La serie C italiana e il torneo del Cabanuca. Il Matera non si presenta al Massimino e danneggia il Catania e i suoi abbonati.
I lettori meno giovani ricorderanno senz’altro il bel campo di calcio in erba sintetica del Cabanuca dove si disputavano accesi tornei estivi. Un anno mio cognato iscrisse la squadra in un torneo e mi invito a giocare. La squadra si chiamava Simonetta, come mia nipote nata da meno di un anno e con i tre fratelli La Vecchia, mio cognato Nicola e altri bravi ragazzi la squadra non era niente male. A quel torneo si iscrissero undici squadre, un torneo monco proprio come l’attuale serie C. Ogni squadra giocava in una settimana anche tre partite e gli orari potevano variare fino al giorno prima della disputa dell’incontro.
A quel tempo non conoscevo ancora Manlio Grimaldi né Francesco La Rosa.
Da qualche anno avevo messo da parte le velleità di fare il giornalista e non pensavo mai di poter raccontare un giorno l’episodio. Ebbene, nella prima partita ci imbattemmo nella squadra che poi vinse il torneo, vincendo tutte le dieci partite della regolar season, la semifinale e la finale. Fu una partita molto combattuta, lottammo su ogni pallone, ma nel finale della gara prevalse la forma atletica e la migliore disposizione tattica dei nostri rivali. La gara successiva non lasciammo scampo ai nostri avversari di turno. Tutto andava bene quando, a metà torneo, con grave ritardo, ci comunicarono che era mutato l’orario del nostro incontro in programma. Diversi di noi erano impegnati. Ci presentammo in campo in otto, il nono calciatore arrivò a inizio del secondo tempo, ma alla fine la fatica accumulata per l’inferiorità numerica ci costrinse a una sconfitta di misura per 2-1. La Simonetta da quel momento cominciò a sfilacciarsi abbandonando le speranze di qualificarsi.
Si arrivò all’ultima gara con due squadre che si giocavano l’accesso alle semifinali, che nel confronto diretto avevano pareggiato per 1-1, appaiate al quarto posto con la stessa identica differenza reti e le stesse reti segnate e subite. La squadra A giocò la sua ultima partita il giorno prima e vinse per 4-1. La squadra B, il giorno dopo, avrebbe dovuto sfidare la squadra più debole delle undici partecipanti al torneo, una squadra che in nove gare aveva ottenuto due pareggi e sette sconfitte. Alla squadra B per accedere alle semifinali occorreva vincere con più di tre reti di scarto o con un punteggio più alto del 4-1 e passare in virtù del maggior numero di reti segnate.
Ebbene, su suggerimento dei loro rivali, gli avversari della squadra B non si presentarono. Per regolamento la squadra B, fra le infinite polemiche, ottenne la vittoria per 3-0 a tavolino ma venne estromessa dalle semifinali, con la stessa identica differenza reti della squadra A, per aver segnato una rete in meno!
È incredibile, quel torneo del Cabanuca somiglia tanto all’attuale serie C italiana!
Il Pro Piacenza si presenta in campo contro l’Alessandria con appena dodici ragazzini con alcuni di loro tesserati mezz’ora prima. Il Matera dopo aver preso quattro reti dalla Sicula Leonzio, che in tutto il campionato ne aveva segnate appena dodici, chiede il rinvio dell’incontro col Catania. Giustamente il rinvio non viene concesso e, per danneggiare il Catania nella differenza (proprio come al Cabanuca) e i suoi abbonati non si presenta in campo e perde a tavolino per 3-0. In considerazione che Rieti e Sicula Leonzio hanno segnato quattro reti alla Berretti del Matera e la Reggina addirittura sei e che come organico non valgono certo il Catania è plausibile supporre che il Catania avrebbe vinto almeno per 7-0.
Ma questo che razza di calcio è?
L’organizzazione della serie C italiana è simile a quella dei tornei estivi e non dico dei tornei oratoriani in cui vigeva la ferrea regola che se non presentavi il tesserino attestante che avevi ascoltato la Santa Messa non ti facevano giocare.
C’è solo da vergognarsi per tutto quello che è successo in estate e sta continuando ad accadere. Ma in Italia in molti conoscono il rosso dell’ira, il rosso della superbia, ma non quello del pudore e della vergogna.
Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com
Catania, 23 gennaio 2019
Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto google immagini liguriagol.it )