Sognavamo un Catania bello, pimpante e vincente ci siamo svegliati con un incubo davvero di cattivo gusto.
Dopo il pareggio ottenuto dal Catania a Vibo Valentia ci siamo chiesti: a cosa servirà questo punto? Forse non bisognerà aspettare l’ultima giornata di campionato per avere la risposta: il punto conquistato in terra calabra, probabilmente, servirà per la salvezza, ovvero, per evitare di disputare in maniera indecorosa i Play out.
Nel calcio i discorsi teorici hanno poca importanza, contano solo i risultati, ebbene questi ci dicono che il licenziamento di Rigoli, invocato a grande voce dalla piazza, è stato un gravissimo errore.
Un rigore sbagliato, quello di Mazzarani nei minuti di recupero ad Agrigento, ha cambiato in peggio la stagione. Sarebbe bastato quel pareggio e Rigoli, con molta probabilità, sarebbe rimasto alla guida del Catania. Difficile immaginare che nelle tre gare in cui Petrone ha guidato i rossazzurri avrebbe potuto fare meno punti. L’andamento delle precedenti partite con Rigoli in panchina ci dicono che, verosimilmente, avrebbe ottenuto almeno 5 punti, magari con pari a Messina e 4 punti nelle due gare casalinghe con Taranto e Melfi. Addirittura impossibile ipotizzare di non fare di più dei miseri 4 punti che Pulvirenti ha ottenuto nelle sette gare in cui ha guidato il Catania. Realisticamente almeno 9 punti li avrebbe tirati fuori. Morale della favola con Rigoli in panchina il Catania avrebbe avuto almeno 6-7 punti in più e i Play off già al sicuro. Ad essere ancora più precisi nelle dieci partite dopo il suo licenziamento la squadra ha ottenuto 8 punti con la disastrosa media di 0,8, mentre con i suoi 42 punti conquistati nelle 25 gare in panchina Rigoli ha riportato una media di 1,68, cioè 17 punti in dieci gare, nove punti in più!
Eppure c’è ancora qualche tifoso che anziché chiedere scusa al tecnico licenziato lo ritiene responsabile dell’allucinante situazione del Catania. Ma di cosa stiamo parlando?
La squadra era al sesto posto e aveva i Play off in tasca, invece, dopo la vittoria fortunosa di Messina sembra materializzarsi un incubo: con undici squadre ammesse agli spareggi promozione il Catania in questo momento è fuori e rischia di rimanerci fino alla fine visto che il Fondi ha vinto ad Andria. Nessuna paura che possa finire peggio poiché gli attuali 43 punti, visti gli scontri diretti fra le pericolanti, basteranno e avanzeranno per la salvezza diretta. E sì, perché l’orribile Catania visto all’opera contro il Cosenza, o meglio non visto all’opera, rischia di perdere le tre partite che mancano alla fine del campionato, a partire dalla prossima gara di Monopoli. Eppure gli spareggi promozione sono lì, a due soli punti, quei due punti che il Catania, verosimilmente, non è grado di recuperare.
Nella vita si è tanto più fortunati quanto più opportunità ci sono offerte, se una persona riesce a cogliere le opportunità è virtuoso, altrimenti rischia di rimanere un mediocre. Pulvirenti non è riuscito a cogliere l’opportunità che le circostanze gli hanno offerto, quindi il giudizio, assai palese, viene espresso dalle cifre. Lo stesso discorso vale per diversi calciatori del Catania. Senza voler offendere la professionalità e l’impegno ma sono fin troppi che hanno dimostrato di essere inadeguati per un campionato di vertice di Lega Prof.
Sarebbe bastato battere il Cosenza per avere gli spareggi in pugno, con quale esito non lo sapremo mai. Almeno sarebbe stata una piccola soddisfazione per i tanti tifosi costretti a ingoiare quattro anni consecutivi di bocconi amari.
La partita fra Catania e Cosenza è rimasta nell’incertezza appena quattro minuti: dal 9’ quando il pessimo Panarese di Lecce ha negato ai rossazzurri un calcio di rigore solare non concedendo la massima punizione per un netto fallo in area subito da Di Grazia, al 13’ quando Bucolo, ciccando clamorosamente un rinvio, difficilmente riscontrabile anche nelle categorie inferiori, ha consentito a Letizia di portare in vantaggio il Cosenza. Subita la rete il Catania non è riuscito a creare nessuna occasione degna di nota e non ha mai tirato in porta. Tavares, che di mestiere dovrebbe fare l’attaccante, si è visto solo per il tentativo di pressing, mai riuscito, sul portatore di palla avversario. Inevitabile che arrivasse il raddoppio del Cosenza.
I calabri prima si sono visti annullare una rete per dubbio fuorigioco, poi, al 42’, hanno raddoppiato: Parisi ha mancato clamorosamente un pallone, poi si è fatto cogliere fuori tempo e fuori posizione e Statella ha indovinato un diagonale basso alla sinistra di Pisseri, apparso in ritardo e non immune da colpe. Se anche il migliore in assoluto di tutto il campionato disputato dal Catania comincia ad avere qualche incertezza cosa ci si può aspettare?
Nella ripresa Pulvirenti ha sostituito l’irritante Tavares, che, purtroppo, durante la sua permanenza a Catania ha dimostrato di non valere nemmeno la Lega Prof, con Pozzebon e Mazzarani con Barisic. Non è che le cose siano cambiate radicalmente ma almeno Pozzebon ha difeso alcuni palloni e ha tirato in porta, cosa che Tavares fa in media ogni tre quattro-partite. Poi Pulvirenti ha mandato in campo il giovane Davide Di Stefano al posto di Scoppa. Fra i due non si è notata nessuna differenza, soltanto che Di Stefano ha dieci anni in meno di Scoppa e, visto che i due si equivalgono, poteva essere impiegato molto prima.
Anche dopo i cambi il Catania non ha mai impensierito la porta difesa da Perina, il Cosenza ha controllato, non ha voluto forzare, e l’inguardabile Catania ha evitato di subire un’umiliante goleada.
Davvero difficile individuare il peggiore in campo fra i rossazzurri, forse Parisi, che ha sulla coscienza la seconda rete del Cosenza, forse Bucolo che ha ciccato la palla consentendo il vantaggio dei calabri, forse Tavares, patetico nel suo correre a vuoto e senza costrutto. Ma il calcio è un gioco di squadra e si gioca in undici e non è possibile colpevolizzare un singolo elemento.
Allora, se proprio dobbiamo individuare un peggiore, se non possiamo farne a meno, non cerchiamolo in campo e giriamo lo sguardo verso la panchina felici di essere smentiti a Monopoli dove… far punti non sarà un gioco.
Certo se il Catania vincesse a Monopoli… certo se vincesse a Monopoli. Tutti abbiamo il diritto di sognare.
Questo articolo è stato pubblicato sul giornale on-line suwww.sportenjoyproject.com
Catania, 16 aprile 2017
Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto google immagini cosenzachannel.it )
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