Il Catania soffre ma doma l’imbattuta Juve Stabia e alimenta le speranze di promozione diretta.
È bastata la bella vittoria di Catanzaro, ottenuta in rimonta dopo una prova assai convincente, per tirare su una tifoseria depressa e accendere l’entusiasmo attorno al Catania. A corroborare la fiducia dei tifosi etnei il calendario che, dopo Catanzaro, prevedeva l’arrivo al Massimino dell’imbattuta capolista Juve Stabia. Per il Catania si prospettava l’ultimissimo bivio: o vincere e continuare ad alimentare le esigue speranze di promozione diretta, o almeno di piazzamento al secondo posto, oppure non pensarci più e prepararsi per la difficilissima lotteria dei Play off sperando nella buona sorte e nell’esperienza di Novellino. Ebbene: il Catania non ha fallito l’appuntamento e si è preso la soddisfazione di togliere l’imbattibilità stagionale alla squadra campana.
La Juve Stabia allenata da Fabio Caserta si presentava al Massimino da capolista ancora imbattuta, complice una buona dose di fortuna e diversi arbitraggi fin troppo benevoli (sono troppi i calci di rigori dubbi che durante la stagione sono stati fischiati in favore dei campani). Tuttavia, nelle ultime cinque gare disputate “Le Vespe” avevano dati chiari segnali di una forma fisica in netto calo, testimoniata dai quattro pareggi stentati e dall’unica vittoria (striminzita) ai danni della Reggina.
Dopo diciotto risultati utili consecutivi, con ben diciotto vittorie e dieci pareggi, la prima sconfitta stagionale era nell’aria e Catania appariva per loro una tappa quasi proibitiva.
Per l’occasione la società etnea ha indetto la «Giornata rossazzurra» e tutto sommato la tifoseria ha risposto bene all’invito.
Rispetto alla gara di Catanzaro per il tecnico Novellino c’era il problema di sostituire lo squalificato Rizzo, problema risolto alla grande con l’impiego di Bucolo che ha disputato una gara lodevole. Inizia la gara e il Catania lascia campo alla capolista, ma è una tattica voluta e Caserta abbocca come un pivellino. Dopo nove minuti, alla prima vera ripartenza, il Catania sblocca la partita. Lodi lancia Marotta che è molto bravo ad incunearsi in area di rigore dove viene nettamente atterrato. Sozza di Seregno concede la massima punizione, dal dischetto va Lodi che non sbaglia. La Juve Stabia si riversa in attacco, mostra anche una buona tecnica individuale ma, a dispetto delle 51 reti segnate e del miglior attacco del girone, mostra una sterilità offensiva notevole. I campani continuano ad avere il miglior attacco del girone ma se nelle ultime nove gare disputate hanno segnato soltanto cinque reti ci deve pur essere un motivo. Tuttavia, intorno alla mezz’ora ci vuole il miglior Pisseri per respingere in uscita (il pallone lo colpisce anche in faccia) un gran tiro di Paponi.
Il Catania stringe i denti e va al riposo in vantaggio. Nella ripresa il copione della gara non cambia con la capolista che ha il dominio territoriale e il Catania che cerca di far male in contropiede. Compatti e concentrati i rossazzurri lottano su ogni pallone rintuzzando i tentativi degli inferociti avversari che non erano abituati alla sconfitta. Emerge la grinta di Biagianti, la tecnica individuale di Calapai, lo spirito di sacrificio di Bucolo, l’esperienza di Marchese, la lucidità di Lodi, la forza fisica di Baraye e la generosa ma a tratti arruffata corsa di Marotta. Proprio il barbuto attaccante pescato da un geniale lancio di Lodi si divora in contropiede il raddoppio tirando molto forte ma addosso a Branduani. Poco prima era stato Bucolo con un’iniziativa personale a costringere il portiere ospite a una difficile respinta in calcio d’angolo. La Juve Stabia continua a mantenere il pallino del gioco e si rende pericolosissima con Canotto, Torromino e Carlini, ma Aya è una diga insuperabile e Pisseri è molto attento. Caserta tenta d’evitare la sconfitta operando alcuni cambi, Novellino gli risponde azzeccando i cambi, sia chiaro nessuno per demerito di chi è uscito ma per ragioni tattiche e di stanchezza fisica. I campani non accettano la sconfitta e commettono qualche fallo di troppo, da espulsione diretta un fallaccio sul neo entrato Sarno che suscita una rissa. L’arbitro sorvola su un grave spintone del rissoso Troest, che si fa mezzo campo di corsa per prendersi la questione e ammonisce un calciatore ospite e Aya.
I minuti scorrono implacabili ma stavolta il tempo scorre a favore del Catania perché l’imbattuta capolista, almeno prima di questa gara, non ha più la forza di pareggiare e si rassegna alla sconfitta.
Finisce in tripudio con i rossazzurri che raccolgono il meritato applauso dei tifosi. Mettiamo un po’ da parte le gare interne, visto che il Catania ne ha vinte lo stesso dodici su quattordici disputate ma ci si chiede se il Catania avesse messo sempre la stessa grinta di oggi anche fuori casa non sarebbe in testa alla classica? Domanda retorica, ormai non si può più tornare indietro e si deve guardare avanti.
Per intanto il Catania deve cercare di vincere tutte le sette gare che mancano fino alla fine del suo campionato, poi si vedrà. Almeno ci avrà tentato e visto che ancora c’è in programma Juve Stabia- Trapani, in considerazione della batosta subita dai granata sul campo del Francavilla, facendo bottino pieno, verosimilmente, si sarà assicurato almeno il secondo preziosissimo posto. Attraverso i Play off, per questa stagione, andranno in serie B le due finaliste e sia a Catanzaro che oggi il Catania ha dimostrato di non avere nulla in meno di quello che hanno le altre squadre rivali, soprattutto di avere qualcosa in più in panchina.
Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com
Catania, 17 marzo 2019
Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto google immagini naoolisoccer.net )