Non ci resta che piangere: Catania a Vibo una sconfitta vergognosa
Non ci resta che piangere: Catania a Vibo una sconfitta vergognosa. Squadra spenta. Incredibile record di cinque sconfitte esterne consecutive. Camplone dovrebbe fare le valigie.
di Tino La Vecchia
Nel calcio si può anche perdere, non è un dramma perché in campo ci sono anche gli avversari, ma c’è modo e modo di perdere. Si può perdere in campo ma non si deve mai perdere la dignità. Subire cinque reti da una squadra che in classifica è dietro, senza lottare, senza reagire significa non onorare la maglia che si indossa e mortificare i tifosi che per quella maglia piangono, gioiscono, sperano.
A Vibo Valentia il Catania ha toccato il punto più basso della sua gloriosa storia.
Un cinque a zero il Catania di Lucarelli l’aveva subito due stagioni orsono a Monopoli, ma il Monopoli era una squadra forte che a fine campionato arrivò ad un punto da quel Cosenza che poi sarebbe stato promosso, e quella sconfitta così pesante fu frutto di una serie di circostanze incredibili. Pur rispettando il valore della Vibonese, adesso in questa mortificante sconfitta non ci sono state circostanze incredibili. Io mi chiedo: ma Camplone come le legge le partite? Avrebbe dovuto sapere che la Vibonese è allenata da Giacomo Modica, un allievo di Zeman. Avrebbe dovuto sapere che lo scorso torneo la Cavese di Modica subì al Massimino una pesante sconfitta per 5-0, ingiusta nel punteggio perché la Cavese, pur subendo cinque reti, aveva giocato molto bene. Avrebbe dovuto sapere che Giacomo Modica se la sarebbe legata al dito. Invece, con molta probabilità, forse non conosceva a fondo nemmeno le caratteristiche dell’allenatore della Vibonese.
Quando le cosa vanno in questa maniera, non potendo mettere fuori squadra l’intera rosa a pagare è sempre l’allenatore.
Personalmente Camplone come allenatore non mi è mai piaciuto ed ho espresso tutte le mie perplessità al momento dell’ingaggio. Camplone non sarà l’unico responsabile della situazione, ma francamente un allenatore che perde fuori casa cinque partite consecutive merita di essere licenziato senza esitazioni e senza rimpianti, e lo merita ancor di più con questa sconfitta che mi fa vergognare e mi mortifica.
Arrivati a questo punto conta poco chi ha giocato, conta il rendimento che la squadra ha fornito nell’intera stagione. Furlan in porta sarà magari bravo ma è dall’inizio del campionato che dimostra incertezze a non finire, forse perché non tranquillo perché sa che non è protetto dalla difesa. I due esterni offensivi Calapai e Pinto, specie il secondo, in fase difensiva non coprono. I due centrali difensivi non sono mai stati solidi e affidabili con Silvestri che ha cambiato più volte partner, ma i centrali che si sono avvicendati hanno dimostrato tutti che non sono all’altezza di una squadra che deve lottare per la promozione. A centrocampo Lodi costruisce, ma al di là di Welbeck, sia Rizzo, sia Llama che Dall’Oglio hanno dimostrato di non essere all’altezza della situazione. Mazzarani da solo non può reggere l’intera squadra e Di Piazza se non è assistito finisce per rendere la metà di quel che vale.
Squadra impostata male da parte di Camplone, errori a ripetizione e squadra amalgamata male. Il reintegro in rosa di Biagianti e Bucolo rappresenta un passo avanti e il ritorno di Sarno e Di Molfetta potrebbe aiutare il nuovo allenatore. Dico nuovo allenatore perché se dopo questa sconfitta Camplone dovesse restare alla guida del Catania sarebbe davvero illogico, scandaloso e forse offensivo nei confronti dei tramortiti tifosi del Catania. Parlare del Catania attuale è imbarazzante, la squadra ha la seconda peggiore difesa del campionato con 19 reti subite in dieci partite: uno scandalo per una squadra di serie C, quando si chiama Catania. La società ha deciso di mettere Marchese fuori rosa, liberissima di farlo, ma nella lista degli svincolati doveva trovare un centrale difensivo dignitoso perché quelli che si sono avvicendati hanno dimostrato di non valere nemmeno metà del valore di Marchese, che poteva essere adattato come centrale.
Quella schierata oggi da Camplone, è magari una formazione non fortissima, con l’incognita Noce, ma non è certamente così debole di andare subito sotto, dopo appena quattro minuti sul campo della Vibonese e chiudere il primo tempo con due reti di svantaggio e poi subire una sconfitta così mortificante: Camplone dovrebbe fare le valigie.
Appena quattro minuti e Bubas ruba palla e seve Bernadotto che appoggia facilmente in rete. Il Catania non reagisce e al 10’ la Vibonese coglie il palo con una punizione di Berardi. Forse il Catania capisce che sta perdendo e cerca di reagire, ma la 29’ Pugliese sorprende con un pallonetto dal limite l’incerto Furlan.
Nella ripresa non cambia nulla: arriva il rigore del 3-0 e le altre due reti che scrivono la pagina sportiva più nera della storia del Catania. Dopo dieci partite cinque sconfitte, davvero assurdo. Visto che il Catania ha vinto le cinque gare disputate al Massimino, quella in Coppa Italia contro il Fanfulla e le quattro di campionato, l’unica speranza è che ritornando al Massimino, nonostante l’inevitabile contestazione dei superstiti, riesca a trovare la forza di battere il non irresistibile Bisceglie e mantenersi, almeno nei primi dieci posti. Il resto i mortificati tifosi del Catania lo vedranno da lontano perché la Reggina e la Ternana, che ha ottenuto cinque vittorie esterne consecutive, sono come gioco e come mentalità distanti anni luce del Catania di Camplone, un allenatore che pur con tutte le attenuanti del caso a Catania ha fallito in pieno.
Catania, 20 ottobre 2019
Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto google immagini catanista.eu )
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