In tutta la storia centenaria del calcio italiano, fatta di momenti neri e di clamorosi scandali, da «Calciopoli» dei primi anni Ottanta al più recente «Moggiopoli», non si era mai verificato qualcosa di così vergognoso e osceno come la farsa dei ripescaggi in serie B, nella quale sono emerse tante caratteristiche che contraddistinguono l’Italia attuale. Dalla malafede, all’approssimazione e incapacità di chi occupa determinati posti, dalla prepotenza e tracotanza di coloro che esercitano il potere, agli interessi personali ed egoistici, per finire all’esasperante e inaccettabile lentezza di una giustizia che difficilmente viene percepita dai cittadini come giusta.
Come capita sempre nel nostro Paese, a farne le maggiori spese sono sempre i più deboli, coloro che non possono, né si sanno difendere. In questa interminabile e obbrobriosa commedia legata al format della serie B, oltre alle società calcistiche palesemente danneggiate, a farne le spese sono stati migliaia e migliaia di tifosi, bistrattati, destabilizzati e umiliati, privati a singhiozzo di una passione legittima che è quella di poter incitare la propria squadra del cuore.
Inoltre, ciò che mi fa sdegnare è la profonda ipocrisia messa in campo dal presidente della Lega di serie B Mauro Balata, uno dei principali artefici di questa prevedibile e vomitevole situazione che si è venuta a creare e di alcuni presidenti di serie B che lo hanno spalleggiato. Mi dovrebbe spiegare, per esempio, Sebastiani presidente del Pescara, uno che quando parla spesso si lascia andare a considerazioni prive di ogni fondamento logico, qual è il danno riportato dalla sua società. Sebastiani ha affermato che le “ripescabili” non hanno diritto a chiedere gli eventuali risarcimenti perché i danni li hanno avuti le 19 società di serie B. Un’affermazione così sciocca e puerile, così priva di senso che si commenta da sola.
In attesa della definitiva parola fine, che dovrebbe arrivare il 15 novembre, anche se in Italia non esiste nulla di certo, l’esito finale ormai appare scontato. Così, la Lega di serie C, dopo aver sospeso tutte le gare delle squadre che avrebbero dovuto concorrere a un legittimo ripescaggio, (altrimenti perché sono state invitate ad espletare le procedure e ad effettuare un consistente esborso economico?) ha ordinato di tornare a giocare e il Catania l’ha fatto.
I rossazzurri si sono recati allo stadio Alfredo Viviani di Potenza, ospiti della neopromossa squadra locale che, dopo un inizio di campionato davvero brutto, culminato dall’esonero del tecnico Nicola Ragno, sotto la guida di Giuseppe Raffaele, hanno totalizzato dieci punti nelle ultime cinque gare disputate, andando a vincere sia a Rende che a Siracusa, prima di arrendersi sul campo della Sicula Leonzio e riscattarsi cogliendo lo scalpo più prestigioso in assoluto: quello del Catania.
Un Potenza così gasato dal felice momento attraversato da metabolizzare subito l’immeritata sconfitta contro la Sicula Leonzio. Un Potenza generoso e volenteroso e dotato in organico di buone individualità come Genchi, Strambelli, Emerson e il bomber França che hanno tenuto sotto scacco il Catania che, con tutto il rispetto, non è il San Severo o la Narnese, squadre con le quali il Potenza si è confrontato nello scorso campionato di serie D. I lucani, dopo tre pareggi consecutivi, cercavano la prima vittoria interna stagionale e, fra la sorpresa generale, sono riuscita a centrarla. Il Catania è uscito con le ossa rotte dallo stadio Alfredo Viviani, mirava all’intera posta in palio, invece ha riportato una sconfitta meritata. Per tutto il corso della gara la formazione guidata da Sottil è sembrata svogliata e priva di mordente e così ha subito un inaspettato e brusco rallentamento la corsa alla vetta della classifica, obiettivo ampiamente dichiarato dalla società di via Magenta.
Per la partita contro il Potenza, visti i tanti impegni ravvicinati, Sottil, pur riproponendo il 3-4-1-2, con Lodi alle spalle del tandem di punta Marotta- Curiale, ha presentato qualche novità nello schieramento previsto con l’inserimento di Lovric in difesa. Si parte agli ordini del signor Marchetti di Ostia Lido e i primi venticinque minuti per il Catania sono da incubo. Ci si aspettava un Potenza attendista, invece i padroni di casa partono a tutto spiano e mettono subito in difficoltà i più quotati avversari. Dopo appena due minuti Pisseri si deve superare per evitare il vantaggio dei lucani. Ma il Potenza gioca sulle ali dell’entusiasmo e all’11’ passa in vantaggio con l’eterno bomber França (39 anni) che svetta di testa su cross di Giron e deposita la palla all’angolino. Il Catania accusa il colpo e non riesce a reagire e i “vecchietti” del Potenza al 25’ raddoppiano con Strambelli (35 anni) autore di un pregevole diagonale. Il Catania appare stordito ma reagisce e al 38’ accorcia le distanze con un gran tiro della distanza di Biagianti e in chiusura di tempo si divora il pareggio con la coppia Marotta- Curiale.
Nella ripresa Sottil sostituisce il disastroso Lovric con Calapai. Il Catania si sbilancia alla ricerca della parità ma è decisamente giornata no e al 57’ arriva la terza rete del Potenza con Guiata sugli sviluppi di un corner battuto da Strambelli, su dormita della difesa etnea (Pisseri compreso). Sottil tenta la carta Llama che al 59’ prende il posto di Angiulli (prova sottotono). Entrano anche Vassallo e Brodric al posto di Marotta e Manneh, ma il Potenza odierno si dimostra più forte di quanto si pensasse, il Catania, forse appannato dal forzato riposo, appare senza ritmo e con le idee confuse. Arriva una sconfitta tanto imprevista quanto meritata. Il Catania adesso tornerà in campo contro il Siracusa pe recuperare la gara della seconda giornata rinviata per la “porcheria” ripescaggi. I rossazzurri devono assolutamente vincere e riacquistare subito quel ritmo smarrito. Questi sono i primi e tangibili danni sportivi che il Catania ha subito dal prepotente Balata.
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Catania, 04 novembre 2018
Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine
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