Vox populi: non aprite quel cancello
Vox populi: non aprite quel cancello.
di Concetto Sciuto
Ammettiamolo: le contraddizioni sono il sale della vita. Così, a più di un accorato appello da parte della società Calcio Catania di stare tutti uniti intorno a una convalescente formazione etnea, corrisponde una paradossale impossibilità di far accedere i tifosi nel loro, indiscusso, tempio sportivo.
E saremo magnanimi, supporter per primi, nell’accettare questa decisione se la causa di questo divieto non fosse imputabile proprio a quella società che da settimane fa proclami d’unità. Ancora intontiti da questa decisione, e ancor più dalla motivazione scatenante (mancanza di steward!), il nostro pensiero non può che spostare il suo malconcio asse dal logico alla dimensione emozionale chiedendosi: cosa ne penseranno i cinquemila abbonati e i (pochi) tifosi che, euro in mano, erano già pronti per l’acquisto del biglietto? Al netto di indicibili affermazioni che colgono nel più che giustificabile (e irripetibile) turpiloquio, rabbia, rassegnazione e timore, riteniamo che siano i termini più appropriati per descrivere il loro stato d’animo. Soprattutto l’ultimo: timore! Già, perché cosa effettivamente si nasconde dietro quei cancelli serrati, più che dal prefetto, da un andazzo che sembra sia giunto al capolinea, non c’è dato sapere, ed è questo a fare proprio paura. Esaurite tutte le ipotesi, ma proprio tutte, adesso l’angoscia è l’altro sentimento che incede silente in numerosi cuori rossazzurri per tutto ciò che potrebbe saltar fuori una volta che si scoperchi questo vaso di Pandora in versione catanese. E più il silenzio, da domenica anche sugli spalti, proverà ad avviluppare le vicende calcistiche ed extra calcistiche della squadra dell’elefante, più questo timore diventerà certezza che l’agonia stia per terminare, con migliaia di tifosi impotenti davanti al capezzale di una storia lunga fin dal 1946. Non siamo certi che questo sia il primo caso di divieto di accesso a una manifestazione sportiva per mancanza di personale (in una città con un tasso di disoccupazione giovanile del 61% ci sarebbe da chiedersi: come mai?), ciò che, invece, è indiscutibile è il totale sbando che sta vivendo una società che fu simbolo virtuoso in un lontanissimo passato travolta, oggi, da errori e crisi che potremmo ridistribuire in egual misura. Altro dubbio: ma ci sarà questo rischio ogni domenica? Qualcuno potrebbe rispondere a una città intera cosa ci attenderà in futuro? Quanti altri cancelli, stavolta non del Massimino ma della comunicazione, troveremo serrati per mancanza di dialogo?
Catania, 24 novembre 2019
Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine )
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