UN MERCOLEDI’ DA LEONI

La brillante commedia in due atti, proposta dall’Ass. Culturale Compagnia Liotru

Peppino, di professione burattinaio, gira per le piazze della sua Catania con i suoi pupi, passione e “lavoro” ( non redditizio a detta della moglie ) , quella moglie (Teresina o “farfallina” per l’amante ) che, come tutti i mercoledì lo tradisce con un veterinario ( Vittorio, il suo “farfallone”). Per i suoi intrallazzi Teresina coinvolge una vicina ( Concetta ) che le fa da “cummogghiu” , quanto meno con il suo silenzio.
E proprio quel marito, Peppino, uomo semplice e buono, da “spettu” aveva intuito tutto, anzi muoveva le fila da buon burattinaio secondo un preciso disegno; lui che nel finale si traveste dal Robin Hood dei tempi moderni, ruba ai ricchi per donare alle persone in difficoltà ma che nel caso specifico si prende gioco della moglie e del suo “codardo” amante fino a ridurlo letteralmente in mutande sottraendogli peraltro tutto il contante dalla tasca. A beneficiarne Ciccino e la cameriera di casa, Rosina, per coronare il loro sogno d’amore. Attorno ad essi la figura “saggia” di Vincenzo, padre di Peppino ( interpretato magistralmente dall’amico Franco Blundo ), che rivela al figlio che la cameriera di casa, Rosina quindi, era sua figlia ( ed in effetti l’interprete nella realtà è la bella figlia Claudia di Franco ), e pertanto sorella dello stesso Peppino.
I colpi di scena continuano nel gran finale : il nostro Robin Hood è un galante e la rosa rossa con cui si firma sarà appannaggio di Anna, la moglie tradita dal veterinario.
Quella rosa rossa che Teresina avrebbe voluto ricevere sin dall’inizio quando una voce alla radio ( e qui è protagonista il bravo Aldo Seminara ) annunciava i colpi che Robin Hood ed il suo fido scudiero mettevano a segno.