Da più parti ci si chiede se non sia davvero il caso di pretendere la contemporaneità dello svolgimento di alcune gare dei campionati di calcio. Esigenze televisive e commerciali sempre più rilevanti rischiano di alterare la regolarità dei tornei. Voi direte cosa cambia? Cambia eccome, visto che i calciatori sono uomini e non macchine e i fattori psicologici influiscono in maniera consistente e tante volte determinano i risultati che si ottengono sul campo. Nessun altro sport, è risaputo, ha lo stesso fascino del calcio, appunto perché gli esiti delle differenti gare non dipendono soltanto dalla forza dei contendenti, ma su di essi incidono gli arbitraggi, la forma fisica, la convinzione, le motivazioni e, non ultima, la fortuna.
Il Catania è sceso in campo al Massimino per affrontare la Casertana nella gara valevole per la seconda giornata di ritorno il giorno dopo la disputa dell’incontro fra Trapani e Lecce. Dal Provinciale è uscito fuori un primo verdetto, anche se non è del tutto definitivo: il Trapani non è riuscito a battere il Lecce ed è rimasto a otto punti dalla capolista, quindi virtualmente tagliato fuori dalla lotta per il primo posto. Il pareggio fra Trapani e Lecce, con la conseguente frenata dei salentini, paradossalmente, proprio per il discorso fatto prima, ha privato il Catania della cattiveria necessaria, forse i rossazzurri hanno pensato di essere ormai a un passo dai rivali e il distacco, anziché ridursi, come logica voleva, si è dilatato.
Quindi il Catania, pur non volendolo, ha reso amare le festività di Capodanno ai suoi tifosi con una sconfitta sanguinosa, la seconda casalinga e la quinta del campionato su venti gare disputate. Ma se la sconfitta in casa contro la Sicula Leonzio, bissata dalla sconfitta di Reggio Calabria, pur portando i rossazzurri a sette punti dal Lecce, è stata poi quasi del tutto riassorbita con i ragazzi di Lucarelli arrivati, prima della sconfitta odierna, potenzialmente a un passo dai salentini, la sconfitta contro la Casertana è gravissima e difficilmente rimediabile, a meno che il Catania, alla ripresa del campionato non vinca a Lecce.
A questo punto non ci sarebbe nemmeno da sorprendersi se la società ritenesse di prendere delle decisioni drastiche e dare il benservito a Lucarelli, inattaccabile dal punto di vista della grinta, dell’impegno e della gestione del gruppo, criticabile, e non poco, dal punto di vista delle scelte tecniche e della lettura delle gare. Speriamo che ciò non avvenga ma se, alla ripresa del campionato, il Catania dovesse perdere a Lecce, con sette punti di distacco e con appena quindici gare da disputare i giochi, purtroppo, sarebbero quasi fatti e Lo Monaco potrebbe pensare a una guida tecnica in grado di dare maggiore speranze rispetto al tecnico livornese che, nonostante le tredici vittorie ottenute, non ha mai convinto del tutto gran parte della tifoseria.
Con tutto il rispetto per il Matera e il Francavilla, Lucarelli guida il Catania e non è possibile guidando una squadra come il Catania totalizzare in dieci gare casalinghe appena 20 punti. Il Lecce ne ha conquistato 28, il Trapani 23, il Matera 24 e persino il Francavilla ha fatto fra le mura amiche meglio del Catania. La differenza fra Lecce e Catania sta tutta qua: il Lecce, pur con un organico non certo superiore al Catania, ha vinto nove delle dieci gare disputate in casa, pareggiando 0-0 soltanto col derelitto Akragas (che comunque il quel momento stava a metà classifica), il Catania, invece ha buttato letteralmente via sei punti, perché se i pareggi casalinghi contro Racing Fondi e Matera, nell’arco di un campionato ci stanno, le sconfitte interne contro la Sicula Leonzio e la Casertana non stanno né in cielo né in terra.
Come spiegare la sconfitta inaspettata contro la Casertana? Si tratta di un insieme di concause che possono essere sintetizzate: 1) Lucarelli ha preparato male la gara (e non è la prima volta) e non è riuscito a dare ai suoi ragazzi la carica necessaria. 2) Il Catania dopo sei minuti, con la Casertana che fino a quel momento non aveva mai superato la metà campo, ha ritenuto di vincere facilmente e sulla prima rete si è fatto trovare impreparato. 3) i rossazzurri si sono trovati di fronte un arbitro, Camplone di Pescara, scandaloso e degno di meritare la radiazione. 4) la fortuna ha girato totalmente le spalle ai rossazzurri.
Partiamo dal primo punto dicendo perché Lucarelli non ha sostituito subito Esposito? Il giovane Mirko, tecnicamente molto dotato e autore in tante circostanze di gare brillanti, contro la Casertana non c’era proprio (può capitare), ha sbagliato tutto e al massimo dopo mezz’ora andava sostituito. Per non parlare del tardivo ingresso di Manneh, ma a continuare si darebbe l’impressione di avercela con Lucarelli, quindi meglio mettere la parola fine. Il secondo punto non necessita di spiegazioni, inoltre è rafforzato dal fatto che dopo il raddoppio ospite, in sospetto fuorigioco, il Catania aveva accorciato subito le distanze col generoso Fornito e con oltre un’ora di gioco a disposizione non è riuscito a recuperare la gara. Per quanto riguarda l’arbitro basta dire che ha ammonito solo un calciatore ospite (De Rose), eppure la Casertana ha commesso almeno nove falli da ammonizione e due tre da espulsione diretta. Inoltre lo scandaloso Camplone di Pescara, famoso per i suoi pessimi arbitraggi, alla fine del primo tempo ha concesso solo un minuto di recupero, sui quattro previsti e ha fischiato dopo quaranta secondi non facendo battere un calcio di rigore a favore del Catania!
Purtroppo è andata così. Alla ripresa del campionato il Catania andrà a Lecce e contro i rivali dovrà dimostrare di essere degno di vincere il campionato. Per quanto riguarda Lucarelli ci auguriamo che dimostri proprio a Lecce di essere l’allenatore giusto per portare il Catania in serie B.
Catania, 31 dicembre 2017
Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto google immagini I am calcio catania )