ESTASI ROMA, JUVENTUS DAL SOGNO ALL’INCUBO
ESTASI ROMA, JUVENTUS DAL SOGNO ALL’INCUBO
La due giorni di Champions ci ha regalato emozioni che alla vigilia non pensavamo minimamente di poter provare. Roma e Juventus hanno dato prova che il calcio italiano è ancora vivo e vegeto, meritevole di rispetto, anche se l’impresa è riuscita soltanto a metà.
I giallorossi sono stati i primi a scendere in campo, contro un Barcellona che all’andata si era imposto per 4-1. La ‘remuntada’, come la chiamano in Spagna, non erano minimamente contemplata e per i blaugrana la trasferta a Roma sarebbe dovuta essere una bella gita di piacere. Invece il copione della doppia sfida aveva in serbo un colpo di scena da premio Oscar alla sceneggiatura.
Davanti ai 70.000 dell’Olimpico, Dzeko e compagni giocano senza niente da perdere; ed è proprio il bosniaco a sbloccare la partita dopo appena sei minuti di gioco. Il Barcellona inizia a sentire puzza di bruciato e ad inizio ripresa subisce pure il 2-0, realizzato da De Rossi su calcio di rigore per fallo di Piqué su Dzeko. Nell’occasione poteva anche starci il rosso per il capitano blaugrana, ma l’arbitro non se l’è sentita di andare oltre l’ammonizione.
Alla Roma manca un goal per centrare un’incredibile qualificazione e quel goal arriva grazie a un colpo di testa di Manolas, che a otto minuti dal termine manda in delirio l’Olimpico. Prima De Rossi e poi Manolas: gli stessi che all’andata al Camp Nou avevano affondato la Roma con due autogoal, hanno riscritto la storia con due reti che rimarranno per sempre impresse nella mente dei tifosi giallorossi.
Al triplice fischio si scatena la festa, prima in campo, poi negli spogliatoi e infine nelle vie della Capitale, per una notte di delirio a tinte giallorosse. Di Francesco zittisce tutti quelli che non lo consideravano pronto per allenare la Roma, il presidente Pallotta raggiunge il traguardo più alto della sua gestione e si concede un tuffo nella fontana di piazza del Popolo.
Scene di giubilo che contrastano con il dramma sportivo della Juventus, consumatosi appena 24 ore dopo. I bianconeri erano chiamati a ribaltare al Bernabeu il 3-0 subito in casa dal Real Madrid nella gara d’andata. Anche questa un’impresa impossibile, forse ancor più di quella della Roma, per fattore ambientale e non solo. Eppure i bianconeri ci credono e dopo due minuti sono già avanti grazie al goal di Mandzukic.
Prima dell’intervallo il croato trova anche la rete del raddoppio, iniziando a delineare i contorni di quella che sarebbe un’impresa leggendaria. Il Real comincia infatti ad avere paura e la Juventus ne approfitta, siglando il tris a metà ripresa con Matuidi. Il risultato nel doppio confronto è a quel punto in perfetta parità (3-3), ma quando tutto fa credere che si vada ai tempi supplementari, ecco arrivare la più atroce delle beffe per la Juventus.
A trenta secondi dalla fine del recupero, l’arbitro inglese Oliver fischia un calcio di rigore a favore del Real per una presunta spinta di Benatia su Vazquez. In campo si scatena il caos, con i bianconeri tutti attorno al direttore di gara per protestare. A farne le spese è Buffon, che viene addirittura espulso con un rosso diretto. Il penalty viene battuto quasi cinque minuti dopo, al 98′, ma Ronaldo è comunque glaciale. 1-3 e Juventus eliminata.
Nel post gara si scatenato le polemiche, con il popolo social che si divide tra chi pensa che il rigore ci sia e chi invece è convinto che si tratti di un furto ai danni della Juve. Buffon attacca pubblicamente l’arbitro e conclude nel peggiore dei modi quella che molto probabilmente è stata la sua ultima gara in Champions. Il sogno si è trasformato rapidamente in incubo, ma a Torino, e in tutta l’Italia, possono essere comunque orgogliosi della lezione di calcio che la Juventus ha dato al Real a casa propria.
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