Ma guarda un pò con chi parte la nuova rubrica ” Ti dipingo così… a tu per tu, a parlar del più e del meno, con…”
a cura di Concetto Sciuto

Manlio Grimaldi: la noia non abita qui.

Medico di base, titolare di guardia medica, gestisce, inoltre, un ambulatorio dove lavora come ortopedico, è anche consulente del tribunale per pratiche inerenti sempre all’ortopedia, ha una smodata passione per il calcio che ha praticato fin dall’età di dodici anni e anche per il ciclismo, direttore della squadra di calcio Sport Enjoy Project che abbraccia, oggi, un progetto di integrazione dei migranti. E non è ancora tutto: è anche editore della testata giornalistica Sport Enjoy Project Magazine registrata al tribunale nel 2013 nonché ha giocato anche il ruolo di presentatore in diverse manifestazioni pubbliche. E per ultimo ma non ultimo, in un recente passato, per quasi un decennio, è stato conduttore in tv private gestendo numerose dirette con programmi d’intrattenimento medico/scientifico/culturale (Azzurro su Antenna Sicilia e Sestaora su Sesta Rete) ospitando numerosi opinionisti del campo medico/artistico con interessanti approfondimenti. Ha collaborando anche a programmi sportivi (Sottorete su Rei Tv) con il giornalista Francesco La Rosa. Ma di quanti personaggi stiamo narrando? Liberi di non crederci, ma trattasi di una sola persona: il dottore Manlio Grimaldi che, eclettico per quanto vuoi, per riuscire a fare tutto questo, non avendo ancora il dono dell’ubiquità, sicuramente avrà trovato, tra le pieghe della teoria della relatività, una personale formula che gli fa moltiplicare le ore di una giornata.
Presunta alchimia sulla dimensione spazio/tempo a parte, Manlio riesce a conciliare il tutto se pur per otto ore al giorno svolge la sua attività principale come quella di medico, coniugando anche meritati tempi di “relax” (questo sconosciuto) insieme ai suoi cari, anche se li potremmo conteggiare usando i numeri decimali. Ma giusto per dare a Cesare quel che è di Cesare, è doveroso raccontare che tutto ciò è possibile grazie alla comprensione, e convinzione da parte di chi l’affianca sentimentalmente, che tutti questi impegni sono la sua vita e non riuscirebbe a farne a meno, anche se, ovviamente, un punto d’incontro lo si trova sempre, ad esempio rendendo spesso, l’altra sua metà del cielo (“Santa” Laura Vicari), parte attiva delle sue numerose attività. Ma giusto per riempire un ultimo tassello di questo puzzle che è la sua molteplice, zigzagante, vita, Manlio ha tirato fuori dal cilindro magico del “tempo che non esiste”, ulteriori ore per riuscire a scrivere un libro autobiografico dal titolo (anch’esso autobiografico) “Dai la pappa al bimbo”, titolo che, ci tiene a precisare l’autore, corrisponde testualmente alla sua prima frase di senso compiuto. Sua prima e unica fatica letteraria presentata in un teatro dove tutti gli amici artisti con cui ha collaborato, gli hanno fatto da spalla per uno show di oltre tre ore che ricordava, valigia compresa, quello di Gigi Proietti “A me gli occhi please”. Tra questa pletora di fervide attività, non possiamo non dedicare qualche minuto in più al suo ultimo, più che impegnativo e responsabile, progetto che lo vede alla guida della Nazionale di calcio della Sport Enjoy Project dove è quasi totalitaria la presenza di immigrati. Una squadra in origine creata con l’idea di un autonomo “calderone” dove si raccoglievano i desideri di chiunque volesse tirare calci a un pallone. Mentre il nome “Nazionale” che potrebbe sembrare un tantino altisonante, ha una sua precisa genesi perché dovete sapere, e anche questo fa parte di quel lungo elenco iniziale di attività, Manlio ha avuto esperienza anche come…udite…udite… medico, e giocatore, della Nazionale Italiana Artisti Tv .
E così, dopo una breve esperienza in terza categoria, ha preferito non legare più la Nazionale della Sport Enjoy Project a nessun campionato ufficiale trasformando il team, giocatore dopo giocatore, in una sorta di melting pot con decine di ragazzi extracomunitari di diverse nazionalità con l’intendo di usare un potente collante come il calcio per fare (vera) integrazione. Certo, gestire una trentina di ragazzi immigrati, con i loro inenarrabili vissuti, non è un impegno da poco. Inoltre, tra la kafkiana burocrazia per i permessi di soggiorno e i beceri ostracismi di un mai domo razzismo, la strada per l’integrazione assume, ogni giorno, sempre e solo una inclinazione: quella della salita.
Ma poco importa, non sono state e non saranno queste difficoltà a interrompere il bel progetto nato in maniera estemporanea ma condotto con la serietà di chi desiderare condurre fino in fondo i suoi sogni.
Ed è stato usato il termine “estemporaneo” non a caso, perché sappiate che tutto ciò che Manlio ama fare, affrontando la vita in maniera polare al concetto di noia, questo “ragazzo” di 59 primavere l’ha sempre fatto di getto, non guardando ieri che non esiste più, e nemmeno il domani che deve ancora arrivare, ma gestendo solo l’oggi, per ciò che questo gli propone. Se poi ciò che fa dovesse prendere pieghe diverse al suo modus operandi, afferma con voce decisa: “ci si saluta senza rancori e si passa ad altro”.
A questo punto, e considerando il suo modo di affrontare il quotidiano, chiedergli cosa farà da grande ha poco senso, perché Manlio Grimaldi ama vivere così, dando vita agli anni e mai all’incontrario, e sinceramente di questo ne siamo un poco, amichevolmente, invidiosi.

Catania, 24 settembre 2019
Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto Manlio Grimaldi per Sport Enjoy Project Magazine )