità di una terza prova casalinga. Nel calcio vale la logica spietata dei risultati… e non proprio no, non si può perdere in casa 2-0 con l’ultima in classifica!
Questo articolo è stato pubblicato sul giornale on line suwww.sportenjoyproject.com
Catania, 5 marzo 2017
Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine
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