Vincenzo Spampinato: la sua musica di ieri, le sue parole di oggi.

Quasi un’ora e mezza di spettacolo, leggiadro come i suoi scritti, profondo come la sua musica, ha deliziato un numerosissimo pubblico durante la presentazione del libro “Fioriranno i mandorli sulla Luna” (Carthago Edizioni) del cantautore Vincenzo Spampinato stavolta nell’originale doppia veste di scrittore e cantante, una raccolta di pensieri dove l’antico torna rinnovato in veste moderna (Il bacio, Yesterday, Moby Dick), e il nuovo trae forza dall’antico (La mia mano, Ti porterò, Sassi). Un libro impreziosito, inoltre, dagli eleganti scatti del fotografo Cosimo di Guardo, decine e decine di immagini patinate da un pregevole, raffinato, vintage.

Brevi “cose scritte”, come cita l’autore, ma delicate e potenti nei contenuti (XL, Amori, Sorrisi spettinati, Il filo, Quando) e corredati di un’introvabile (oggi) eclettica eloquenza che ci ha deliziato durante la loro lettura dopo tanto moderno, odiato, rumore del nulla (Quella foglia, Stammi vicino, Il pianista, La montagna). Duecento quarantuno pensieri imbevuti di carezze, capelli, sorrisi, baci, abbracci, LP, vento pioggia, cuore, dolore, note, sogni e… lune, parole che si reggono su due pilastri come amore e mare, tutti termini scritti sul pentagramma di una raffinata dolcezza.  Magari saranno scritti a volte ermetici, cominciando già dai titoli e a seguire nei contenuti, ma pensiamo di un impenetrabile quanto basta, anche perché convessi specchi che tentano di riflettere l’abissale intimo dell’artista.  E chi come noi, scorrendo e catturando tra i nostri pensieri le sue infinite pagine, ha assorbito i tanti messaggi inviateci attraverso una poetica non comune, non può non notare che alcune di questi trattasi di inconfessate, inaccessibili, resilienze intinte in riflussi di amore e diventate come suoi “necessari” vestiboli di un aggrovigliato, passionale e appassionato IO che prova a mostrare, parimenti, l’uomo, l’artista, il poeta (Resilient fly, Senza biglietto, perLa Luna, Il mare che manca).  Ed è stato delizioso immergersi anche in tanta (ottima) musica accompagnata dalle letture “video” di famosi artisti come Luca Ward, Gianfranco Jannuzzo, Leo Gullotta, che ne hanno esaltato una lirica mai banale e, cosa più importante, mai fine a sé stessa e “sussunta”, inevitabilmente, in quell’infinito universo cantautorale che è l’immensa storia di Spampinato.

E come non bastasse, oltre ad apprezzare l’arcinota bravura del cantante, per molti è stata una piacevole scoperta anche vederlo giocare nel non semplice ruolo dell’intrattenitore grazie a un gradevole cabaret che, in queste occasioni, non guasta mai e che ci ha donato quel giusto gusto di ilare distrazione: su tutto un’esilarante digressione sui moderni social network, rivisitati con le giuste perplessità di un “ragazzo“ degli anni ’70 come Vincenzo.

Ad accoglierlo è stata un’elegante location messa a disposizione dall’associazione culturale Mirto di Acireale, città che ha adottato da tantissimo tempo il cantautore catanese in un simbiotico rapporto traboccante di reciproco affetto tra Vincenzo e “Jaci”, relazione che travalica perfino i circoscritti, burocratici, argini della cittadinanza onoraria donatagli anni or sono. A rifletterci un attimo non è un titolo assimilabile a logore, reiterate, noiose, premiazioni, ma molto, molto di più.

E così…la navicella, su cui si è imbarcato uno dei nostri più importanti artisti conterranei, liberatasi dai suoi moduli, è già entrata nell’orbita lunare fino ad atterrare sul nostro satellite naturale in attesa che i mandorli della vita, annaffiati dall’amore dei suoi pensieri ritornino a fiorire. E con la musica e le parole del nostro Vincenzo Spampinato, siamo certi che cresceranno più rigogliosi che mai.

Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com

Catania, 13 luglio 2019

Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine )