Solo qualche accanito ottimista non si dava ancora per vinto, la maggior parte dei tifosi, da tempo, aveva smesso di illudersi. Un Catania arrivato agli spareggi promozione da undicesimo, per migliore differenza reti nei confronti dell’Andria, non poteva certo nutrire eccessive speranze, non tanto perché dopo l’allontanamento di Rigoli la squadra aveva conquistato appena 12 punti in 13 partite ma, soprattutto, per il gioco, o sarebbe meglio dire il non gioco, espresso.
Troppe gare giocate all’insegna dell’approssimazione, troppe prestazioni scadenti e senza mordente non potevano certo indurre all’ottimismo. Né si poteva sperare in qualche trovata geniale del tecnico Pulvirenti, visto che da quando è stato chiamato in panchina, in termini di risultati, ha fatto davvero male. In dieci partite solo due vittorie, due pareggi e sei sconfitte, ovvero 8 punti. Il conto è facile da fare, la media è di 0,8 a partita, cioè nemmeno un punto a partita!
Insomma, andare a Castellamare di Stabia con la speranza di vincere era un po’ utopistico, infatti il Catania non ha vinto. Va dato merito a Pulvirenti che chiamato alla guida della squadra dopo la fuga di Petrone ha fatto, come detto da più parti, “quello che ha potuto”, ma è proprio questo che lo inchioda alla mediocrità più assoluta e lo condanna senza appello, poiché “quello che ha potuto”, tradotto in termini di punti significa 8 punti in 10 gare!
Il Catania visto a Castellamare di Stabia ha disputato una gara ordinata ma non ha mai dato la minima impressione, nemmeno per un attimo, di poter segnare e vincere la partita.
La formula di questi lunghi Play off si è trasformata in una trappola mortale per tante squadre che giocavano la gara secca davanti al pubblico amico. Avevo pronosticato eliminazioni eccellenti, (certo non mi aspettavo quella del Padova per mano dell’Albinoleffe) perché le squadre che hanno giocato in trasferta, perse per perse, con la vittoria come unico risultato valido, hanno giocato davvero per vincere e quelle che giocavano in casa sono cadute (non tutte) nella trappola di avere a favore due risultati su tre.
Diverse squadre che giocavano in trasferta hanno così superato il turno, ma non il Catania. Qual è stata la tattica adottata da Pulvirenti non si è capito, né basta l’espulsione di Parisi (ancora una volta ha dimostrato di non essere all’altezza di giocare in una squadra con il blasone e le ambizioni del Catania) per giustificare una condotta di gara così timida. Ma non lo sapeva bene che il pareggio avrebbe qualificato la Juve Stabia? Espulso Parisi ha fatto entrare De Rossi (e ha fatto bene per equilibrare la squadra), ma ha fatto male a non schierarlo dall’inizio proprio al posto di Parisi e ha fatto male a fare uscire Di Grazia e non Pozzebon.
A venticinque minuti dalla fine, con Pozzebon ancora in campo, ha fatto ancora male a non affiancargli Barisic, un’altra punta, per cercare almeno di tirare in porta.
Ha fatto malissimo a non fare riversare la squadra in maniera massiccia nell’area della Juve Stabia, all’80% avrebbe preso gol in contropiede, ma al 20% avrebbe potuto segnare, Nemmeno quel 20% di possibilità.
L’ingresso in campo di Tavares a circa cinque minuti dalla fine del tempo regolamentare è stato lo specchio di tutta la pochezza e la mediocrità del Catania stagionale. L’ex catanzarese, e sarebbe davvero ora di dire anche catanese, si è segnalato soltanto per due stop sbagliati e per uno scambio non riuscito. Per vincere e passare il turno il Catania doveva vincere, per vincere doveva segnare. Ma chi doveva segnare? Su 60 squadre che hanno partecipato alla Lega Prof ben 35 hanno segnato durante la stagione più reti del Catania. Come si poteva sperare di andare avanti nei Play off?
Non ne parliamo più e finiamola di dire che tecnicamente l’organico del Catania non ha nulla di meno di squadre come il Foggia, il Venezia, la Cremonese il Lecce o l’Alessandria, perché non è così e insistere su questo tasto si corre il rischio di cadere nel ridicolo. Le cifre ci dicono che il Catania sul campo è risultata l’ottava squadra del suo girone e complessivamente, considerando i tre gironi, si è piazzata al ventiduesimo posto. Troppo poco per poter affermare che gli obiettivi stagionali sono stati centrati centrando i Play off.
È come dire che un atleta in una gara di nuoto arriva al quarto posto per poi scoprire che ci sono solo quattro concorrenti.
L’unica cosa da salvare in una stagione mediocre e deludente è che il Catania, grazie al lavoro di Lo Monaco, c’è ancora, che la situazione finanziaria è migliorata e che le prospettive future sono incoraggianti.
Questa, forse, è stata l’unica e vera vittoria stagionale.

Questo articolo è stato pubblicato sul giornale on-line suwww.sportenjoyproject.com
Catania, 14 maggio 2017
Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto google immagini newSicilia )