Il Catania, nei minuti di recupero, butta via altri due punti e scivola di nuovo al terzo posto
Turnover è un termine inglese che significa letteralmente «giro» o «rotazione». Avviene nelle aziende, quando il personale a disposizione si fa ruotare per migliorare le competenze e la produzione, avviene nelle squadre di calcio quando, in prossimità di impegni ravvicinati, si fa ruotare qualche elemento. In ogni caso per effettuare questo tipo di turnazione bisogna saper muovere gli elementi a disposizione con molta oculatezza e occorre molta intelligenza tattica. Ma il termine turnover mai e poi mai significa rivoluzione.
Ebbene per la gara esterna contro il Bisceglie il tecnico del Catania Cristiano Lucarelli ha mandato in campo ben sette elementi differenti rispetto alla formazione di partenza che, senza soffrire più di quel tanto, aveva messo sotto comodamente la Reggina. Della serie: formazione che vince si cambia.
Dell’undici iniziale schierato al Massimino contro la Reggina sono stati confermati i soli Pisseri, Aya, Biagianti e Manneh. Poi una vera rivoluzione con Blondett e Porcino al posto di Semenzato e Marchese, Tedeschi al posto di Bogdan, (cambio incomprensibile) Lodi e Bucolo al posto di Mazzarani e Rizzo e in avanti Barisic e Ripa al posto di Di Grazia e Curiale.
Il risultato non è stato quello sperato poiché per tutta la prima frazione di gioco il Catania ha sofferto l’aggressività del Bisceglie e non è andato sotto soltanto perché al 29’, dopo due minuti di proteste, la dea bendata ha dato una mano ai rossazzurri facendo finire sul palo alla sinistra di Pisseri un calcio di rigore di D’Ursi, che aveva spiazzato il portiere etneo che si era buttato dalla parte opposta. Certo il Catania non è stato a guardare e dieci minuti dopo la fortuna si è ripreso quanto aveva dato al Catania perché Lodi, con una magistrale punizione a giro, ha colpito il palo alto alla destra di Crispino che, sebbene lanciatosi dalla parte giusta, non ci sarebbe mai arrivato.
Insomma primo tempo vivace fra due squadre che hanno dato l’impressione di equivalersi, impressione che stride con la classifica giacché il Catania si è presentato a Bisceglie con ben 20 punti di vantaggio rispetto ai padroni di casa e con la necessità di vincere a tutti i costi, in considerazione della scontata vittoria del Trapani sull’Akragas (ma a quando le partite giocate in contemporaneità?).
La ripresa si apriva con lo stesso identico copione e dopo appena cinque minuti i padroni di casa andavano vicinissimi alla rete del vantaggio con un colpo di testa di D’Ursi, lasciato solo da Aya, che sfiorava il palo. Al 55’ andava meglio al Catania quando Barisic su cross di Porcino era bravo a crederci e svettava di testa battendo Crispino.
Sbloccato il risultato il Catania giocava con maggiore tranquillità e andava vicino al raddoppio al 58’ con lo scatenato Porcino che entrava in aerea e serviva Ripa che da due passi incrementava il suo già robusto bottino di reti fallite.
Al 69’ ancora il palo negava il raddoppio al Catania.
Al 75’ il Catania cambiava tre giocatori con Bogdan che subentrava a Bucolo, Porcino che lasciava il posto a Marchese e Rizzo (ammonito dopo appena cinque minuti) che subentrava a Barisic. Si trattava di tre sostituzioni incomprensibili che denotavano paura di vincere, una paura che dava forza e vigore alle speranze del Bisceglie. Soprattutto Lucarelli commetteva il grave l’errore di far uscire Porcino che aveva messo in crisi i neroazzurri padroni di casa.
Il Bisceglie riprendeva coraggio e si catapultava in avanti alla ricerca del pareggio e il pareggio arrivava nei minuti di recupero quando Delvino, su cross di Montinari, metteva dentro di testa da pochi passi.
Al 94’ Valiante di Salerno ammoniva Curiale (subentrato a Ripa) che si lamentava per un presunto fallo subito in aerea del Bisceglie.
Il triplice fischio sanciva un pareggio tutto sommato giusto, ma per il Catania, a meno di un mancato successo del Lecce sull’Andria, si tratta dell’ennesima occasione sciupata, di altri due punti buttati al vento e di probabile addio alle speranze di promozione diretta.
Ci verrebbe da chiedere a Lucarelli: come si può affermare di voler vincere il campionato quando poi, in vantaggio sul campo di una squadra che in classifica ha 20 punti in meno, si ha paura e ci si richiude indietro consentendo agli avversari di pareggiare?
Ormai è inutile fare certi discorsi: bisogna crederci fino alla fine, è vero, ma bisogna essere consapevoli che la promozione diretta è ormai volata via.
Se il Lecce a sette giornate dalla fine ha tutto questo vantaggio sul Catania un motivo ci sarà. Per favore questo motivo non identifichiamolo soltanto in Saraniti perché l’ex Virtus Francavilla con la maglia del Lecce ha segnato 4 reti e in ogni caso il Lecce senza Saraniti ha la coppia formata da Di Piazza e Caturano con 8 reti.
Il Catania ha il suo bomber che è Curiale, andato a segno per dodici volte, senza calci di rigore, con minor partite giocate rispetto a Saraniti. Se, però, si cerca il secondo marcatore del Catania si scopre che al secondo posto c’è la coppia formata da Lodi e Ripa con 5 reti e proprio quest’ultimo, acquistato per realizzare 15 reti, rappresenta la maggior delusione stagionale, non solo perché non è mai andato in rete al Massimino, realizzando le sue 5 reti (una su rigore) tutte fuori casa, ma per le reti sciupate che hanno fatto volare via punti preziosi. Certo non solo Ripa, ma tanti, tanti e tanti altri motivi, non ultimo gli errori commessi da un tecnico giovane e ancora inesperto.
Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line suwww.sportenjoyproject.com
Catania, 21 marzo 2018
Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto google immagini wikipedia )
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