Vox populi: il prezzo da pagare.
di Concetto Sciuto
Monopoli non porta bene al Catania. E questo oramai sembra chiaro a tutti. Ma può bastare appellarsi alla sola cabala per giustificare l’ennesima figuraccia al Vito Simone Veneziani? Si accontenteranno i tifosi, soprattutto quelli con 1058 km sul groppone, di questa aleatoria motivazione? Domande retoriche con risposta banalmente scontata, anche perché dopo lo svantaggio iniziale eravamo riusciti pure a ribaltare il risultato, illudendoci, e questo, per diversi aspetti, rende più amaro quel boccone che proprio non vuol andare giù e ancora più pesante la strada di ritorno da una nuova, deludente, trasferta. Inutile girarci troppo intorno, squadra rimaneggiata causa infortuni a parte, la scusa ugualmente non regge, pertanto abbiamo il buon senso di chiamare le cose con il loro nome: la sconfitta in terra pugliese è illegittima (o forse legittima?) figlia anche di un perenne livore tra società e tifoseria, figlio, a sua volta, di una sorta di atavico “tutti contro tutti” che ci condanna ancora una volta a reiterate umiliazioni, relegandoci in una categoria dove a questo punto, forse, meritiamo di stare e per motivi diversi da quelli sportivi. Siamo chiari: nessuna accusa diretta, anche perché parlare di un solo colpevole sarebbe troppo comodo e per nulla semplice da dimostrare, avremmo già trovato la soluzione. Qui, l’unica certezza è che questo atteggiamento, di comunicazione “zoppicante” da una parte, e di immediato scoramento dall’altra ad ogni sconfitta, sintetizzabile in quel pronto “J’accuse” verso la dirigenza, innesca ogni volta un corto circuito difficile da smorzare con i risultati che tutti conosciamo. Sugli ideali piatti della bilancia delle ragioni dell’uno e dell’altro, ognuno può vantare diverse concrete motivazioni a suo favore. Non pochi sacrifici per sanare i debiti, e con tre campionati mai persi sul campo, da una parte, dedizione, passione, spirito di abnegazione tra abbonamenti, trasferte, a tifare sotto la pioggia e il freddo, e tanto fiele da deglutire a ogni fine campionato, dall’altra. Conto pari?
Non ne siamo certi, cosa più sicura è che fino adesso a poco o a nulla è tornato utile, alla causa del Catania, questo atteggiamento della lite continua. Una strada già battuta innumerevole volte senza che la stessa ci abbia mai condotto a mete dignitose. Per quanto tempo dobbiamo continuare a pagare questo prezzo altissimo che vede in quel di Monopoli l’ultimo atto di una commedia senza fine? Poi, se a questo insanabile muro contro muro aggiungiamo pure il “braccino del tennista” da parte di Camplone che snatura il modulo senza validi motivi, più gli evidenti problemi di una squadra completa a metà, e “ridotta” di altri tre validissimi elementi per cause ancora tutte da conoscere nelle loro dinamiche interne, il quadro delle motivazioni che stanno dietro questa pesante sconfitta dovrebbe essere completo, e non ci si può meravigliare più di tanto per le quattro sberle ricevute domenica. Nel frattempo, Cavese, Reggina e Ternana gongolano. I tifosi rossazzurri un po’ meno.
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Catania, 23 settembre 2019
Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto google immagini calciocatania.com )