Non chiamateli (solo) fumetti…
Non chiamateli (solo) fumetti…
di Concetto Sciuto
“Boom!!! Dal fumetto americano al Neopop” è il nome, per metà onomatopeico e per l’altra metà efficacemente sintetico, della mostra didattica che racchiude cento anni di storia del fumetto americano, con immancabili relazioni con quello nostrano, giunta per la prima volta in Italia, e che sarà visitabile dal 1/10 fino al 1/3 del 2020 in via Vittorio Emanuele 122 a Catania. La mostra, nata da un progetto Sicilia Musei, Italia Museo ed Emergence, è inserita nella programmazione di Etnea Comics, ed è stata curata da Maurizio Scudiero, Giuseppe Stagnitta, e Giancarlo Carpi in collaborazione con Marco Grasso. Il pubblico interessato potrà ammirare oltre 500 pezzi, di cui alcuni rarissimi, distribuiti in nove sezioni tematiche così suddivise: I precursori, La comicità, L’avventura, La fantascienza, i Polizieschi, Italia ’30 40’, I Supereroi, Italia anni 50- oggi, e infine la sezione erotica, per un cammino che ripercorre un secolo di comics americano e…di cinema che ha dato vita ad alcuni tra i più famosi personaggi del fumetto.
Sono quasi un centinaio i disegnatori coinvolti che vanno dalla Golden Age dal primo decennio del Novecento, fino al primo decennio del nuovo millennio, con qualche sortita anche nel fumetto europeo e, naturalmente, giapponese. Una mostra che ha richiesto due anni di preparazione per vedere la luce, oggi, nella città etnea, puntualizza nell’incipit della conferenza stampa uno degli organizzatori. E in un secondo intervento, Antonio Mannino, direttore generale della famosa manifestazione Etna Comics, insieme al curatore Marco Grasso, ci tiene a precisare che la mostra rientra nell’alveo della sua manifestazione non perché ha il diritto di presiedere a tutto ciò che è “comics”, ma perché naturale frutto di un lavoro decennale che è stato quello “di portare il fumetto come motivo ancestrale che poi porta allo sviluppo della cultura popolare, alla cultura pop”.
Anche se li cammino comics o comico vero e proprio dura, di fatto, fino al ’28, ci racconta lo storico dell’arte Maurizio Scudiero, vero deus ex machina dell’evento, da quegli anni in poi s’iniziano a pubblicare anche fumetti di fantascienza allontanandosi dal comico per immergersi nella realtà dell’epoca con una apertura a “ventaglio” su vari argomenti, e in maniera trasversale sulle tematiche della società dell’epoca senza porsi più limiti, ma sempre rigorosamente pubblicate a puntate sui giornali. Poi, il cinema si approprierà del fumetto iniziando con i matinée serial di film ispirati ai fumetti a puntate. E continuando con il suo intervento, ci ricorda Scudiero, che lo zoccolo duro dei lettori sono sempre i ragazzi anche se il pubblico adesso è più variegato. E rispondendo a noi di Sportenjoy Magazine, che chiediamo al suo curatore il rapporto tra arte e commercializzazione, ci dice, senza mezzi termini, che l’arte, oggi, non è un ambito meritocratico, anche se ad esporre fosse Michelangelo, se non è nel giusto filone dei galleristi, non avrebbe ugualmente successo e il panorama dell’arte contemporanea è solo business. Invece, il fumetto ha un rapporto più diretto con il suo pubblico e riesce a saltare certi meccanismi commerciali, fino ad arrivare direttamente ai suoi fruitori che sono i ragazzi, sono gli editori, gli organizzatori, che è tutto un altro meccanismo. In Italia il fumetto vive ancora in quest’ambito, tutto sommato, un poco naif. Diciamo che il disegnatore di fumetti va dove si può almeno “vivere”, poi se c’è un quid in più di certo non lo rifiuta.
Una breve, ma esaustiva, conferenza stampa perché il resto della mattinata è stato (giustamente) dedicato alla descrizione dell’intero percorso della mostra, soffermandoci nei dettagli di alcuni delle centinaia di fumetti, abbacinanti locandine d’epoca, graphic novel, antiche strisce e quanto altro ci poteva offrire la ricchissima esposizione. Tutto questo vissuto quasi inseguendo uno scatenato relatore tra una sala e l’altra che, piacevolmente, ci ha trasmesso passione e cultura, miscelandoli nella giusta dose, e raccontandoci la storia e il senso di decine di lisergiche immagini di un universo che è stato anche il nostro mondo, che è stato il mondo di tutti i presenti, dove, ognuno di noi, abbiamo rivissuto il personale contesto storico in cui siamo cresciuti, sprofondando in quell’età dell’adolescenza che fa sempre piacere rivivere. Così, già nella prima parte dell’esposizione, ci siamo lustrarsi gli occhi ammirando i bozzetti originali realizzati a mano dai più famosi disegnatori d’epoca, per poi proseguire con i supereroi, su tutti Superman, che a differenza dei primi fumetti, continuando nella sua spiegazione Scudiero, non è mai stato concepito per i giornali ma per l’albo, per poi finire, considerando il grande successo, ugualmente sui giornali in una versione “sindacata”, perché erano i sindacati a gestire i giornali. Difatti, fino agli anni Trenta i comics sono stampati a puntate prima sui giornali e poi sull’albo, dal ‘39 in poi sia sull’albo che sul giornale in maniera contestuale. E poi ci saranno le proiezioni dei primi film ispirati ai fumetti, e il nostro impagabile relatore ci racconta questo indicando la prima locandina originale di un film tratto dal fumetto Jiggs and Maggie (chi li ricorda?) in “Come ti allevo il papà” per una interazione, tra fumetto e cinema, che sarà duratura nel tempo, con personaggi che avranno una vita più lunga dei loro disegnatori. E si è andato avanti così, per quasi un’ora, di sala in sala, attraversando, fumetto dopo fumetto, le pieghe del tempo, tra una chicca e l’altra (locandine e copie rare, ad esempio un topolino del ’36 o la prima copia di Tarzan, o dei dipinti a olio così perfetti che chiunque scambierebbe per foto), con particolareggiate spiegazioni che evidenziano l’inalienabile interazione tra storia sociale e del fumetto, dove l’una trae nutrimento dell’altra e viceversa, fino ad avere chiaro un concetto : sarebbe alquanto riduttivo pensare di ammirare solo una sequenza di “semplici” disegni, qui ci sono tratteggiati ben venti lustri di storia americana creatrice di un’arte di massa per una cultura di massa, ma nel senso più positivo del termine. Vale la pena vivere per l’amore, la poesia e il comic conclude la nostra guida d’eccezione, e del resto come si fa a dargli torto? Infine, un plauso all’addetto stampa dell’evento Alfio Grasso, che ringraziamo per l’ospitalità, per l’impeccabile organizzazione e adesso dal primo ottobre porte aperte alla… fantasia, ma intrisa da tanta, tanta, realtà.
Catania, 1 ottobre 2019
Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto Chiara Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine )
Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com
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