Il Catania suda le proverbiali sette camicie ma alla fine incamera tre punti e manda a casa battuta la modesta Reggina.
Di sicuro non è stato il miglior Catania stagionale, né, tantomeno si può dire che il Catania è questo. Ma, per favore, mettiamo da parte le critiche e non lasciamoci andare a considerazioni scriteriate. La classifica dei rossazzurri poteva essere più sostanziosa, è vero, ma tutto è meno che deludente, per vedere il bel gioco ci sarà tempo. Contro la Reggina occorreva solo una cosa: vincere, incamerare i tre punti e non perdere le distanze dalla scatenata Juve Stabia. E alla fine il Catania ha vinto.
Certo in tanti hanno storto il muso e a metà ripresa il pubblico, spazientito, ha cominciato a fischiare, per fortuna è arrivata la rete rocambolesca che ha consegnato la vittoria ai ragazzi di Sottil e in chiusura di gara la squadra è stata (timidamente) applaudita.
Delle cinque squadre che il Catania ha ospitato al Massimino la Reggina ha dimostrato di essere la meno qualitativa, appunto per questo ci si aspettava una vittoria più larga e più convincente. Ma le partite, è risaputo, non si vincono mai sulla carta e il verdetto del campo può riservare sorprese, e per poco la sorpresa non è venuta fuori con i calabresi che sono andati a un passo dal portarsi a casa un clamoroso zero a zero. Spieghiamo subito il perché dell’aggettivo. La Reggina si è presentata al Massimino con una rosa di ventiquattro ragazzi tutti nati negli anni Novanta e con Mastrippolito che è nato nel Duemila. Ad eccezione di Zibert e del giovane ventenne Roberto Marino (che è nato a Catania) nessun calciatore ha un livello tecnico al di sopra del livello tecnico del campionato. Sandomenico e Alessio Viola, agli esordi, sembravano destinati a una carriera migliore, ma sono arrivati a ventotto anni e sono sprofondati nella mediocrità. Quindi al cospetto del Catania una squadra giovanissima, inesperta, tecnicamente modesta, che dovrà lottare tenacemente per evitare i Play out.
Sottil per superare l’ostacolo Reggina si è affidato al 4-2-3-1 con Marotta unica punta, supportata a turno da Barisic e Vassallo. La gara è iniziata subito con gli ospiti in atteggiamento dichiaratamente rinunciatario, rinchiusi nella loro metà campo. Per tutto il primo tempo i calabresi non hanno mai osato venire fuori e nessuna delle squadre fin adesso venute al Massimino ha giocato così chiusa. Il nervosismo dei tifosi è via via aumentato quando con la Reggina che continuava a sbagliare rinvii e pallone in quantitativo industriale il Catania non riusciva a metterla dentro.
In verità, il Catania aveva già segnato al 7’, con una gran botta dalla distanza di Biagianti, ma Camplone di Pescara aveva annullato la rete per una carica al portiere inesistente. Tre minuti prima era stato Barisic, servito da Lodi, a sciupare tirando a lato da ben dentro l’area.
Per tutto il primo tempo la gara andava avanti con la Reggina rintanata dietro e col Catania che cercava la rete del vantaggio. I rossazzurri ci andavano assai vicini al 18’ quando Lodi, direttamente da calcio d’angolo, serviva indietro Scaglia. Il centrocampista etneo si coordinava benissimo e lasciava partire un potente bolide che il giovanissimo Confente respingeva a mani aperte. Nel secondo dei tre minuti di recupero concessi dall’arbitro per l’infortunio capitato a Mastrippolito la rete sembrava cosa fatta: Scaglia (buona la sua prova) crossava per Marotta che con la porta spalancata, da un metro, riusciva a non segnare.
Pubblico indispettito perché il Catania sebbene, non brillantissimo, poteva chiudere la prima frazione di gioco con tre reti di vantaggio, invece si era ancora sullo zero a zero.
Nella ripresa il Catania, per i primi dieci minuti partiva bene, ma poi si spegneva lentamente come una candela irretito dal gioco rinunciatario degli ospiti.
Al 17’ Sottil mandava in campo Curiale e Llama, il primo sostituiva un sufficiente Vassallo. L’argentino entrava al posto del generoso Biagianti. Il Catania ci provava ma al 18’ Llama tirava alto da buona posizione, poco dopo Marotta ciccava la palla e cominciavano a volare i primi fischi.
La Reggina cominciava a crederci e tirava fuori la testa dalla tana. Ma i calabresi non riuscivano mai a tirare in porta e al 78’ avevano un’ottima occasione col subentrante Emmausso, ma il giovane, da buona posizione, tirava altissimo.
La gara stava tramontando e si era ancora ancorati sul risultato di partenza quando, all’88’ Llama s’avviava a tirare l’ennesimo calcio d’angolo, sostituendo il consueto Lodi. Dalla bandierina partiva una traiettoria carica d’effetto che il giovane Confente prima bloccava e poi si lasciava sfuggire dalle mani portandosi la palla forse oltre la linea di porta, ma in ogni caso Marotta ci metteva il piede e il Catania trovava la rete del meritato vantaggio punendo (giustamente) una Reggina ordinata ma troppo rinunciataria. Alla fine arrivavano i tre punti ma non svanivano le perplessità.
Paragonare fra di loro momenti diversi non è corretto, ma visto che qualcuno poco informato continua a farlo mi preme far sapere, a chi non lo sapesse, che il Catania di Sottil ha disputato 11 partite (5 casalinghe e 6 esterne) totalizzando 21 punti, frutto di 6 vittorie 3 pareggi e 2 sconfitte. Il Catania di Lucarelli dopo 11 partite disputate aveva 19 punti, ovvero due punti in meno avendo ottenuto 6 vittorie, un pareggio e 3 sconfitte. Accetto le critiche, ma se si stravolgono o falsificano le cifre o si è disinformati o… si tifa per una squadra diversa.
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Catania, 25 novembre 2018
Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine
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