Pronostico rispettato: sarà il Venezia a sfidare il Parma, ma il Catania non ha sfigurato.
di Tino La Vecchia
La qualificazione era di per sé difficile, non quanto per il valore delle due squadre in campo, per il semplice fatto che il Catania giocava fuori casa e il Venezia ci teneva a superare il turno. Giorno diciotto lo stesso identico discorso si riproporrà per il Venezia e ad andare avanti al 90% sarà il Parma. I signori della Lega lo sanno benissimo ed è fatto di proposito, in modo tale che la promozione al turno successivo sia sempre appannaggio della squadra di categoria superiore. Da diverse edizioni la Coppa Italia propone sempre lo stesso identico scenario della serie: non c’è spazio per i poveri. Eppure, basterebbe poco a rendere la manifestazione più interessante, basterebbe far giocare sul proprio campo la squadra di categoria inferiore, ne sa qualcosa il Verona, sconfitto e dominato lo scorso torneo al Massimino e poi promosso, in verità con pochissimi meriti, in serie A.
Perdonatemi la crudezza dell’espressione, a me la formula della Coppa Italia, così com’è, appare come definì l’indimenticato Paolo Villaggio la corazzata Potemink nel film Il Secondo tragico Fantozzi.
Comunque, il Catania al Penzo ci ha tentato, il Venezia ha rischiato di andare sotto prima di sbloccare la gara al 3’ con Zuculini. Subita la rete i rossoazzurri non si sono scomposti e hanno continuato a giocare con la massima tranquillità facendo intravedere delle buone trame, sfiorando il pareggio con Sarno. Meritato pareggio che è arrivato a tre minuti dalla chiusura del primo tempo con un colpo di testa di Silvestri, bravo ad inserirsi sul calcio d’angolo battuto da Lodi.
Nella ripresa il Venezia è tornato in vantaggio al 56’ con una bella punizione calciata da Aramu. Stesso atteggiamento del Catania che è andato vicino al pareggio con Di Molfetta che ha centrato in pieno la traversa. I rossazzurri ci hanno provato, ma alla fine ha avuto ragione il Venezia.
Adesso il Catania deve concentrarsi sul campionato. Capisco lo scetticismo dei tifosi, dopo aver sentito gridare per più volte “Al lupo, al lupo”, quando il lupo arriva per davvero gli abitanti del villaggio non ci credono più.
Secondo me, con qualche piccolo correttivo, quest’anno il lupo potrebbe arrivare davvero. Furlan in porta non dovrebbe far rimpiangere Pisseri, ottimo nei primi due campionati in maglia rossoazzurra, decisamente meno nell’ultimo. Calapai, non è un mistero, l’ho sempre considerato il miglior esterno della categoria. Pinto è valido.
A centrocampo è tornato Mazzarani che verrà senz’altro utile. Lodi, età a parte, è sempre in grado di mettere il pallone dove vuole. Curiale mi pare rinato e Di Piazza e Sarno, che ormai si sono pienamente ambientati, prelevati l’anno scorso a gennaio, ci saranno dalla prima giornata e potrebbero fare una stagione di alto livello. Senza considerare che a ma piace molto, come ho già avuto modo di dire, Davide Di Molfetta che potrebbe benissimo far dimenticare quell’Andrea Di Grazia che l’anno scorso non c’era, già andato in rete con la maglia del Pescara.
Bari a parte, le altre squadre non mi sembrano di gran lunga superiori al Catania.
Un po’ di pazienza, la gara inaugurale del torneo sta per arrivare, il Catania giocherà ad Avellino e in Irpinia troverà la squadra dei lupi, quelli autentici.
Catania, 12 agosto 2019
Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto google immagini ysport.eu )
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