Il Catania non ha alibi: a Trapani perde la faccia e la possibilità di giocare la gara finale per la serie B.

Il Catania s’appiglia alle malefatte dell’arbitro per giustificare l’eliminazione dalla corsa alla serie B. L’alibi può funzionare solo per coloro che non erano presenti al Provinciale di Trapani, diventa insostenibile per chi dalla tribuna centrale ha sofferto per tutto il primo tempo, quando a fare la partita e a dominare è stato il Trapani, ha sperato, dopo la rete del pareggio di Curiale e ci ha creduto nei sedici minuti in cui il Trapani ha sbandato. Alla fine il Catania ha perso la testa, ha concluso la gara in otto e, oltre alla qualificazione, ha perso anche la faccia.
Premesso che l’arbitro Sozza di Seregno è un arbitro scadente, come quasi tutti gli arbitri della terza serie, alla stessa maniera di come lo è stato nella gara d’andata Robilotta di Sala Consilina, cosa c’entra l’arbitro con il comportamento smidollato di Esposito? Che colpa ha l’arbitro se Sottil ha messo in campo un calciatore che ha giocato poche partite e in tutte quelle giocate ha quasi sempre giocato male? Che colpa ha l’arbitro se Novellino in dieci partite disputate, con sei gare casalinghe a disposizione non è stato nemmeno capace di portare la squadra al terzo posto? Ad un certo punto del campionato, mancavano sette gare alla fine, il Catanzaro aveva mollato e dopo tre sconfitte consecutive aveva permesso al Catania di avere sei punti di vantaggio in classifica, pur con una gara in più disputata. Ebbene, con Novellino in panchina il Catania è riuscito a perdere l’enorme vantaggio e ha conquistato il modestissimo e mortificante bottino di quindici punti con un meno sette in Media Inglese! Col terzo posto in campionato il Catania sarebbe stato testa di serie e con due pareggi si sarebbe trovato in finale per la B, mentre adesso, senza mai perdere è stato eliminato! Che colpa ha di tutto questo Sozza di Seregno? Si dice chi è causa del suo mal pianga se stesso. Il Catania non può appigliarsi all’arbitraggio per giustificare l’eliminazione e il totale fallimento della stagione, non è corretto. Cosa avrebbe dovuto fare l’arbitro nei confronti di Esposito? Se non l’avesse espulso sarebbe stato da radiazione. Chi mi conosce sa quanto sia smisurato il mio amore per il Catania, ma io mi reputo una persona intellettualmente onesta.
L’arbitro non poteva agire diversamente ha espulso Esposito e l’espulsione è meritata, non poteva farci nulla. Qualcosa la può fare la società: far cambiare aria a un calciatore che durante l’intera stagione ha dimostrato di non essere funzionale al progetto del Catania e con lui far cambiare aria a tanti altri, a partire da Marotta, generoso quanto si vuole, ma mediocre, rissoso, caratterialmente fragile e prossimo ai trentatré anni.
L’arbitro non ha colpe se Corapi correva a velocità tripla rispetto quella di Rizzo, l’arbitro non può farci nulla ma la società sì.
La società può fare piazza pulita ed eliminare tutti quei calciatori che hanno contribuito a rendere una stagione fallimentare, e sono davvero tanti.
Pertanto, secondo il mio punto di vista, il Catania non ha alibi. La possibilità di disputare le due gare che danno il pass per la serie B il Catania l’ha sciupata nella gara d’andata al Massimino, al ritorno ci sarebbe voluto un miracolo e il Catania, che ha vinto appena una gara (quella casalinga contro la Reggina) delle ultime sette disputate, non è stato in grado di fare il miracolo.
Vincere a Trapani contro una squadra che in casa ha la miglior media punti di tutta Italia di per sé era difficile, lo era ancora di più per una squadra come il Catania che in campionato, fuori casa, ha fatto male, tanto che soltanto sette squadre hanno fatto peggio! Morale della favola: se il Catania è stato eliminato ciò non è avvenuto per colpa dell’arbitro. Il Trapani l’ha messa sulla rissa è vero, ma la colpa è del Catania. Se rissa doveva essere doveva avvenire all’andata, in casa, davanti a oltre ventimila spettatori, non fuori casa, davanti a un pubblico avvelenato che inveiva. Qualcuno doveva mostrare maggior grinta nella gara d’andata, doveva impedire che Tulli scambiasse con Corapi e tirare in porta, anziché stare fermo a guardare.
Dunque, il Catania si è recato a Trapani con una situazione già compromessa. Durante la stagione Sottil ha dimostrato di essere molto più valido di Novellino, ma anche Sottil ha commesso degli errori e dopo quella nella gara d’andata, a mio giudizio, ha sbagliato formazione iniziale anche nella gara di ritorno. Una squadra con Esposito centrale e Aya laterale, a mio giudizio, non ha senso per chi deve giocare per vincere. Lo spento Rizzo della gara d’andata doveva essere lasciato in panchina, invece, ha giocato un tempo prima di essere sostituito da Biagianti e durante quel tempo il centrocampo del Trapani, come nella gara d’andata, ha fatto quel che ha voluto. Di Piazza doveva essere affiancato dall’inizio da Curiale, invece è stato lasciato troppo solo, per giunta ad inizio ripresa a sostituire Manneh è stato Marotta e non Curiale, con il risultato che Marotta non ha fornito nessun contributo e si è distinto solo per alcuni atteggiamenti provocatori che non fanno bene al calcio.
Insomma, il Catania doveva giocare per vincere, invece nei primi venti minuti in campo c’è stato solo il Trapani. Al 21’, però, il Catania poteva passare in vantaggio e trovare la rete della qualificazione con Llama (uno dei pochi a salvarsi), il centrocampista argentino, ingrugnito per una gomitata subita tre minuti prima che gli ha causato una ferita e l’ha costretto a continuare a giocare con la testa fasciata, recuperava un pallone e calciava con potenza, ma la sfera sfiorava il palo di Dini e si perdeva sul fondo. Avesse inquadrato la porta, probabilmente, il Catania sarebbe rimasto in corsa per la serie B. La porta la inquadrava quattro minuti dopo Taugordeau su punizione concessa da Sozza per un presunto fallo (inesistente) subito da Corapi. Pisseri, a coronamento di una seconda parte di stagione non esaltante, partiva in ritardo e il Trapani passava in vantaggio. Il portiere si riscattava parzialmente al 31’ impedendo il raddoppio a Toscano.
Trovata la rete, gli uomini di Italiano continuavano a correre con Corapi e Ferretti che sembravano indemoniati, invece Lodi correva poco, ma almeno cercava di far correre la palla, Rizzo correva ancora meno e toccava pochissimi palloni, Llama si batteva con ardore ma era poco appoggiato.
Il Trapani chiudeva con merito il primo tempo in vantaggio dimostrando di essere più squadra del Catania. Nella ripresa Sottil sostituiva subito l’inguardabile Rizzo con Biagianti, Calapai per l’ammonito Silvestri e Marotta per uno spento Manneh. Paradossalmente le sostituzioni finivano per danneggiare il Catania perché, alla fine Biagianti e Calapai venivano espulsi e Marotta riusciva nell’impresa quasi impossibile di far peggio di Manneh. Comunque, Aya veniva riportato in posizione centrale e la formazione appariva più logica. Al 53’ Esposito, durante gli sviluppi di un calcio d’angolo a favore del Catania, colpiva con un pugno un avversario e l’arbitro decretava la sacrosanta espulsione. In inferiorità numerica il Catania aveva una grande reazione della serie venti minuti nella gara d’andata e venti minuti nella gara di ritorno. Al 65’ Sottil sostituiva un deludente Sarno con Brodic e due minuti dopo mandava in campo Curiale al posto di Di Piazza che uscendo mi richiamava alla mente un bel libro dal titolo La solitudine dei numeri primi.
Al 69’ i due nuovi entrati confezionavano la rete della speranza: perfetto cross di Brodic e perentorio stacco di testa di Curiale che non lasciava scampo a Dini. Il Catania ci credeva, il Trapani sbandava paurosamente, il pubblico veniva colto dal terrore e temeva il sorpasso. In effetti il sorpasso pareva nell’aria perché il Catania, pur in inferiorità numerica, metteva alle corde i padroni di casa e al 78’ Llama con una gran tiro al volo metteva in gran difficoltà Dini e creava panico fra gli spettatori di fede granata.
I minuti della speranza duravano fino all’85’ quando Biagianti veniva espulso per doppia ammonizione. Il Catania finiva nella trappola e la partita si trasformava in rissa. Mancavano ancora dieci minuti (compreso il recupero), il Catania si riversava in avanti e per gli spettatori di casa erano momenti di panico che scaturivano in diverse invettive fuori luogo. Finiva tutto all’89’ quando Calapai si faceva espellere per un vistoso fallo di reazione. In otto contro undici, i sei minuti di recupero diventavano inutili.
Il triplice fischio di Sozza sanciva la fine della stagione fallimentare del Catania e la speranza del Trapani d’approdare in serie B. Se non dovesse farcela il prossimo anno nel girone del Catania, oltre ai rossazzurri ci saranno Trapani, Bari, Avellino, Catanzaro, Reggina, Casertana, Foggia e forse la Salernitana di Lotito, quello che ha voluto la serie B nel mostruoso e dilettantistico format di diciannove squadre.
Insomma, si tratterà di una vera e propria B2 a consolazione di chi in B poteva andarci in maniera diretta, poteva andarci attraverso gli spareggi e ha fallito.

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Catania, 3 giugno 219
Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto Francesco La Rosa per Sport Enjoy Project Magazine )